L’alimentazione si inserisce nella prevenzione e gestione delle patologie muscolo scheletriche con il triplice obiettivo di prevenire, contrastare la patogenesi e contemporaneamente potenziare l’azione della terapia medica in atto.
Il movimento, fondamentale per la nostra salute, è reso possibile dall’attività coordinata del sistema nervoso centrale e dall’apparato locomotore (composto da ossa, articolazioni, tendini e muscoli), ma spesso l’insorgenza di patologie muscolo-scheletriche limitano anche i movimenti più semplici.
La maggior parte delle malattie ossee sono sicuramente peggiorate dal sovrappeso che accelera i processi degenerativi cronici non soltanto per il sovraccarico ponderale, ma anche per il quadro metabolico associato. Spesso poi il dolore articolare induce ad una vita sedentaria che innesca un perverso circolo vizioso in cui l’obesità può essere causa del danno articolare e al tempo stesso conseguenza.
Fra le più comuni patologie ossee abbiamo:
- l’artrosi, frequente artropatia cronica degenerativa, caratterizzata da alterazioni regressive della cartilagine fibro-articolare con secondarie modifiche della componente ossea, sinoviale e capsulare dell’articolazione;
- l'artrite, patologia infiammatoria, acuta o cronica (superiore a 3 mesi), a carico delle articolazioni,
- l’osteoporosi e la fibromialgia classificata tra i reumatismi extrarticolari, è caratterizzata da sofferenza muscolo-scheletrica diffusa, associata a disturbi del sonno non REM e “tender point” (punti grilletto di dolorabilità).
Cosa possiamo fare, quindi, per prevenire l’insorgenza e ridurre gli effetti delle patologie muscolo-scheletriche? L’alimentazione è uno dei fattori modificabili che può influenzare in modo positivo l’evoluzione di queste patologie che riducono significativamente la qualità della vita.
Punto di partenza è un regime alimentare modico nelle quantità, con pochi cibi ricchi di grassi saturi (come i salumi, insaccati, formaggi grassi e stagionati, cioccolato e dolciumi). L’infiammazione persistente, è ormai dimostrato, risente positivamente di regimi alimentari poveri di grassi saturi di origine animale e ricchi di grassi polinsaturi di origine vegetale, è quindi importante incrementare l’apporto di sostanze antinfiammatorie e protettive per le ossa, privilegiando l’assunzione di grassi monoinsaturi (di cui è ricco l’olio di oliva) e dei polinsaturi della famiglia omega 3 (favoriscono la sintesi di molecole con proprietà antinfiammatorie) aumentando il consumo di legumi, cereali integrali in chicco come riso, orzo, avena, miglio, grano saraceno e mais allo stato naturale, soia, frutta e verdura di stagione e pesce azzurro almeno 3 volte a settimana.
Molto importante è inoltre tenere sotto controllo l’eccesso di carboidrati causa di squilibrio insulinico, poiché l’insulina in eccesso predispone a uno stato infiammatorio, l’esatto opposto di cui abbiamo bisogno nel momento del dolore. Bisogna, quindi, nella dieta rinunciare a un po’ di zuccheri semplici a vantaggio di sostanze ad azione antinfiammatoria tra cui i polifenoli, ricavati dal tè verde, la capsaicina del peperoncino, la curcuma del curry e il resveratrolo (uva, mirtillo, arachidi), vitamine antiossidanti A (prezzemolo, carote, peperoncino rosso, basilico, zucca, radicchio verde), C (ribes nero, ortica, prezzemolo, peperoni, arance, cetriolo), E (verdura a fogli e verdi, nocciole, mandorle, germe di grano, olio extravergine d’oliva, pinoli, salvia e rosmarino), coenzima Q10 (cereali, soia, sardine ), acido acetilsalicilico naturale (fragole, lamponi, ribes rosso) e acido lipoico (salmone, patate, broccoli, spinaci ) che neutralizzano i radicali liberi e inibiscono la via del dolore.
Anche i crampi muscolari sono spesso associati ad uno squilibrio dei minerali quali potassio, sodio, calcio e magnesio, spesso favorito dalla nostra dieta occidentale ricca di grassi animali, proteine e cibi raffinati.
Fondamentale è mantenere nell'organismo un adeguato livello di vitamina D e calcio per la prevenzione dell'osteoporosi.
La vitamina D è essenziale per l'uso ottimale del calcio nell'organismo in quanto ne favorisce l'assorbimento nell'intestino e la sua deposizione nelle ossa. La vitamina D3 deriva prevalentemente da alimenti di origine animale, mentre la vitamina D2 è presente in quantità importanti nei funghi (shitake), salmone, sgombro, tuorlo d'uovo e nei lieviti.
L’introito di calcio giornaliero raccomandato è di 1200 mg nell’adolescenza, 1000 fra i 25-50 aa, 1200-1500 dopo la menopausa. In realtà le donne italiane non assumono in media più di 700 mg di calcio al giorno, ma aumentare solo il consumo di latte e formaggi, senza una valutazione globale del metabolismo, può essere controproducente perché questi alimenti sono ricchi di proteine animali che spostano il ph del sangue verso l’acidità. Se questa acidità supera una certa soglia l’organismo la tampona anche tramite i sali di calcio che non vengono più depositati nelle ossa, favorendo quindi per effetto paradosso l’osteoporosi stessa. Vanno quindi privilegiati alimenti che contengono calcio ma poveri di proteine animali e sodio. Alimenti ricchi di calcio sono le mandorle, le lische dei piccoli pesciolini, cavoli, broccoli, rucola, legumi, soia, sesamo e cereali integrali. Bevande consigliate tè verde e per quanto riguarda l’acqua, è consigliata quella ricca di calcio e non quella oligominerale.