Cos’è la Nevralgia del Trigemino?

La Nevralgia del Trigemino è una patologia che determina, nella grande maggioranza dei casi, intensi attacchi di dolore localizzati su una o più branche del nervo trigemino. Il nervo trigemino è il più importante nervo di tipo sensitivo presente a livello del volto, proprio per questo motivo tale disturbo è in grado di causare una netta diminuzione della qualità di vita dei pazienti affetti da nevralgia trigeminale. 

Illustrazione 1 - Medicina del Dolore

 

Quali sono i sintomi della nevralgia?

Gli attacchi di dolore spesso si presentano in modo improvviso e particolarmente violento. Spesso le caratteristiche del dolore sono rappresentate da sensazioni di scossa elettrica al volto, in particolare irradiate all'occhio, alla mascella, alla mandibola e ai denti. 
 

Quanto dura un attacco nevralgico?

Tali attacchi di dolore possono avere la durata di qualche secondo o minuto e possono presentarsi come casi isolati nelle 24 ore o riproporsi più volte nell'arco dell'intera giornata. Il susseguirsi di tali episodi algici infine, può perdurare per giorni fino addirittura a settimane o mesi. Tipicamente un solo lato della faccia viene colpito dalla Nevralgia del Trigemino e si può assistere a periodi di assenza del dolore, definiti fasi di remissione, che possono prolungarsi anche per anni, dando poi origine a nuovi episodi di dolore nelle fasi di riaccensione della patologia

In una minoranza di pazienti possiamo evidenziare come il dolore si presenti in modo più costante, soprattutto come un bruciore continuo anche se di minore intensità, coprendo in tali casi diverse ore del giorno. A volte ci può essere associata una sfera di sintomi concomitanti come vertigini, deficit dell'udito o lacrimazione eccessiva nella parte di volto colpita dalla malattia. 
 

La nevralgia è comune?

Fortunatamente tale patologia si può definire tendenzialmente rara nella popolazione, avendo una presentazione di circa 5 persone su 100.000. Sono nettamente più colpite le donne rispetto agli uomini, e in ultimo la sua manifestazione clinica avviene di solito tra i 50 e i 60 anni, molto raramente prima dei 40.

 

La nevralgia è invalidante?

Per i pazienti affetti da Nevralgia del Trigemino la qualità della vita va incontro col passare degli anni, ad un notevole scadimento, in quanto il dolore è in grado di occupare anche la maggior parte delle ore del giorno. In tali casi possiamo vedere come spesso i comuni farmaci analgesici risultano particolarmente inefficaci.

Spesso i pazienti vivono costantemente con la presenza del dolore che li accompagna più o meno frequentemente con attacchi acuti e particolarmente violenti o con un dolore di sottofondo pressochè costante. Tale tipologia di dolore è quella meno sopportata, in quanto occupa sia fisicamente che psicologicamente, tutta la giornata e creando spesso notevole disagio nella vita privata, lavorativa o sociale del paziente. Sono stati inoltre descritti casi di dolore insopportabile che hanno portato i pazienti a sviluppare gravi sindromi depressive, fino addirittura al suicidio. In ultimo tale patologia è in grado, sopratutto a medio-lungo termine, di dare gravi alterazioni nella sfera cognitiva, andando anche ad inficiare i rapporti interpersonali portando all'isolamento del soggetto che letteralmente si trova a "vivere col proprio dolore".

 

C’è rimedio per il dolore nevralgico?

In questa patologia il tipo di dolore presente non è quasi mai di natura infiammatoria, bensì di tipo neuropatico. È quindi la fibra nervosa direttamente responsabile della patologia e dello sviluppo del dolore, senza una apparente altro motivo sottostante. Ciò rende quindi indispensabile l'utilizzo di categorie farmaceutiche spesso non prescritte in fase iniziale, per il comune dolore di origine infiammatoria o degenerativa. Quasi sempre infatti sono i farmaci che inizialmente nella loro storia sono stati utilizzati per altri scopi, ad essere prescritti dallo specialista. 

Quali farmaci posso prendere contro la nevralgia?

In particolare alcuni farmaci antiepilettici, come ad esempio la carbamazepina, per la loro specifica azione sulla conduzione nervosa, sono in gradi di fornire un discreto controllo del dolore attraverso la loro azione di modulazione della conduzione dello stimolo doloroso. Tali farmaci infatti non fanno parte delle categorie in cui rientrano i comuni antidolorifici e antinfiammatori, che operano a livello tissutale riducendo in primis l'aspetto infiammatorio e quindi secondariamente il dolore.

Per raggiungere un discreto risultato terapeutico, tali farmaci vanno assunti obbligatoriamente più volte al giorno, in modo da garantire una continua e costante modulazione della conduzione dei nervi, dovuta al loro accumulo nel sangue. Spesso infatti i dosaggi vanno anche progressivamente aumentati nel corsi di giorni o settimane, anche in assenza di particolari episodi di dolore.

La nevralgia richiede l’intervento chirurgico?

Ovviamente la carbamazepina non è l'unico farmaco anticonvulsivane in grado di mediare e alleviare la sintomatologia dolorosa, ma sono presenti in commercio anche altri farmaci della medesima categoria, in grado di garantire adeguati risultati terapeutici.

Altre tipologie di approcci terapeutici sono di tipo chirurgico, quando la farmacologia non risulta essere sufficiente. Quasi tutti gli interventi chirurgici mirano a danneggiare o distruggere le fibre nervose coinvolte nello sviluppo del dolore, al fine di interrompere la conduzione stessa dell'impulso dolorifico.

In Letteratura scientifica sono presenti svariate tipologie di interventi chirurgici, tutte però gravate da diversi, e a volte anche gravi, effetti collaterali. Tralasciando la farmacologia e la chirurgia, anche altri interventi terapeutici possono portare ad una graduale risoluzione della sintomatologia, in particolare si è evidenziato come diverse tipologie di terapie infiltrative facciali siano in gradi di ridurre il dolore a anche gli altri sintomi associati, attraverso l'iniezione a livello locale di miscele antalgiche a base di corticosteroidi e anestetici locali a lunga durata d'azione.

Posso ricorrere alla terapia del dolore se soffro di nevralgia?

Il medico Terapista del Dolore è in grado di fornire un valido supporto sia in fase iniziale di diagnostica, attraverso la raccolta della storia clinica e dei sintomi, ed è in grado di proporre diverse metodologie di approccio che esulano però dalla chirurgia, almeno a livello ambulatoriale. Il percorso diagnostico terapeutico con i farmaci e con le eventuali terapie infiltrative locali è sempre condiviso dall'inizio alla fine con il paziente che si vede costantemente assistito nei periodi di fase acuta, come in quelli di remissione clinica.
 

Bibliografia

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