La temperatura nei bambini

La temperatura può variare da persona a persona, durante l’arco della giornata (solitamente è più alta nel pomeriggio) e, soprattutto nei bambini, può aumentare in alcune occasioni: dopo uno sforzo, subito dopo i pasti o l’ingestione di bevande calde, in caso di riscaldamento eccessivo dell’ambiente, durante il pianto. Un rialzo della temperatura, in tali condizioni, va quindi ricontrollato. 

È importante ricordare che la febbre, di per sé, non è una malattia (e non deve quindi spaventare), ma una reazione di difesa dell’organismo all’attacco da parte dei germi (essa ha infatti un’azione di distruzione sulla maggior parte dei virus).

Illustrazione 1 - Pediatria

Se la febbre non è troppo elevata non va subito combattuta, specialmente se le condizioni generale si mantengono buone, poiché aiuta l’organismo a guarire.

 

Come si misura la febbre?

Sino a 2\3 anni è preferibile misurarla a livello rettale. In questo caso è necessario usare un termometro digitale per bimbi, piccolo, a bulbo arrotondato. La temperatura rettale è normale fino a 37.8 °C.  Si deve porre molta attenzione (durante la misurazione della temperatura) a non tenere il termometro in mano (possibilità di rotture), bensì a stringere il sederino del bambino attorno ad esso (al massimo per 1 minuto). Questa modalità di misurazione va evitata se il bambino ha diarrea. 

La misurazione a livello ascellare, per 3-5 minuti, va effettuata usando un termometro a bulbo allungato.  La temperatura ascellare è normale fino a 37.3 °C. 

La misurazione auricolare, che soprattutto nel bambino sotto l’anno può essere difficoltosa e poco attendibile (in corso di otite o in presenza di cerume), è normale fino a 37.5 °C.
 

Quali danni può provocare la febbre?

La febbre, anche alta, non provoca danni all’organismo umano, se non supera i 42° C. La febbre, anche non troppo alta, in bambini predisposti, tra 1 e 5 anni di età, può causare convulsioni febbrili, ma anche in questa evenienza il fenomeno è del tutto benigno e non provoca alcun danno.
 

Che cosa deve fare il genitore?

In primo luogo, non ci si deve spaventare perché i bambini tollerano bene la febbre, anche se elevata. Se il bambino vuole giocare e muoversi, assecondarlo senza costringerlo a stare a letto. Se il vostro bambino ha la febbre dedicatevi a lui, consolatelo, giocate con lui, osservate il suo comportamento, in quanto sono informazioni importanti per il pediatra che visiterà il vostro bimbo:
  • com’è il suo pianto? Forte, consolabile, ma attenzione se è un gemito continuo e ininterrotto;
  • come risponde agli stimoli? È vivace, ha voglia di giocare oppure ha eccessiva sonnolenza;
  • ci sono altri segni di malattia? La tosse secca e fastidiosa, una respirazione difficile, il vomito, la diarrea, macchie sulla pelle;
  • cercate di capire se c’è dolore e che cosa duole (orecchie, addome etc.).
 

Cosa fare?

Si deve intervenire con farmaci quando il bambino oltre alla febbre si presenta sofferente, infastidito e a disagio; quando le sue condizioni generali ed il suo malessere soggettivo lo richiedono. La paura (immotivata) della febbre non deve quindi spingere i genitori ad intervenire in continuazione per mantenere la temperatura sotto certi valori.

Dare bevande come acqua, tè deteinato o camomilla zuccherati (meglio con miele o pappa reale, da usare solo dopo l'anno di vita), a temperatura ambiente, a piccoli sorsi, a volontà e senza insistere troppo. Infatti, la febbre brucia in gran quantità liquidi (persi con la sudorazione) e zuccheri, potendo così provocare nel bambino crisi acetonemiche con vomito.
 

Cosa non fare?

Non coprire il piccolo in maniera eccessiva (soprattutto dopo aver somministrato il farmaco per abbassare la febbre): vestiti leggeri permettono al corpo di traspirare e disperdere calore. Non forzare il bambino a mangiare; somministrargli, se vuole, piccoli pasti con alimenti facilmente digeribili (se rifiuta tutto provare ad offrire 1-2 fiale al giorno di pappa reale).
 

Quando somministrare medicine?

Usate farmaci che abbassano la febbre solo se essa è pari o superiore ai 38.5° rettale, oppure 38° ascellare, o se c’è eccessivo malessere. Il farmaco più usato per abbassare la febbre è il paracetamolo, che si somministra, quando possibile, per bocca: in gocce, in sciroppo, in bustine o in compresse; la supposta è un’alternativa in caso di vomito o di rifiuto delle altre preparazioni (ma da evitare in presenza di diarrea).

La dose consigliata è di 50 mg/kg al giorno, divisa in 3-4 (max) somministrazioni giornaliere, ogni 5-6 ore circa. In alternativa (in caso di allergia verso il paracetamolo) si può somministrare, sotto controllo pediatrico, ibuprofene. Può essere associata utilmente alla terapia farmacologica convenzionale, per alleviare ulteriormente i sintomi, anche una terapia omeopatica. Non si deve utilizzare mai Aspirina pediatrica.

Non si deve somministrare antibiotici senza aver consultato il pediatra. L’antibiotico non risolve infatti la situazione in quanto non agisce sui virus, anzi può selezionare forme batteriche resistenti ed avere effetti collaterali dannosi a livello gastroenterico e in generale.

Utilissime, quando la temperatura è molto elevata (> 39.5° C rettale), sono le spugnature con acqua tiepida (non fredda): si passano più volte panni umidi sugli arti inferiori e superiori, non sul tronco e addome; eventualmente utile anche la borsa del ghiaccio sul capo.

 

Ricordate che

Il farmaco inizia la sua azione dopo mezz’ora / un’ora e terminato l’effetto la febbre può risalire. Le dosi possono essere ripetute ogni 5-6 ore se la febbre si mantiene elevata. È meglio non disturbare il bambino quando riposa tranquillo per misurare la temperatura, somministrare gli antifebbrili o altro.
 

Quando consultare il pediatra?

  • Se la febbre si accompagna a pianto debole o ininterrotto;
  • se il bambino ha un’età inferiore ai 3 mesi;
  • se il bambino ha meno di 1 anno e la febbre dura da più di 48-72 ore;
  • se il bambino risponde poco agli stimoli o presenta eccessiva sonnolenza, stato confusionale, difficoltà a respirare (una maggiore frequenza degli atti respiratori è invece normale con l’aumento della febbre);
  • se la febbre supera i 40,5 °C e non scende con il paracetamolo.
Quando il pediatra non è in servizio rivolgersi al Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) per bambino di età superiore ai 6 anni. Nel caso di bimbi di età inferiore ai 6 anni è preferibile rivolgersi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di zona (presenza sempre del Pediatra).

La maggior parte degli episodi febbrili del bambino sono semplici infezioni di natura virale che guariscono spontaneamente in breve tempo (circa 2\3 giorni), senza altri farmaci. Bisogna solo aspettare.

Una terapia omeopatica mirata, ad azione preventiva e immunostimolante, può essere utile ed efficace, in particolare nella prima infanzia, per ridurre gli episodi febbrili legati alle comuni malattie infantili e le eventuali complicanze di natura batterica (faringo-tonsillite, otite, bronchite, ecc.) che possono insorgere.

Ricordate che il bambino con febbre può essere trasportato, purché adeguatamente coperto, magari abbassando prima la temperatura con il farmaco antifebbrile.
Quando si parla col medico occorre riferire:
 
  • età del bambino;
  • temperatura misurata con un termometro idoneo;
  • durata della febbre;
  • eventuali altri disturbi;
  • farmaci somministrati;
  • se il bambino è stato in contatto, nei giorni precedenti l’inizio della febbre, con persone ammalate.

 

Bibliografia

  • Bakalli I, Klironomi D, Kola E, Celaj E. The management of fever in children. Minerva Pediatr (Torino). 2022 Oct;74(5):568-578.
  • Wing R, Dor MR, McQuilkin PA. Fever in the pediatric patient. Emerg Med Clin North Am. 2013 Nov;31(4):1073-96.