Si stima che nel 2020 ci siano stati  in Italia circa 55.000 nuovi casi di carcinomi della mammella femminile, quindi il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne e la fascia di età più a rischio è quella tra i 50 e 69 anni. L'incidenza del tumore della mammella appare in leggero aumento, ma a fronte di questo, la sopravvivenza è in aumento (87% a cinque anni) grazie alla diagnosi precoce e alle terapie sempre più innovative ed efficaci.

Uno dei fattori più importanti per la diagnosi precoce è lo Screening Mammografico. In Italia i programmi di screening mammografico prevedono l'esecuzione di una mammografia ogni due anni nelle donne nella fascia di età tra i 50 e 69 anni. Si sta proponendo di aumentare la popolazione da sottoporre allo screening cioè tra la fascia di età 45 e 49 anni fino all' età di 74 anni.

Una positività alla mammografia non significa una diagnosi certa di cancro della mammella. Per questo motivo, in caso di sospetto al primo esame, seguono ulteriori esami che consistono in una seconda mammografia, una ecografia mammaria e visita clinica. A seguire, può essere eseguita una biopsia ecoguidata in caso di un nodulo o, in caso di microcalcificazioni, si esegue una biopsia sotto guida mammografica o Mammotome. Nel caso in cui si arrivi ad una diagnosi certa di cancro della mammella si dà il via al programma terapeutico.

Lo screening mammografico è quindi una attività di prevenzione secondaria periodica per donne asintomatiche al fine di effettuare una diagnosi di carcinoma mammario in stadio precoce, e quindi, offrire trattamenti meno aggressivi e più efficaci, con l'obiettivo di ridurre la mortalità da carcinoma mammario.

Uno studio pubblicato nel 2012 sul Journal of Medical Screening che ha valutato le ricerche sui programmi di screening per il cancro del seno in Europa, ha dimostrato che la mortalità si riduce del 25% per le donne che si sottopongono allo screening.

E' stato valutato che per ogni 1000 donne di età tra i 59 e 69 anni, sottoposte regolarmente ai programmi di screening e seguite fino ai 79 anni di di età, lo screening permetteva di salvare tra 7 e 9 vite.

Sulla base di quanto sopra esposto è assolutamente necessario aderire ai programmi di screening regionali, sapendo che questo  può aumentare la vita delle donne.