Cos’è la mastodinia?
La mastodinia, termine medico per indicare il dolore al seno, rappresenta il sintomo mammario più frequente dalla pubertà alla menopausa. Lo sperimenta il 65-70% delle donne nel corso della loro vita ed è il motivo principale che spinge una donna a richiedere una visita senologica.
L’intensità con cui si presenta può variare da un leggero senso di tensione a forme severe che arrivano ad interferire con le normali attività quotidiane e con la vita di relazione stessa.
Forme di mastodinia
Si può classificare in tre diverse forme:
- mastodinia ciclica;
- mastodinia non ciclica;
- mastodinia extramammaria(falsa mastodinia).
Cos’è la mastodinia ciclica?
La mastodinia ciclica è la più comune, ha un’incidenza del 40-45%, è strettamente legata al ciclo mestruale ed alle modificazioni ormonali ad esso connesse. E’ più frequente nel terzo decennio.
E’ prevalentemente premestruale (2-7 giorni prima della mestruazione), a volte anche a metà ciclo in concomitanza con l’ovulazione.
Interessa una o entrambe le mammelle ed è localizzata per lo più ai quadranti supero-esterni, qui il tessuto ghiandolare è infatti più rappresentato, può irradiarsi all’ascella e alla superficie interna del braccio. Nella maggioranza dei casi viene riferita come un senso di tensione. Regredisce quasi sempre con l’arrivo del ciclo per scomparire definitivamente con la menopausa.
Quali sono le cause della mastodinia ciclica?
La mammella è organo bersaglio di diversi ormoni, ma l’assetto morfo-funzionale della ghiandola mammaria dipende principalmente dall’equilibrio tra estrogeni e progesterone. Senza addentrarci nella fisiopatologia endocrina della mammella, possiamo dire che gli estrogeni favoriscono la ritenzione idrica con edema e iperplasia del tessuto connettivo, il progesterone, invece, ne mitiga gli effetti contrastando la vasodilatazione e l’azione edemigena, un alterato rapporto fra questi due ormoni pare essere la causa della mastodinia correlata al ciclo mestruale.
Come si manifesta la mastodinia non ciclica?
La mastodinia non ciclica ha un’incidenza minore rispetto alla forma ciclica ( 30% ) e non ha alcun rapporto con il ciclo mestruale. Si manifesta ad un’età più avanzata rispetto alla ciclica, generalmente dopo i 40 anni.
Spesso è monolaterale, descritta in vari modi, a volte come una puntura di spillo (trafittivo) in un punto preciso, a volte diffusa e mal localizzabile o come senso di bruciore, può essere continua o presentare periodi di remissione, sede frequentemente interessata è la zona retroareolare.
Quali sono le cause della mastodinia non ciclica?
Per quanto riguarda la mastodinia non ciclica, c’è da dire che, nella maggior parte dei casi, resta un mistero anche se, a volte, possono esserne responsabili alcune condizioni benigne, (come, per esempio, l’ectasia duttale, ovvero la dilatazione dei dotti lattiferi), responsabile oltre che di dolore, soprattutto di prurito nella regione retroareolare o di secrezioni verdastre dal capezzolo.
Se ho un nodulo doloroso mi devo preoccupare?
Nel corso della mia attività professionale mi capita spesso di vedere donne allarmate che richiedono una visita senologica urgente, perchè si palpano improvvisamente un nodulo dolente che non c’era nei giorni precedenti, si tratta, il più delle volte, di formazioni cistiche in tensione che possono formarsi, a volte, in una sola notte. Purtroppo devo stigmatizzare l’uso, o meglio, l’abuso di farmaci antinfiammatori (FANS) per questo tipo di dolore che, oltre agli effetti collaterali che possono provocare, raramente è risolutivo. Quando non regredisce spontaneamente in pochi giorni, è sufficiente una semplice ecografia per confermare la diagnosi ed eseguire ambulatorialmente lo svuotamento della cisti (agoaspirato ecoguidato) con scomparsa immediata del dolore.
Vorrei ricordare, infine, la mastodinia che può essere associata, a volte, all’assunzione di alcuni farmaci di uso più comune, come i contraccettivi, alcuni diuretici e antidepressivi.In una buona percentuale di casi regredisce con l’arrivo della menopausa.
Cos’è la mastodinia extramammaria?
La mastodinia extramammaria non è una mastodinia vera e propria. Il dolore, infatti, prende origine da strutture anatomiche contigue alla mammella (coste, muscoli pettorali, cuore) che, quando colpite da qualche patologia dolorosa, possono dare l’impressione che il dolore origini dalla mammella. La situazione più tipica è la sindrome di Tietze, con dolore localizzato ai quadranti interni, dovuto ad una costocondrite (infiammazione delle giunzioni costocondrali). Patognomonico è l’esacerbarsi del dolore alla digitopressione e con gli atti respiratori.
Quali sono le cause?
L’innervazione della regione mammaria proviene da radici che partono dalle ultime vertebre cervicali e dalle prime vertebre dorsali, patologie che interessano questi distretti (ernie cervicali,artrosi, osteoporosi, gravi scoliosi) possono essere causa di sofferenza delle radici nervose con conseguente dolore nella regione mammaria. Altre cause di dolore nella regione mammaria possono essere:
- l’angina pectoris;
- l’herpes zoster;
- i traumi.
Quand’è il caso di rivolgersi al medico?
Anche se il dolore non è un segno d’allarme, anzi ,generalmente è assente, solo nel 2 - 4% dei casi si associa alla presenza di un tumore mammario, è sempre consigliabile fare una visita dal medico di famiglia per una prima valutazione.
Il fattore discriminante più importante è l’età, praticamente il dolore non è associato quasi mai a tumore in età fertile.
Un dolore che si presenta soprattutto in perimenopausa o in menopausa localizzato in un punto preciso, a fitte, persistente o che peggiora nel tempo, oppure associato a secrezione ( ematica siero-ematica o acquosa-limpida), merita un approfondimento diagnostico. Dopo i 35 anni è consigliabile una mammografia mentre, in età più giovane, l’ecografia può essere sufficiente a completare l’iter diagnostico.
Quando è necessaria una terapia?
Prima di parlare di terapia vorrei ribadire, ancora una volta, l’importanza della visita medica che è indispensabile per inquadrare il tipo di mastodinia. Bisogna effettuare un buon esame obiettivo ed un’accurata anamnesi sulle caratteristiche del dolore. E’ possibile, per esempio, individuare le cause di una mastodinia extramammaria ed indirizzare la paziente ad uno specialista competente.
Una volta escluso il tumore della mammella come causa del dolore, magari anche con esami diagnostici strumentali (ecografia, mammografia), si ottiene un successo terapeutico nella stragrande maggioranza dei casi (70-80%) senza ricorrere all’uso di farmaci.
Accortezze e consigli
Alcune accortezze dietetiche,come la riduzione di assunzione di caffeina e altri stimolanti (cioccolata, tè, coca-cola) e di grassi, possono contribuire ad alleviare la sintomatologia.
Anche la scelta adeguata di un reggiseno ha la sua importanza, soprattutto per le sportive. E’ infatti consigliabile scegliere un reggiseno che contenga bene il seno ed eviti quei movimenti eccessivi che provocando microtraumi e che, oltre ad essere responsabili di dolore, causano col tempo anche un abbassamento del seno.
Quando la sintomatologia persiste, il che rappresenta circa il 7% dei casi, è da prendere in considerazione l’ipotesi di un trattamento farmacologico, non prima, però, di aver seguito per un adeguato periodo l’andamento del dolore per poter caratterizzare meglio in rapporto al ciclo mestruale per le donne in età fertile.
Forme severe
Nelle forme meno severe l’utilizzo di alcune sostanze naturali (boswellia serrata, olio di enotera), per almeno 4 mesi, dà ottimi risultati soprattutto nelle forme cicliche. Non avendo effetti collaterali e non incidendo sull’assetto ormonale, esse rappresentano i farmaci ideali soprattutto per le giovani donne.
Nei rari casi di persistenza del dolore, si può ricorrere all’utilizzo di terapie ormonali. Attualmente il danazolo è il farmaco più efficace tra quelli a disposizione ed è quello con effetti collaterali più modesti, con buoni risultati nel 70% delle mastodinie cicliche e nel 30-35% delle forme non cicliche.
Altri farmaci, utilizzati raramente e dopo attenta valutazione a causa degli effetti collaterali di una certa importanza, sono il tamoxifene e la bromocriptina.
Bibliografia
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