Cosa sono i reumatismi?
Le malattie reumatiche (o reumatismi) interessano le articolazioni, che sono le strutture più vulnerabili dell’apparato locomotore, cioè quel complesso di organi che ci consente di muoverci nello spazio e che quindi riveste un ruolo cruciale nella vita di relazione.
I reumatismi costituiscono un vasto campo della patologia umana, la cui conoscenza si è notevolmente affinata in questi ultimi decenni determinando la nascita di una nuova branca specialistica della medicina: la reumatologia. La larga maggioranza delle malattie reumatiche condivide una o più delle seguenti caratteristiche:
- la malattia interessa in genere le articolazioni o le strutture anatomiche ad esse collegate: ossa, muscoli, tendini, legamenti;
- il sintomo più evidente della malattia è rappresentato dal dolore a carico di queste strutture;
- quasi sempre sono identificabili fenomeni connessi con un processo di natura infiammatoria più o meno rilevante;
- all’origine della malattia è frequentemente riconoscibile una perturbazione della reattività, che può essere in rapporto con le risposte immunitarie o con reazioni tissutali o più semplicemente con una ipersensibilità al dolore del soggetto “reumatico”;
- le malattie reumatiche autoimmuni, oltre ad interessare le articolazioni e le strutture adiacenti, possono colpire qualsiasi organo o tessuto (malattie reumatiche sistemiche o connettiviti)
Quali sono le malattie reumatiche?
Le malattie reumatiche sono numerose: si dice comunemente che esistono più di cento malattie reumatiche, naturalmente molto differenti per frequenza e gravità. Molte malattie reumatiche hanno rilevante importanza medico-sociale per la loro vasta diffusione e per il loro potenziale di disabilità, basti citare, tra tutte, l’artrite reumatoide, le gravi artrosi e l’osteoporosi. Il medico specialista che si occupa delle malattie reumatiche è il reumatologo.
Come si diagnostica una malattia reumatica?
Le malattie reumatiche forse più di altre richiedono una valutazione specialistica, soprattutto dal punto di vista diagnostico e terapeutico. Infatti, nonostante i grandi progressi, in reumatologia, esistono solo pochi esami di significato diagnostico certo (es. glicemia = diabete mellito) e la diagnosi è possibile solo mediante gli esami di laboratorio e strumentali insieme alla valutazione clinica dello specialista. Il reumatologo è il medico delle ossa e delle articolazioni, a differenza dell’ortopedico che rappresenta il chirurgo delle ossa e delle articolazioni. Nell’ambito delle malattie reumatiche si possono riconoscere diversi gruppi di affezioni, molto diversi tra di loro.
Cosa sono i reumatismi infiammatori?
I reumatismi infiammatori cronici costituiscono il nucleo centrale della reumatologia in quanto queste malattie, essendo frequenti e potenzialmente invalidanti, rappresentano la patologia che maggiormente impegna lo specialista reumatologo dal punto di vista clinico. I reumatismi infiammatori cronici inoltre costituiscono anche dal punto di vista scientifico una sfida tutt’ora aperta, in quanto non ne sono note le cause.
Nell’ambito dei reumatismi cronici primari sono distinguibili due raggruppamenti: il “raggruppamento reumatoide” e il “raggruppamento spondiloartritico”. Le forme reumatiche colpiscono elettivamente le articolazioni degli arti, le forme spondiloartritiche interessano, in genere, la colonna vertebrale.
Come riconoscerli?
Sebbene si tratti di malattie reumatiche con predominante interessamento articolare e periarticolare, non mancano in esse frequenti manifestazioni sia di carattere generale (febbre, anemia, calo ponderale, affaticabilità) sia a carico di altri organi o apparati (cute, mucose, occhi, vasi sanguigni, organi interni).
Quali sono le connettiviti sistemiche?
Con il termine di “connettiviti sistemiche” si intende un gruppo di malattie autoimmuni comprendenti il lupus eritematoso sistemico, la polimiosite/dermatomiosite, la sclerosi sistemica progressiva (sclerodermia) e la vasculiti. Le connettiviti sistemiche sono tipicamente malattie dovute al concatenarsi di diverse cause. Tra i fattori responsabili svolgono un ruolo di volta in volta più o meno importante
- fattori genetici;
- fattori ambientali, tra i quali probabilmente fattori infettivi di natura virale;
- fattori endocrini (in particolare gli ormoni sessuali);
- fattori genericamente definibili “stressanti” sia in senso fisico che psicologico.
La malattia insorge per alterazioni del sistema immunitario, che da sistema difensivo nei confronti degli agenti estranei si trasforma in sistema offensivo, attaccando le cellule ed i tessuti dell’organismo stesso mediante autoanticorpi.
Cosa sono i reumatismi dismetabolici?
I reumatismi dismetabolici dipendono da turbe metaboliche che condizionano la precipitazione o deposizione di materiale microcristallino nelle articolazioni. Il più noto di questi reumatismi è rappresentato dalla gotta, che è dovuta ad un eccesso di acido urico nel sangue. L’acido urico è una sostanza scarsamente solubile e deriva dal metabolismo delle purine, importanti sostanze che entrano nella composizione degli acidi nucleici, presenti nei nuclei di tutte le cellule dell’organismo.
La gotta colpisce, tipicamente, l’uomo adulto maturo (e le donne dopo la menopausa). Se non adeguatamente trattata, può causare sofferenza cronica delle articolazioni, deposizione di materiale cristallino nei tessuti (tofi) ed anche insufficienza renale.
Cosa sono i reumatismi degenerativi?
I reumatismi degenerativi comprendono tutte le forme di artrosi. Nelle forme primarie prevalgono i fattori di natura eredo-costituzionale, nelle forme secondarie fattori di natura meccanica, traumatica (quali incidenti stradali, microtraumi e macrotraumi lavorativi e sportivi).
Come si caratterizzano i reumatismi extra-articolari?
I reumatismi extra-articolari o delle parti molli sono rappresentati da numerose affezioni nelle quali le manifestazioni dolorose sono molto appariscenti, mentre la quota infiammatoria è molto variabile. Vengono fatte rientrare in questa categoria molte affezioni a carattere localizzato quali- le periartriti;
- le tendiniti;
- le borsiti;
- le entesiti;
- le fibromialgie.
Sebbene a queste forme sia sempre stata prestata poca attenzione, costituiscono una larghissima parte delle affezioni dolorose comunemente etichettate come “dolori reumatici” e sono responsabili di innumerevoli episodi di disabilità transitoria e di giornate lavorative perse.
Cos’è l’artrite reumatoide?
Le malattie reumatiche costituiscono una delle più frequenti cause di invalidità. La più importante è, senz’altro, l’artrite reumatoide, che colpisce lo 0.5-1 % della popolazione. Si calcola che in Italia esistano almeno 350.000 persone affette da questa malattia.
Contrariamente all’opinione corrente, l’artrite non è una malattia delle persone anziane: può iniziare a qualsiasi età ed ha il suo picco di incidenza nelle donne in età fertile. L’artrite raramente guariva definitivamente, tuttavia, se curata precocemente con i nuovi, più efficaci farmaci, consente nella larga maggioranza dei casi di evitare l’invalidità ed in diversi casi andare incontro alla remissione o verso uno stato di minima attività. Richiede, tuttavia, un trattamento molto articolato, farmacologico e riabilitativo, per cui è indispensabile che venga diagnosticata precocemente e seguita con costante attenzione da parte del reumatologo.
Cos’è l’artrosi?
L’artrosi, malattia degenerativa delle articolazioni, è la patologia reumatica a maggiore diffusione nella popolazione. Le sue forme più gravi, quali la coxartrosi (artrosi dell’anca) e la gonartrosi (artrosi del ginocchio), sono altamente invalidanti, ma anche le altre forme, quali quelle che interessano la colonna vertebrale, le mani ed i piedi, hanno un elevato impatto sociale in termini di morbilità, disabilità e sofferenza fisica. Sebbene non esista uno stretto legame tra artrosi ed invecchiamento, è evidente che l’allungamento della vita media ha reso più pressante ed onerosa la richiesta sanitaria connessa con i processi degenerativi a carico del sistema muscolo-scheletrico.
Quali sono le caratteristiche dell'osteoporosi?
L’osteoporosi, cioè l’alterazione della struttura ossea dal punto di vista quantitativo e qualitativo, rende l’osso più fragile e lo predispone all’insorgenza di frattura in assenza di traumi o per traumi di modesta entità.
Questa malattia (è la più frequente malattia dell’osso) rappresenterà sempre di più un rilevante problema sanitario nel mondo occidentale a motivo del progressivo invecchiamento della popolazione. Ciò si traduce in maggior rischio di fratture, con relativi periodi di allettamento e complicanze anche fatali. In Italia è stato stimato che ogni anno si verificano quasi 80.000 fratture di femore (non traumatiche), per lo più dovute all’osteoporosi. Negli ultimi anni, in questo campo, sono stati effettuati importanti progressi dovuti a due ordini di fattori:
- la possibilità di poter quantificare con molta precisione il contenuto minerale dell’osso (densitometria ossea),
- la disponibilità di medicamenti molto efficaci in grado di influire favorevolmente sul contenuto minerale dell’osso.
È, quindi, prospettabile una precoce individuazione dei soggetti a rischio che potrà consentire di prevenire l’osteoporosi con il trattamento più appropriato a seconda del caso.
Artrite, artrosi ed osteoporosi costituiscono il complesso di malattie responsabili di oltre il 90% delle condizioni morbose invalidanti a carico dell’apparato locomotore. Emerge, da quanto detto, il rilevante impatto che le malattie reumatiche hanno sullo stato di salute e di benessere della popolazione. Conseguentemente, è urgente che la loro conoscenza sia più diffusa e più approfondita.
Bibliografia
- Cuomo, Giovanna, and Annamaria Iagnocco. "Manuale di reumatologia." 2022.
- Klippel, Dieppe:Rheumatology 1998.
- Maddali Bongi, Susanna. "L’artrite reumatoide." La riabilitazione multidisciplinare del malato reumatico. Maddali e Bruni, 2015. 160-177..
- Maria Teresa Mauceri: Conoscere le malattie reumatiche; ANMAR
- Ministero della salute: Relazione sullo stato sanitario del paese 2009-2010; 2.5 Le malattie reumatiche ed osteoarticolari.