Le Pollinosi Allergiche: cosa sono?
Con l’inizio della primavera sono comparse le prime manifestazioni allergiche ai vari pollini presenti in atmosfera: le Pollinosi Allergiche.
Il termine pollinosi è dovuto al fatto che gli allergeni responsabili sono i pollini, cioè gli organi delle piante e delle erbe necessari per la riproduzione delle stesse. I pollini che danno allergie sono piccoli, leggeri e vengono trasportati dal vento anche a lunghe distanze.
È sotto gli occhi di tutti l’aumento impressionante delle allergie e la comparsa di sintomi anche in età avanzata. Le cause di questo fatto non sono del tutto note; si colpevolizza giustamente il grado maggiore di inquinamento atmosferico, soprattutto quello legato ai veicoli a motore ed al riscaldamento delle case. Le varie sostanze inquinanti, infatti, sembrano stimolare il sistema immunitario a reagire esageratamente alle varie sostanze estranee all’organismo.
Cosa succede nel corpo umano?
Tra le cellule del nostro organismo i globuli bianchi (GB) rivestono un ruolo fondamentale per la difesa dai batteri e per lo sviluppo delle allergie. Tra i GB, in particolare, sono presenti per questo ruolo i Linfociti, distinti in:
- Linfociti T helper di tipo uno;
- Linfociti T helper di tipo due
I primi sono in grado di istruire il sistema immunitario a costruire anticorpi “bloccanti”, che riconoscono le sostanze estranee (antigeni), le attaccano e le distruggono. Tra gli antigeni vi sono i batteri e i virus, che così vengono eliminati.
I linfociti T helper di tipo due, invece, insegnano al nostro sistema immunitario a difendersi dai parassiti costruendo un tipo particolare di anticorpi, le IgE. Questi sono gli anticorpi dell’allergia: si legano ad altri GB presenti nel sangue e nei tessuti, li attivano e li stimolano a produrre quelle sostanze chimiche (istamina ed altre) che sono responsabili dei sintomi allergici.
Recentemente è stata data molta importanza a tutti quegli studi volti a spiegare il nesso tra riduzione di malattie infettive gravi e caratteristiche del nostro passato, come la tubercolosi, il morbillo e altre malattie esantematiche e progressivo aumento delle allergie. La spiegazione più accreditata vuole che con la riduzione delle malattie infettive non è più necessario produrre e costruire tanti anticorpi bloccanti. I Linfociti T helper di tipo uno si riducono, mentre aumentano i Linfociti T helper di tipo due che fanno costruire le IgE con un conseguente aumento delle malattie allergiche e dei sintomi ad esse associati.
Sintomi principali: quali sono?
I sintomi delle pollinosi sono diversi, in genere a carico delle vie aeree:
- congiuntivite, con arrossamento, gonfiore, prurito e sensazione di sabbia negli occhi;
- rinite, con starnuti, prurito nasale e del palato, rinorrea (secrezione nasale liquida, acquosa, limpida) e ostruzione nasale;
- asma bronchiale, con tosse secca e fastidiosa, con difficoltà a respirare, con la presenza di respiro sibilante, con fischietti e gemiti.
Cura e Prevenzione: cosa fare?
Le armi in nostro possesso sono per fortuna potenti ed in grado di alleviare i sintomi fastidiosi delle malattie allergiche. Ogni anno l’industria farmaceutica produce nuove molecole e nuovi farmaci.
La terapia più efficace, in grado di modificare il decorso naturale delle allergie è quella vaccinica.
Attualmente vi sono:
- vaccini tradizionali: da somministrare con iniezioni sottocutanee;
- vaccini orali ed intranasali.
Purtroppo i costi elevati, i problemi legati alle iniezioni e la necessità di anni di terapia limitano questa forma di cura ai casi più gravi, con asma o con rinite importante.
Per i casi di asma ci si può avvalere anche di:
- cortisonici topici e broncodilatatori:
- Antileucotrieni: una nuova classi di farmaci apparentemente molto efficaci contro l’infiammazione presente a livello bronchiale
Per tutti i casi meno gravi, gli antistaminici, cioè farmaci che impediscono l’azione dell’istamina, sono i farmaci sintomatici di scelta per combattere le manifestazioni oculorinitiche.
Egualmente efficaci sono le terapie topiche, cioè da somministrare direttamente nelle narici e/o nel sacco congiuntivale.
Allergia al polline: dalle più comuni ai casi recenti
Nei primi mesi dell’anno, a gennaio, febbraio e marzo, i pollini presenti sono quelli del Nocciolo, dell’Ontano e della Betulla. Quest’ultimo tipo di allergia è relativamente nuovo nei nostri territori, essendo la Betulla una pianta non tradizionale dei nostri climi. Dotata di grande bellezza, è stata infatti introdotta successivamente per abbellire i nostri giardini e parchi, con conseguente aumento della sua presenza nel nostro territorio.
Due anni fa vi è stato uno sviluppo notevole di questa allergia, riscontrato dall’aumento di persone con sintomi allergici.
In modo caratteristico, l’allergia agli alberi è accompagnata da una allergia alla frutta e verdura: mele, pere, albicocche, prugne, pesche, kiwi, nespole, ciliegie, carote, sedano, finocchi. Se ingeriti crudi possono dare prurito sulle labbra ed in bocca, orticaria, rinite, congiuntivite, asma, vomito e nausea, diarrea e dolori addominali. Questi sintomi fanno parte della cosiddetta Sindrome Orale Allergica.
Una nuova allergia che comincia a essere presente da noi, tipica dei mesi invernali, è quella dovuta ai pollini del Cipresso.
Questa pianta libera nei mesi invernali (dicembre, gennaio e febbraio) quantità molto elevate di pollini al quale, da pochi anni, sono comparsi i primi soggetti allergici.
L’allergia classica del Nord Italia è quella dovuta alle Graminacee, erbe infestanti presenti in tutti i nostri prati. E’ conosciuta come febbre da fieno (anche se la febbre non è per niente un sintomo tipico). L’inizio dei sintomi è primaverile, da aprile-maggio fino a giugno, con un secondo picco a settembre.
La Parietaria è un’altra erba infestante responsabile di un numero più limitato di allergie; tuttavia spesso comporta la comparsa di forme asmatiche. Fino agli anni precedenti era una allergia primaverile-estiva, da giugno a luglio. Tuttavia da qualche anno si assiste ad un aumento della presenza pollinica da maggio fino a settembre-ottobre: il polline di Parietaria si avvia a diventare perenne come nel nostro meridione.
L’allergia estiva è dovuta ai pollini delle Composite, tra le quali desta una notevole preoccupazione il polline di Ambrosia.
L’Ambrosia non è un’erba presente naturalmente in Italia. E’ considerata di importazione, arrivata da noi come inquinante dei semi di girasole e di soia dall’America e ha attecchito inizialmente vicino agli aeroporti, su terreni incolti tenuti a riposo per esigenze “comunitarie”.
L’Ambrosia è rapidamente diventata la causa maggiore delle allergie nella zona attorno all’aeroporto della Malpensa (Legnano, Busto Arsizio, Gallarate, Magenta). Da un anno anche da noi sono comparsi i primi allergici. Purtroppo il problema dell’Ambrosia è molto serio, essendo un’erba rapidamente infestante, di difficile eradicazione e responsabile di gravi forme di asma bronchiale.
Purtroppo le persone allergiche all’Ambrosia sono destinate ad aumentare nel corso dei prossimi anni.
Nell’anno 2021 si è registrato un ritardo delle pollinosi rispetto agli anni precedenti per ragioni climatiche. Come si vede dai grafici allegati, il numero dei pollini del Nocciolo (Corylaceae) e delle Betulle e Ontano (Betulaceae) sono in quantità inferiore e ritardata rispetto al 1997 ed al 1998.
Bibliografia
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