Il tumore al seno è ereditario?

Fin dall'inizio del secolo il cancro al seno è stato collegato alla predisposizione familiare. I dati più recenti indicano che esiste un rischio aumentato nelle persone con parenti di primo grado affetti da:

  • carcinoma della mammella;
  • tumore dell'ovaio;
  • tumore dell'endometrio;
  • cancro alla prostata

Il rischio aumentato, però, non sempre vuole dire ereditarietà. Quest’ultima, invece,  è strettamente connessa alla trasmissione di specifici geni mutati.

Illustrazione 1 - Senologia


Avere una parente con tumore al seno aumenta il rischio?

È una domanda che mi sento rivolgere spesso nella mia attività professionale quotidiana. Avere avuto una madre, una sorella o una zia con tumore al seno non è sufficiente per sentirsi condannate a sviluppare la stessa patologia.

La stragrande maggioranza dei tumori, l’85-90% sono sporadici, cioè si manifestano in donne senza una significativa storia familiare per questa patologia. Se consideriamo che il tumore della mammella é la neoplasia piú frequente nella popolazione femminile occidentale (in Italia nel 2013 si sono registrati 48000 nuovi casi) non è raro che anche molte donne che non si ammaleranno mai di tumore al seno possono avere dei familiari con questa patologia. Soprattutto se sono stati diagnosticati dopo i 60 anni.


Quando si può parlare di familiarità?

Sebbene la gran parte dei tumori della mammella siano sporadici, esiste un 15-20% di casi definiti familiari in cui c'è una frequenza superiore di circa il doppio rispetto a quella della popolazione generale. Si parla di familiarità quando c'è un raggruppamento di più casi di tumore al seno in un nucleo familiare senza un'evidente trasmissione della malattia da una generazione alla successiva.

Questo può essere dovuto a molti fattori fra cui una predisposizione genetica su cui vanno ad interagire altre cause esterne, a volte condivise dai familiari, come fattori ambientali, stili di vita (dieta, fumo, ecc..). In questo gruppo l'insorgenza dei tumori si ha spesso dopo i 50 anni.

 

Cosa si intende per ereditarietà del tumore al seno?

Nell' ambito dei casi di familiarità solo il 5-7% è rappresentato da tumori ereditari riconducibili a mutazioni del gene. BRCA1 e BRCA2 (da BReast CAncer) sono due geni, situati rispettivamente sul cromosoma 17 e 13, identificati nei primi anni 90 e responsabili di due terzi dei tumori ereditari della mammella, la restante parte dei casi sarebbe imputabile alla presenza di mutazioni in geni non ancora identificati.

I BRCA appartengono alla famiglia dei geni oncosoppressori, letteralmente (geni soppressori del cancro), sono geni che controllano l’integrità del DNA riparandolo in caso di alterazione o programmando la morte cellulare (apoptosi) quando non è possibile ripararlo, impedendo così la proliferazione incontrollata delle cellula neoplastica (tumore). Con la mutazione del gene si ha la perdita di questa importante funzione.
Un portatore di una mutazione a livello di questi geni, sia esso maschio o femmina, ha un rischio di trasmettere tale mutazione al 50% della prole.

 

Che controlli fare quando c'è un familiare con tumore al seno?

Una corretta informazione è fondamentale in ogni programma di prevenzione, a prescindere dalla presenza o meno di un familiare con tumore al seno. Giusto per evitare falsi allarmismi voglio ribadire che la presenza di un solo caso in famiglia dopo i 40 anni, oppure due casi dopo i 60 anni, comporta un rischio che è assimilabile alla popolazione generale.
In linea generale ogni donna asintomatica, a partire dai 40 anni dovrebbe eseguire annualmente una mammografia e dai 50 ai 69 anni, ogni 2 anni. In realtà la cadenza dovrebbe essere personalizzata in base alla densità del seno e ad altri fattori di rischio. 

In caso di familiarità con rischio aumentato

Due familiari di primo grado con diagnosi fatta tra 50 e 60 anni, oppure un familiare di primo grado o secondo grado con diagnosi fatta tra 50 e 60 anni più un familiare di primo o secondo grado con carcinoma ovarico a qualsiasi età, è consigliabile sottoporsi ogni 6 mesi, a partire dai 25 fino a 34 anni, ad una visita senologica più ecografia e, dai 35 associare, una mammografia ogni 12 mesi.

 

Quando sospettare una forma ereditaria?

La probabilità che sia presente una mutazione genetica aumenta se la storia familiare comprende:

  • tumori della mammella diagnosticati giovane età (< 40 anni);
  • raggruppamenti di tumori dell’ovaio e della mammella;
  • carcinoma della mammella maschile

Considerato che i tumori riconducibili ad una predisposizione geneticamente determinata rappresentano solo una minima parte, è importante rivolgersi ad un oncologo esperto del settore, che indirizzerà al genetista medico per una consulenza genetica solo quelle persone che possano effettivamente beneficiare di una approfondita valutazione del rischio genetico. Gli individui portatori di mutazioni di tali geni (BRCA1 e BRCA2) hanno un'elevata probabilità (70/80%) di sviluppare un carcinoma della mammella nell'arco della vita.
Il tumore del seno insorto nelle donne portatrici di mutazioni dei geni BRCA insorge frequentemente in età precoce e, spesso, è bilaterale. Inoltre, tali mutazioni conferiscono un aumentato rischio di carcinoma ovarico e nell' uomo, oltre che della mammella, anche del carcinoma prostatico.


Quali controlli nelle donne con test positivo?

Queste donne necessitano di un protocollo di sorveglianza intensivo. I controlli devono iniziare dieci anni prima dell’età di insorgenza del tumore al seno ad esordio più precoce nella famiglia. Mi spiego meglio, se la diagnosi al familiare più giovane che si è ammalato di tumore è stata fatta all’età di 35 anni, i controlli nei familiari positivi al test inizieranno a 25 anni.
 

Illustrazione 2 - Senologia

Dai 25 ai 35 anni

  • Visita clinica ed ecografia mammaria semestrale;
  • risonanza magnetica annuale;
  • dopo i 30 anni, mammografia a basse dosi (solo proiezioni oblique).

Fra i 35 ed i 50 anni

  • Visita clinica semestrale;
  • mammografia annuale a bassa dose;
  • ecografia annuale (semestrale se seni densi);
  • risonanza magnetica annuale.

Dopo i 50 anni

  • Visita clinica semestrale;
  • mammografia annuale standard;
  • ecografia annuale se seni densi;
  • risonanza magnetica annuale.
 

Bibliografia

  • AIOM, AIRTUM, i numeri del cancro in italia 2014, intermedia editore.
  • Bonadonna G. , Robustelli Della Cuna G., Valagussa P., Medicina Oncologica 2007.
  • Fusco-Moffa, Igino, et al. "Comportamenti preventivi per il tumore della mammella." Quinto Rapporto dell’Osservatorio Nazionale Screening: 112.
  • Laurentaci G., Laurentaci C., Basi genetiche dei tumori maligni 2005.
  • Paci, Eugenio, and Franco Pannelli. "Tumore della mammella femminile Female breast cancer."