Cos’è la ginecomastia?

Viene definita ginecomastia una crescita abnorme ed anomala della ghiandola mammaria, asimmetrica e spesso dolente alla palpazione. Può essere, infatti, normale durante lo sviluppo puberale (ragazzi tra i dodici ed i diciassette anni) una crescita della ghiandola mammaria anche nell’uomo, ma in genere questa si riduce di volume, infatti circa il 90% dei ragazzi a tre anni di distanza dalla comparsa della ginecomastia puberale ha una regressione della stessa.

Quando la naturale regressione della ghiandola mammaria non si verifica (6-7 % dei ragazzi), permane un aumento di volume della stessa che non comporta particolari disagi di tipo fisico, ma problematiche di tipo psicologico fonti di imbarazzo ed insicurezza nei rapporti sociali.

Illustrazione 1 - Urologia

Quali sono le cause?

Nell’uomo in giovane età, la ginecomastia può essere correlata allo sviluppo di particolari sottotipi di tumori testicolari come:

  • i tumori a cellule del Sertoli;
  • il corioncarcinoma testicolare;
  • i tumori a cellule di Leydig.

È presente in una percentuale che varia dal 30 al 50 % dei casi ed è legata ad interazioni ormonali tra estradiolo, testosterone, hCG e prolattina. Nel soggetto giovane tale segno può essere indicativo anche della Sindrome di Klinefelter.

Inoltre, la ginecomastia è spesso un segno della cosiddetta andropausa e, cioè, quella sindrome causata dall’eccessivo calo del testosterone nell’anziano.

Può verificarsi anche negli individui anziani affetti da tumore della prostata ed in terapia con farmaci antiandrogeni o terapie ormonali a base di estrogeni.


Come si classifica?

La ginecomastia può essere:

  • ghiandolare, conseguenza dell’ipertrofia della ghiandola mammaria;
  • grassa, adipomastia, ovvero pseudo-ginecomastia (“falsa” ginecomastia), nella quale l’aumento del tessuto adiposo è in correlazione con l’obesità;
  • mista, dove la componente ghiandolare è associata alla presenza di tessuto adiposo eccedente.


Come si diagnostica?

L’ecografia mammaria permette di far rilevare la crescita ghiandolare e fa fare la diagnosi differenziale con l’adipomastia (aumento cioè del solo grasso), massa più molle e non dolente alla palpazione. Il paziente può essere inoltre dettagliatamente valutato con relative misurazioni della mammella, con lo scopo di quantificare le percentuali di ghiandole e/o grasso eccedenti e la loro localizzazione.


Come si risolve la ginecomastia?

La terapia medica molto spesso riguarda l’utilizzo di farmaci a base di testosterone in genere sotto formulazione di gel, applicato sui muscoli delle spalle o sui glutei con assorbimento rapido in circolo.

Quando operarsi?

Il fine dell’intervento è quello di conferire al torace dell’uomo un aspetto più armonico, naturale e meno femminile. A seconda del tipo di ginecomastia, è indicata una particolare tecnica chirurgica: in tutti i casi, la lipoaspirazione del tessuto adiposo serve per rimodellare ed aspirare la copertura cutanea pettorale.

L’intervento viene effettuato in anestesia loco-regionale. Nel caso di ginecomastia mista può essere necessario asportare parte del tessuto ghiandolare, praticando un’incisione di circa 1,5-2 cm, in regione sottoareolare (cioè al di sotto del capezzolo).

L’intervento dura in media circa 1 ora, sono necessari uno o due giorni di degenza, e in molti casi la dimissione del paziente può già avvenire nella prima giornata successiva all'intervento. E’ necessario indossare una fasciatura elastica per 2-3 settimane dopo l’intervento chirurgico. Il risultato estetico è in genere molto soddisfacente e duraturo negli anni.

 

Bibliografia

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  • Rossi, Laura, Pietro Locantore, and Alfredo Pontecorvi. "Valutazione endocrinologica del paziente con ginecomastia." L'Endocrinologo 22.Suppl 1 (2021): 16-17.