La risonanza e l’organismo
Il mondo è cambiato e questo è sotto i nostri occhi, ed è aumentata la sofferenza della gente, una sofferenza che non è più solo fisica, legata al dolore, è una sofferenza legata alla vita. La gente soffre perché ha un male interno che non sa spiegare e la medicina che ha fatto passi giganteschi sul piano tecnologico, di fronte a questa umanità sofferente non ha saputo dare risposte convincenti.Per cercare di darla questa risposta, bisogna accettare che anche il mondo della salute è cambiato e dobbiamo accettare che molti dei fondamentali scientifici non erano veri, siamo vissuti in un inganno. Perché se è vero come è vero che la cellula come la vedeva Virchow era un errore, se è vero come è vero che la matrice extracellulare non è solo un sistema di sostegno ma un formidabile network neurobiologico ed elettromagnetico, se è vero come è vero che il nostro corpo non funziona solo su basi biologiche e chimiche ma ancor di più in base a un meccanismo elettromagnetico e quantistico complesso, allora dobbiamo approcciare il nuovo paradigma.
Queste leggi si basano sul fatto che il nostro corpo e la nostra mente sono parti di un sistema informativo coerente e solo se viene mantenuta questa coerenza, si può ottenere quell’equilibrio dinamico che noi chiamiamo vita nello stato di salute. Questo perché tutte le cellule del corpo umano, incluso ovviamente il DNA, entrano in risonanza e funzionano come microantenne in grado di ricevere ed emettere frequenze.
Cos'è il fenomeno della risonanza?
Alla base di questo meccanismo c’è il fenomeno della risonanza, facciamo un esempio: se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 400 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo comincia anch'esso a vibrare a 400 Hz, è un fenomeno nel quale un oggetto assorbe energia, la trasforma e l’emette di nuovo in altra forma, ma al meglio, pertanto quando la lunghezza d'onda di un'energia è uguale alle dimensioni di un oggetto che la assorbe e poi la ricede in altra forma, questo processo di trasformazione di energia viene chiamato risonanza, diapo la risonanza è, in termini più semplici, il processo di trasformazione di energia che accade quando si accorda l’energia agli oggetti.Spostiamoci ora nella matrice extracellulare dove il fenomeno della risonanza è parte integrante del sistema. Sappiamo che i microfilamenti di actina (mf) e i microtubuli (mt), di riconosciuta importanza biologica, hanno proprietà biofisiche peculiari; tra queste la capacità dei filamenti citoscheletrici di emettere onde elettromagnetiche di alta frequenza (106~1012 Hz) con meccanismi di vario tipo, nonché il comportarsi dei microtubuli da guide d’onda dielettriche e da veri e propri computers intercellulari per l’elaborazione di informazioni.
Ricapitolando abbiamo un sistema di risonanza che “risuona” in un sistema informativo coerente ma come si struttura l’informazione? L’informazione si struttura con un codice, un “linguaggio”, il cui effetto dipende:
- dalla corrispondenza tra segnale e ricevente (affinità, sensibilità, risonanza)
- dal grado di libertà del ricevente (numerose possibilità di scelta);
- dal contesto (altri segnali).
Questi tre aspetti coinvolgono fenomeni biologici (recettori di membrana, risposta immunitaria) così come psicocomportamentali (affinità e scambi affettivo-emozionali). Inoltre, il grado di libertà del ricevente implica l’assoluta individualità del sistema che prevede la possibilità di scelta in ragione anche del proprio grado di reattività. “Un ambiente avverso ha un moderato effetto in assenza di una suscettibilità genetica” (Rutter 2005). Marcando in questo modo l’importanza della individualità e della “scelta” del singolo essere umano, dal punto di vista più spiccatamente quantistico, questa informazione secondo alcuni sarebbe veicolata dai bosoni z°, luce pesante che il cervello può assorbire senza danno e che sarebbero i messaggeri dell’informazione quindi assorbire bosoni z° favorirebbe lo sviluppo della nostra capacità individuale (G. Conforto 2008).
Il corpo umano si adatta all'ambiente?
Sono in sintonia con il prof. Biava quando parla di “informazione significante” come capacità del corpo umano di adattarsi all’ambiente grazie alle informazioni che possiede e che scambia continuamente con l’ambiente stesso. L’essere vivente va pertanto inteso come un sistema definito dalla sua struttura e dall’informazione che contiene e che viene a sua volta scambiata con l’ambiente esterno e rielaborata continuamente e si badi bene che sono esseri viventi anche i pianeti e le stelle, infatti è dimostrato che anch’essi sono sottoposti alle stesse leggi, perché l’universo non è un meccanismo ma un organismo come il corpo umano non è un meccanismo ma un organismo e la medicina del nostro tempo lo ha spesso dimenticato.Le stelle e i pianeti rielaborano continuamente la loro informazione con l’ambiente cosmico, così come viene rielaborato nel nostro corpo, per esempio, l’ippocampo (area limbica del cervello per la memoria e lo stoccaggio delle informazioni), quindi il vecchio paradigma è caduto, nulla è fissato alla nascita per sempre. Recenti scoperte dimostrano che una buona cura materna attiva l’ippocampo e che sostituti materni capaci di dare cure adeguate rendono reversibili le alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisario (Maccari 1995) e ancora studi di “postnatal cross fostering” rilevano che la cavia che nasce da una madre non accudente, messa in contatto con un sostituto materno accudente, sarà a sua volta una madre accudente; quindi, questa capacità non è a trasmissione genetica ma ambientale.
Si conferma così la teoria di Sapkowski: “l’esperienza precoce può avere conseguenze per tutta la vita sia molecolare che comportamentale, ma non è necessariamente un destino”, questo perché il corpo muta e si trasforma per tutta la vita, noi stessi lo possiamo mutare e trasformare, anche in termini genetici, poiché sappiamo che l’ambiente influisce sui geni, anche se non sulla loro sequenza ma sulla loro capacità di risposta e adattamento all’ambiente.
Quello che mi interessa evidenziare è il fatto che il cervello e tutto il resto del corpo sono in grado di incorporare le esperienze dentro la propria struttura lungo il corso di tutta la vita e ciò è sorprendente se pensiamo ai vecchi paradigmi di immodificabilità del cervello e del sistema genetico nella sua totalità. Possiamo a questo punto ipotizzare l’esistenza di una matrice extracorporea del tutto simile alla matrice extracellulare dove al posto di actine, proteoglicani, integrine, collagene, ci sono sguardi, suoni, contatti fisici, veicolati da frequenze elettromagnetiche, alla stregua di quelle della matrice interna. Il network esterno, come quello interno, metterebbe in comunicazione tutti gli esseri così come quello interno fa con le cellule.
L’informazione che viene scambiata tra cellule attraverso la matrice seguirebbe le stesse regole nel caso della rete esterna, basandosi anch’essa sul fenomeno della risonanza. Diapo così prende forma l’idea del corpo quantico per come lo intendo io: un flusso di energia informata e coerente che interscambia con flussi di energie informate, seguendo le leggi della risonanza e riempiendo di luce l’ambiente, dove per luce si intende probabilmente la forza elettrodebole che rappresenterebbe il 95% della realtà, preclusa ai nostri occhi che si sono adattati alla sola visione del campo elettromagnetico. Più la risonanza è ampia più i fenomeni luminosi sono estesi ed è a quel punto che può avvenire quella che chiamiamo “l’evoluzione filogenetica”. Invece le terapie come l’omeopatia, l’agopuntura, la terapia con campi elettromagnetici, la psicoterapia, possono fornire una nuova nicchia “ontogenetica” in cui l’informazione terapeutica ambientale va a produrre una re-significazione di abitudini e/o eventi psicobiologici. Infatti, il messaggio informazionale è alla base delle frequenze emesse dal farmaco omeopatico o delle frequenze attivate dall’ago dell’agopuntura, la parola emessa nel setting psicoterapeutico svolge anch’essa la funzione informativa così come i campi elettromagnetici pulsati nelle terapie di questo settore. Significativo il lavoro di Tedeschi e Del Giudice svolto alla seconda università di Napoli sull’acqua supercoerente, priva di principi attivi, in grado da sola di migliorare i parametri clinici nella psoriasi cronica, sulla base del concetto di informazione coerente nei confronti dell’acqua dell’organismo.
Un nuovo pensiero sta sorgendo anche nel campo terapeutico, dove le terapie vengono intese come mezzi informazionali ambientali che entrano in risonanza con le informazioni proprie del sistema e regolano le gerarchie di coerenza biologica, che vuol dire: stato di salute e di benessere, che è il fine della medicina e in fondo uno degli scopi dell’essere umano: stare bene. In questo nuovo pensiero ben si collocano l’omeopatia e la psicoterapia bioenergetica.
Cos’è l’omeopatia?
Il criterio su cui si basa è “il simile cura il simile”, vale a dire che se durante la sperimentazione su individui sani con una sostanza diluita e dinamizzata alla maniera omeopatica compaiono sintomi o disturbi specifici, ad un malato che presenti quegli stessi sintomi e disturbi verrà somministrata proprio quella sostanza a dosi omeopatiche. Si calcola che in Europa siano circa 150.000 i medici omeopatici e circa 50 milioni i pazienti che si rivolgono ad essi.È una medicina dolce perché non provoca nessuna intossicazione e cura stimolando l’organismo a difendersi, non sostituendosi ad esso né usando meccanismi soppressivi. Tuttavia, bisogna ricordare che il farmaco omeopatico è comunque un medicinale e può essere prescritto solo dal medico, poiché può produrre reazioni di vario tipo nell’organismo, con conseguenze anche dannose. I farmaci omeopatici si trovano solo in farmacia e si presentano in tubetti contenenti granuli, che non si devono toccare con le mani e si sciolgono in bocca, oppure in soluzioni idroalcoliche, da somministrare in gocce.
L’omeopatia può essere prescritta in tutte le malattie di pertinenza della medicina internistica ed anche ai neonati: anzi, la sua efficacia nei bambini è anche superiore a quella che si riscontra negli adulti. Spesso si sente dire che la cura omeopatica è lenta, ma non è così. Il concetto di omeopatia si basa sulla rimozione della causa della malattia e non sulla soppressione del sintomo. Per esempio, se una persona soffre di mal di testa perché ha una disfunzione della colecisti, ci sono due vie: prendere degli antidolorifici e il mal di testa sparirà in circa mezz’ora, ma poi ritornerà e ritornerà. Oppure si può iniziare una cura della colecisti che non farà scomparire il mal di testa subito, ma, quando si sarà ristabilito un normale funzionamento delle vie biliari, non tornerà più.
Bisogna ricordare che c’è una grande differenza tra eliminare un sintomo e curare. La vera cura porta sempre un cambiamento totale che coinvolge la sfera fisica ed emozionale. La cura omeopatica può contribuire a questo passaggio di stato. Curarsi omeopaticamente presuppone la scelta di attuare un cambio esistenziale, di dare una svolta alla propria vita per eliminare le cause che hanno prodotto la malattia o il disturbo. La terapia omeopatica cura sempre il malato e non la malattia, si interessa a “chi” oltre a “che cosa”.
Il medico omeopatico vuole conoscere la storia del paziente, i suoi successi e le sue sconfitte, gli amori avuti e quelli mancati, le sfide a cui è stato sottoposto e i dolori che lo hanno provato. Poi si informa sulla storia clinica, sulle malattie del passato e su quelle dei genitori, indaga come qualunque medico sugli aspetti fisiologici e patologici, ma alla fine avrà il quadro non di un organo malato ma di un individuo che esprime, attraverso la sua malattia, un disagio profondo e, attraverso i suoi disturbi, lancia un messaggio per essere ascoltato. Il medico omeopatico ha il compito di tradurre questo messaggio, per rendere consapevole il paziente di qualcosa di sé che non conosce. Per questo motivo da quindici anni faccio ricerca sull’integrazione tra l’omeopatia e la psicoterapia bioenergetica. Questo connubio mi ha permesso di potenziare molto la capacità di conoscenza del malato e l’efficacia dell’azione terapeutica.
L’analisi bioenergetica è una psicoterapia a mediazione corporea. Fu fondata in America negli anni Cinquanta da Alexander Lowen, allievo di Wilhelm Reich. Si basa sulla tesi dell’identità tra l’atteggiamento fisico di una persona e la sua struttura psichica. Sottolinea come l’organismo umano funzioni come un tutto ed i versanti psichico e somatico siano solo funzioni apparentemente indipendenti ma di fatto strettamente correlate della funzione energetica globale. Le tensioni muscolari croniche rappresentano la controparte fisica di conflitti psichici, e, loro tramite, i conflitti si strutturano nel corpo sotto forma di restrizione del respiro e limitazione della motilità.
Si tratta di tensioni che si sviluppano lentamente, attraverso esperienze traumatiche ripetute della prima infanzia, e si cronicizzato diventando parte inconsapevole della struttura corporea e del modo di essere di ognuno. Si perde pertanto la consapevolezza del loro significato, del perché si siano sviluppate e del come potersene liberare. "Per un paziente è altrettanto importante conoscere l’origine dei suoi conflitti quanto lo è acquistare consapevolezza di sé attraverso l’attività corporea. I due approcci devono essere sintonizzati tra loro perché la terapia sia efficace. Tutte le modalità psicoanalitiche e psicoterapeutiche vengono utilizzate nella terapia bioenergetica per favorire la comprensione e l’espressione di sé stessi. Questo include l’interpretazione dei sogni e l’elaborazione della situazione di transfert" (Lowen).
Quali sono gli obiettivi della terapia Bioenergetica?
Gli obbiettivi finali della terapia Bioenergetica sono:- consapevolezza di sé;
- padronanza di sé;
- affermazione di sé.
Il raggiungimento di questi obiettivi porta al senso profondo di benessere che deriva dalla integrazione psico-corporea con il nostro sé reale, vale a dire con il nucleo originario con il quale siamo venuti al mondo.
Più una persona è emozionalmente disturbata più è lontana dal contatto con il proprio sé, non è radicata nella propria realtà interna ed esterna, non ha "i piedi per terra", e, nella misura in cui non è radicata, ha una vita irreale, può crearsi illusioni sul proprio conto, può proiettare i propri problemi sugli altri. Spesso questi aspetti sono molto difficili da scoprire: un individuo "grounded" non cerca di gonfiare il proprio io, non lotta per il potere, ma mantiene il legame con la realtà basilare della sua vita, sa chi è e dove è, sa dove vuole andare. La sofferenza più grande che vedo nei miei pazienti è quella di non sapere chi sono veramente e dove veramente vogliono indirizzare la loro vita. Questo disagio, protratto nel tempo, produce prima disturbi, poi disfunzioni, infine malattie.
Linguaggio del corpo e omeopatia
Dobbiamo partire dall’idea che noi non abbiamo un corpo: noi siamo il nostro corpo. Solo in questo modo possiamo capire cosa significhi leggere un corpo e, con esso, la storia personale di ogni paziente, Alexander Lowen ha parlato di numerosi tipi caratteriali: tra questi, lo schizoide, l’orale, lo psicopatico e il masochista. Il carattere schizoide si caratterizza con la carenza del diritto di esistere, l’orale nel potersi sentire sicuro di poter avere bisogno, lo psicopatico e il masochista di avere autonomia e indipendenza. Il carattere schizoide, dal punto di vista corporeo, presenta un corpo non integrato: i segmenti corporei sembrano slegati tra loro e non si ha coscienza piena del proprio corpo. Il nucleo vitale è congelato e l’energia non è portata in periferia. A livello diaframmatico esiste un blocco che porta ad una respirazione solo toracica e fa sentire l’individuo diviso in due parti: una superiore ed una inferiore. Gli occhi sono inespressivi e privi di gioia. La muscolatura è contratta per tenere insieme la personalità.In omeopatia esistono farmaci particolarmente indicati per l’area del carattere schizoide: tra questi, Baptisia Tinctoria il cui sintomo di confusione mentale, come se avesse pezzi sparsi dappertutto, ben rappresenta la dimensione schizoide. Anche Hyosciamus e Cocainum rientrano nell’azione su questo tipo di carattere. Il carattere orale ha incapacità a nutrirsi emozionalmente e a protendersi verso il mondo. La frase “io ti amo” va letta “voglio che tu mi ami”. La carica energetica è ridotta, il contatto con l’ambiente debole. Tra i farmaci omeopatici del carattere orale spiccano Silicea (passività e sensibilità al freddo), Lycopodium (mancanza di fiducia in sé stesso, paura della solitudine, impotenza e frigidità), Natrum muriaticum (astenia dopo i rapporti sessuali, depressione, malinconia).
Il carattere masochista ha avuto un genitore invasivo dal quale è conseguita una contrazione permanente dell’ano e di tutta la muscolatura. Mentre il carattere orale è dominato da un inconscio “non posso”, il carattere masochista è dominato da un inconscio “non voglio”: di qui un comportamento di ostinazione passiva.
Sul piano corporeo esprime una contrazione di energia ed una incapacità ad esplodere: tende verso l’implosione. Dal punto di vista omeopatico gli si adatta Nux Vomica (maniacalità, stitichezza, pignoleria, mialgie). Il carattere psicopatico ha avuto un genitore seduttivo e, per la paura di essere dominato, sviluppa un eccessivo bisogno di controllo, negando i sentimenti: è il carattere più propenso a ingannare per ottenere i propri scopi. S
ul piano corporeo l’energia è portata verso l’alto e quindi sono sviluppate le spalle a scapito delle gambe, gli occhi sono molto guardinghi e diffidenti. Omeopaticamente, Platina è un farmaco la cui sperimentazione produce sintomi molto vicini a questo carattere, e in base alla legge dell’omeopatia, proprio per questo può curarli (il simile cura il simile), anche Palladium ha caratteristiche simili, per la sua arroganza ed egocentrismo.
La conoscenza del linguaggio del corpo è un aiuto fondamentale per ogni medico, al fine di vedere ciò che il paziente, talvolta, nasconde anche a sé stesso. Unendo le conoscenze dell’omeopatia e del linguaggio del corpo secondo la Bioenergetica, si hanno armi potenti per aiutare il malato a sanare le sue sofferenze, sia fisiche che emotive, per avvicinarsi il più possibile al proprio sé.
Sul frontone di una scuola ateniese, 2500 anni fa era scritto: “diventa ciò che sei”. Quando il medico aiuta il malato a realizzare questo obbiettivo, ha compiuto la vera opera di guarigione. Abbiamo quindi bisogno di un nuovo paradigma. In questo mondo arrogante e presuntuoso, dove la medicina è diventata a volte arrogante e presuntuosa, perché ha dimenticato che c’è sempre un “chi” oltre a un “che cosa”, la concezione del corpo quantico sembra farci avvicinare alla visione di uno stato di salute basato sull’interazione tra esseri umani, così come sull’interazione tra quelli che in passato sono stati definiti corpo e mente.
Se noi riusciamo a integrare le nostre parti tra di loro e noi stessi con l’ambiente, riconoscendo che siamo parti di un tutto, sia dentro di noi che fuori di noi, possiamo vivere in salute e il mondo sarà migliore. Se riusciamo a vivere in risonanza con il mondo, potremo anche vivere più pienamente l’esperienza dell’amore che è sempre la chiave di percezione piena della vita e dà benessere.
Se si è capaci di amare, nel senso più ampio, si è in salute, a questo proposito trovo illuminante una canzone di Giorgio Gaber con le ultime righe della quale concludo il mio intervento: non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente.