Cos’è il cuore?
Il cuore, meccanicamente parlando, è una vera e propria pompa a pressione che forza il sangue, carico d'ossigeno, di sostanze nutritive e di rifiuti, attraverso i vasi sanguigni del corpo. I cinque o sei litri di sangue del corpo umano, spinti dal cuore, compiono un giro completo circa ogni minuto. In 24 ore il cuore riceve e pompa in circolo intorno a 9.000 litri di sangue. Nel corso di una vita di settant'anni, il cuore fa circa due miliardi e mezzo di battiti, senza arrestarsi neppure un momento e senza riposo.
Tuttavia, nessun muscolo può resistere senza riposo e il cuore è, appunto, un muscolo. Le pause fra un battito e l'altro, per quanto brevi, rappresentano un riposo sufficiente. Il cuore normale, in pratica, occupa a riposarsi il doppio del tempo in cui lavora. Può usufruire di nutrimento supplementare: infatti nonostante pesi soltanto un duecentesimo del peso totale del corpo, richiede per sé un ventesimo del sangue circolante.
Quanto è grande?
Il cuore è grande all'incirca come un pugno ed è rinchiuso in una resistente membrana protettiva che si chiama pericardio. Attaccato al corpo soltanto per mezzo dei grossi vasi sanguigni che si diramano dalla sua base, il cuore è sistemato nel torace e orientato diagonalmente in basso verso il lato sinistro; è inoltre diviso in due parti, destra e sinistra, da una parete stagna: ciascuna di queste parti forma una pompa a sé.
Com'è fatto il cuore?
Queste due pompe, a loro volta, hanno due camere ciascuna: l'atrio, che riceve il sangue delle vene, e il ventricolo, che lo spinge di nuovo nel corpo attraverso le arterie. I muscoli specifici del cuore sono disposti e intrecciati in modo che possono contrarsi, torcersi e spremere il loro contenuto a ogni battito, cioè a ogni contrazione della pompa.
1.700 anni or sono, l'anatomista Galeno si chiedeva cosa facesse battere il cuore; per avere una risposta abbiamo dovuto attendere il 1890, quando gli studiosi cominciarono a pensare che fosse in gioco un'energia elettrochimica. Infatti, sappiamo attualmente che una specie di apparato elettrico cronometrico, chiamato nodo atrioventricolare. Questo in condizioni normali genera, per circa una settantina di volte al minuto, una minuscola scarica elettrica che si diffonde per tutte le fibre del muscolo cardiaco, causandone la contrazione. Il cuore, dunque, è una specie di pompa elettro-muscolare, perfezionata attraverso milioni d'anni di evoluzione, che ha lo scopo di mantenere il sangue in circolazione in due circuiti principali:- il primo, che parte dalla camera sinistra del cuore, è il grande circolo che il sangue completa attraverso tutto il corpo per la nutrizione dei tessuti;
- il secondo, indipendente e piú corto, va dalla camera destra del cuore ai polmoni, per consentire al sangue di scaricare l'anidride carbonica e di ricaricarsi d'ossigeno. Questo è noto come il circolo polmonare.
Il sangue venoso scuro, carico di anidride carbonica e di materiale di rifiuto raccolto nel passaggio attraverso le vene, viene aspirato nell'atrio destro nel momento durante il rilassamento di quest’ultimo. Quando l'atrio si è riempito di sangue, la valvola che si trova nel fondo dell'atrio stesso si apre e il sangue fluisce nel ventricolo sottostante. Riempito il ventricolo, la pressione della pompa fa bloccare la valvola, che si rigonfia come un paracadute. La stessa pressione apre simultaneamente un'altra serie di valvole, sagomate a mezzaluna, e spinge il sangue fuori dal ventricolo, immettendolo nell'arteria che conduce direttamente ai polmoni.
Nella sottile trama dei polmoni, il sangue venoso si depura, sostituendo il proprio carico di anidride carbonica con l'ossigeno tratto dall'aria respirata. Il sangue torna ossigenato al cuore con un colore rosso vivo e l'azione della circolazione polmonare si è compiuta in dieci secondi.La camera sinistra del cuore, piú vigorosa della destra, porta avanti la fase successiva simultaneamente alla prima: giungendo fresco dai polmoni, il sangue entra nell'atrio sinistro. Quando questo è pieno, la valvola si apre e il ventricolo comincia a riempirsi. Una frazione di secondo dopo, il ventricolo si contrae, spingendo il suo contenuto di sangue nell'aorta, la grossa arteria che parte dalla base del cuore. Quando la pressione nell'aorta è piú forte che nel ventricolo, le valvole semilunari situate tra il ventricolo e l'aorta si chiudono. Il rumore secco che si sente è quello delle valvole semilunari che si chiudono di scatto.
Dall'aorta, il piú grande vaso sanguigno del corpo, il sangue rosso si ramifica spingendosi, sempre piú lentamente, in arterie, in arteriole e in esili capillari, fino a raggiungere ogni cellula del corpo. Il cuore ripete questo processo di contrazione e di rilassamento, cioè di sistole e di diastole, giorno dopo giorno, anno dopo anno, durante le malattie, nel sonno, nella lotta, con perseveranza ed efficienza.
Proteggere il cuore
È ovvio che un organo così importante ha bisogno di certi riguardi, poiché numerose possono essere le cause di eventuali disfunzioni. Una delle principali è, probabilmente, la febbre reumatica, che colpisce spesso i giovani e che può danneggiare il cuore, sebbene l'ammalato possa apparire del tutto guarito e persino praticare uno sport. Inoltre, ci sono le malattie cardiache indotte dall'esagerato ritmo della vita moderna a cui molti attribuiscono in gran parte l'aumento della mortalità per malattie cardiache verificatosi in questi ultimi anni.Oggi il cuore non è meno robusto di ieri; la differenza sta nelle condizioni diverse in cui deve funzionare. Lunghi anni di continua tensione possono determinare un'alta pressione sanguigna che può ingrossare il cuore ed accrescerne materialmente il lavoro. Con il tempo, ne deriva una menomazione permanente che, se non altro, limita in modo considerevole l'attività fisica di chi ha il cuore in questo stato.
Numerosi fattori, da soli o insieme, possono cooperare, sommarsi, sovrapporsi e, in modo ancora sconosciuto, danneggiare le coronarie, portare alla deposizione di sostanze all'interno dell'arteria con il restringimento del diametro coronarico o, anche, irritarle tanto da stimolare una contrazione improvvisa della parete che si manifesta con alterazioni del regolare ritmo del cuore (aritmie). Questi sono fattori di rischio conseguenti anche a stili di vita ben radicati nella nostra società, ma che possono essere quasi sempre corretti.
Quali sono le abitudini a rischio?
Un'alimentazione sbagliata, ipercalorica o troppo ricca di grassi, può portare a un eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Colesterolo e trigliceridi viaggiano nel sangue inglobati in grosse molecole dette lipoproteine (HDL, LDL, VLDL sono le principali); queste possono, se sono troppe o in condizioni particolari, depositarsi sulle pareti arteriose anche a livello coronarico, restringendone il diametro. Ci sono persone con dislipidemie di origine familiare, che hanno questo problema su base genetica: anche in questi casi, una corretta alimentazione ed eventualmente una terapia farmacologica riequilibrano il quadro.La vita sedentaria influisce in più modi: per esempio favorisce l'accumulo dei grassi alterandone il metabolismo, non allena il muscolo cardiaco al lavoro fisiologico dato dallo stimolo dell'attività sportiva, aiuta l'accumulo di liquidi nelle gambe e quindi un'alterazione della dinamica dei liquidi corporei. Lo sport, praticato con uno sforzo leggero ma costante, per 30-45 minuti, tre volte a settimana, stimola il muscolo cardiaco a pompare in modo fisiologico e naturale in quantità maggiore, più velocemente e con più efficacia. In questo modo, allena il cuore a una riserva di lavoro in caso di necessità. La pratica dello sport aiuta inoltre a bruciare i grassi in modo naturale, favorisce lo svuotamento delle vene delle gambe e una regolazione del metabolismo di vari organi.
Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il fumo provoca ogni anno 4 milioni di morti nel mondo, 90.000 solo in Italia; per questa ragione viene considerato la prima causa prevenibile di malattie e decessi. I fumatori nel mondo sono oltre un miliardo, circa un terzo della popolazione al di sopra dei 15 anni, e la maggior parte di queste persone abita nei Paesi del sud del Mondo. Il consumo di tabacco in Italia è risultato più elevato nelle regioni nord-occidentali (27%) e, in genere, gli uomini fumano più delle donne (34% contro il 17%). Per entrambi i sessi questa abitudine aumenta nell'età adulta, con un massimo nella classe di età compresa tra i 35 e i 44 anni. Per gli uomini il consumo di tabacco è maggiore tra coloro che hanno un titolo di studio più basso; nelle donne invece questa tendenza è opposta.
L'uso quotidiano di sigarette è generalmente alto: il 45% dei fumatori si accende fino a 10 sigarette al giorno; il 45,6% da 11 a 20 e il 9% ne fuma più di 20; il 14% inoltre accende una sigaretta entro 5 minuti dalla sveglia mattutina e oltre la metà dei fumatori entro la prima mezz'ora. La maggior parte dei fumatori (88%) ha iniziato entro i 18 anni. Tra le cause più diffuse che concorrono a far accendere la prima sigaretta: genitori, fratelli e fidanzati fumatori, risultati scolastici scarsi e pressione degli amici. La maggior parte dei ragazzi iniziano a fumare per essere uguali al gruppo dei coetanei o per essere considerati adulti.
Circa il 30% delle morti per malattia cardiovascolare è dovuto al fumo di sigarette. L'esistenza di una relazione diretta tra numero di sigarette giornaliere e cardiopatia ischemica è stata dimostrata per entrambi i sessi, per giovani e anziani e anche indifferentemente dall’origine etnica. Il fumo di sigaretta aumenta il rischio di cardiopatia ischemica di 2-3 volte ed interagisce con gli altri fattori di rischio, moltiplicandone gli effetti. Non è stato dimostrato che la presenza di filtri o l'uso di sigarette "leggere" o "sottili" riduca il rischio.
Anche il fumo passivo, se in maniera continuativa, aumenta il rischio di cardiopatia ischemica, se pure in misura minore. Il fumo di pipa o di sigaro, se non aspirato, si associa a un livello di rischio più basso ma a un'elevata incidenza di recidive nei confronti del fumo di sigaretta. Quest'ultimo rimane quindi decisamente una delle principali cause di mortalità, in gran parte cardiovascolare.
Gli studi fisiopatologici hanno messo in evidenza una serie di meccanismi attraverso i quali il fumo di sigaretta può favorire l'insorgenza di cardiopatia ischemica. I fumatori presentano elevate concentrazioni plasmatiche di prodotti del metabolismo ossidativo, tra cui le lipoproteine a bassa densità (LDL) ossidate. Il fumo di sigaretta determina anche riduzione delle concentrazioni di lipoproteine ad alta densità (HDL) che svolgono un'azione cardioprotettiva. Tali effetti, unitamente a quelli diretti del monossido di carbonio e della nicotina, determinano lesioni endoteliali. Probabilmente sempre attraverso tali meccanismi, i fumatori presentano anche aumentata reattività vascolare. Il fumo di sigaretta si associa anche ad elevati livelli di fibrinogeno e a un'aumentata adesività piastrinica."Il dottore al quale ne parlai mi disse d'iniziare il mio lavoro con un'analisi storica della mia propensione al fumo: - Scriva! Scriva! Vedrà come arriverà a vedersi intero -. Credo che del fumo posso scrivere qui al mio tavolo senz'andar a sognare su quella poltrona. Non so come cominciare e invoco l'assistenza delle sigarette tutte tanto somiglianti a quella che ho in mano."
Con queste parole il protagonista del romanzo "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo si appresta a seguire il consiglio del medico: smettere di fumare. Lo fa a modo suo, dal momento che inizia a scrivere accendendosi una sigaretta e per tutta la durata del suo proposito colleziona una serie innumerevole di impegni scritti ovunque, corredati dalla data e dalla dicitura diventata celebre: "U.S.: ultima sigaretta". Come il noto fumatore descritto da Italo Svevo, anche la maggior parte dei tabagisti vorrebbe smettere, con enorme fatica però. Perfino coloro che hanno avuto gravi problemi di salute correlati al fumo, come l'asportazione chirurgica della laringe o l'infarto cercano di ricominciare!
Bibliografia
- Anatomia umana di Esposito Vincenzo, Papa Michele, Passiatore Cosimo - Piccin-Nuova Libraria - 2009