Ipogonadismo maschile: quali sono i segni e i sintomi?
L’Ipogonadismo negli uomini, caratterizzato da una riduzione della concentrazione sierica di testosterone, determina un complesso di segni e sintomi che possono comprendere:
- riduzione della libido;
- disfunzione erettile;
- diminuzione del volume eiaculato,
- riduzione dei peli sul corpo e sul volto;
- debolezza;
- riduzione della densità ossea;
- diminuzione della massa magra;
- aumento del grasso corporeo;
- affaticamento e anemia.
Negli uomini adulti l’ipogonadismo è una condizione frequentemente sottostimata, anche in presenza di sintomi associati, perché gli uomini con ipogonadismo spesso ignorano i propri sintomi o li attribuiscono a cause diverse, compreso l’invecchiamento.
Che cos'è e chi ne è colpito?
A differenza della menopausa femminile, che è un processo universale e improvviso legato all’invecchiamento, non tutti gli uomini con l’avanzare dell’età sviluppano un deficit di testosterone.
Un numero significativo di uomini resta “eugonadico” anche in età avanzata. Tuttavia, invecchiando, gli uomini sono più facilmente soggetti ad alcune condizioni, quali malattie cardiovascolari, depressione, osteoporosi e diabete che si verificano contemporaneamente alla diminuzione dei livelli di testosterone.
Qual è il ruolo del testosterone?
L’effettivo impatto dell’ipogonadismo sulla morbidità è largamente sconosciuto, perché sono disponibili pochi dati derivati da grandi studi trasversali che riguardano questo aspetto. Tuttavia, gli studi epidemiologici condotti su piccole popolazioni di pazienti hanno evidenziato una possibile associazione dell’ipogonadismo con la morbidità legata a bassi livelli di testosterone osservati in uomini che stanno invecchiando.
Ad esempio, è stata correlata al deficit di testosterone una più alta prevalenza di depressione, osteoporosi, fratture e fragilità.
Quali esami fare?
Non esistono criteri ben definiti per diagnosticare l’ipogonadismo in base alle concentrazioni di testosterone totale (TT), e i criteri clinici comunemente utilizzati restano comunque ambigui.
Dal momento che il mantenimento delle concentrazioni fisiologiche di testosterone è importante per la salute generale dell’uomo, può essere utile identificare i soggetti con deficit di testosterone. Altrettanto importane può essere l’identificazione dei soggetti a rischio di complicanze legate a deficit di testosterone.
Si guarisce dall'ipogonadismo?
L’ipogonadismo può avere un impatto negativo sulla salute e sulla qualità della vita degli uomini, perché la diminuzione del testosterone può aumentare il rischi di disfunzione sessuale, disturbi dell’umore, alterazioni della densità minerale ossea e della composizione corporea e può influenzare negativamente la sensazione generale di benessere dell’individuo.
Qual è la cura più efficace?
Sulla base delle concentrazioni di TT, la prevalenza di ipogonadismo in uomini che si rivolgevano ad ambulatori di medicina generale è stata stimata al 38,7%.
Le condizioni mediche che si sono verificate in maniera significativamente maggiore nei soggetti con ipogonadismo hanno incluso aumentato BMI, ipertensione, iperlipidemia, diabete e asma o BPCO.
Con il progredire dell’invecchiamento, l’uomo diventa più suscettibile a quelle condizioni che si manifestano con molti degli stessi sintomi dell’ipogonadismo. La presenza di queste condizioni può, in effetti, mascherare il sottostante ipogonadismo ed alterare in maniera negativa la qualità della vita.
Una tale prevalenza necessita attenzione da parte del medico curante, in quanto egli rappresenta il principale interlocutore nell’assistenza primaria; tuttavia, esistono controversie sui rischi associati alla terapia sostitutiva a lungo termine con testosterone, soprattutto nei soggetti più anziani. In tal senso, gli uomini con bassi livelli di testosterone, che si rivolgono ad ambulatori di medicina generale per problemi spesso associati alla riduzione degli stessi, qualora risultino sintomatici e non presentino controindicazioni, andrebbero considerati per eventuale terapia sostitutiva.
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