ALLERGIA ALIMENTARE: LTP

 

L’allergia alimentare colpisce in Italia circa 8% dei pazienti allergici. Sono colpiti pazienti sia in età pediatrica che adulti. Speso l’allergia alimentare in età pediatrica tende a scomparire con la crescita, mentre nell’adulto permane a lungo, con riduzione nell’età senile. La qualità della vita, a volte, gravemente compromessa.

Il meccanismo è immunologico, dovuto ad una reazione IgE mediata. Gli anticorpi IgE, a contatto con l’alimento allergico, sono prodotti in grande quantità, si legano all’allergene, assieme si attaccano sulla superficie di alcune cellule (mastociti). ll mastocita viene attivato liberando i mediatori dell’allergia: istamina, leucotrieni ed altri.

 

I sintomi compaiano in genere da pochi secondi, cioè sono immediati, fino a qualche ora, mai oltre le 24 ore. La gravità dei sintomi varia da modeste manifestazioni fino allo shock anafilattico ed alla morte.

Le manifestazioni a carico della cute sono orticaria, angioedema, dermatite atopica, rash cutanei diversi. Frequentemente i sintomi cutanei sono accompagnati a sintomi gastrointestinali: meteorismo, dispepsia, diarrea, vomito…

In pazienti allergici a pollini con allergia a molecole omologhe degli alimenti, i sintomi possono essere confinati alla mucosa orale, con prurito e senso di bruciore, edema della lingua, vescicole e papule della bocca, configurando così il quadro della Sindrome Orale Allergica.

Inoltre possono comparire rinite, congiuntivite, asma bronchiale, edema della glottide. Lo shock anafilattico si manifesta quando vi è interessamento del sistema cardiovascolare con caduta della pressione arteriosa.

 

Negli alimenti vi sono diverse molecole proteiche responsabili dell’ allergia:

  • profilline
  • PR-10
  • LTP
  • Cupine
  • Albumine sieriche
  • Tropomiosine
  • parvalbumine

 

Le Lipid Transfer Protein (LTP) sono sostanze di difesa del mondo vegetale.

Sono localizzate negli strati superficiali dei frutti, ma in alcuni si presentano in maggiori quantità nei semi, ingeriti insieme alla polpa.

 

Gli alimenti che contengono LTP dono numerosi:

Pesca Mela Ciliegia Noce Nocciola Arachide Lenticchia Mais Soia Pomodoro Kiwi Sesamo Melone Anguria Sedano Piselli Fagioli Lupino Lattuga ed altre insalate Finocchi Zucchini Riso Frumento Orzo Mais Birra Cipolla Limone Arancio Semi di Sesamo, di Girasoli, di Papavero Spinaci Carota Broccoli Banana Pesto commerciale Melanzana Uva Ananas Peperone Fico Zafferano ed altri.

 

Come si arriva alla diagnosi di allergia alla LTP?

 

Innanzitutto una accurata anamnesi per individuare l’alimento sospetto, per la tipologia dei sintomi, per il loro tempo di comparsa, la persistenza degli stessi, come si sono risolti e così via.

I comuni test diagnostici, i prick test cutanei, i prick by prick, il RAST non sono utili; solo la positività all’estratto commerciale della pesca può far sospettare l‘allergia alla LTP.

Solo il recente uso di allergeni ricombinanti o nativi purificati permette una precisa diagnosi. È possibile individuare il profilo allergologico di ciascun paziente. Sapere per esempio che un paziente è allergico a Pru p 3 (allergene maggiore della pesca) conferma la diagnosi; se risulta allergico a Profilline o PR -10 deve parlare di altro tipo di allergia alimentare.

 La differenza è che le LTP  sono gastroresistenti e termoresistenti, raggiungono il tratto intestinale in forma non modificata, pronte a indurre reazioni sistemiche.

Ciò vuol dire che sono possibili reazioni allergiche sia ingerendo l’alimento fresco che cotto o trattato industrialmente. Invece nella sindrome orale allergica i sintomi sono possibili solo ingerendo l’alimento fresco: esempio la mela fresca chi è allergico non può mangiarla, mentre la mela grattugiata, la mela cotta, il succo di mela o il gelato alla mela possono essere ingeriti. Il contrario con l’allergia alla LTP della mela: non si può mangiarla né cruda né cotta.

 

Importante è la gestione del paziente allergico alla LTP. Questa proteina è contenuta in molti alimenti.

È frequente che alcuni alimenti con LTP siano tollerati. Cosa fare in  questo caso? Mangiare o non mangiare l’alimento?

 

La posizione attuale è di mangiare l’alimento tollerato, instaurando così una sorta di tolleranza naturale.