Cos'è l'asma bronchiale?


L’Asma bronchiale e la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) sono due patologie ancora fortemente sottostimate, nonostante l’impatto socioeconomico che rivestono, considerando che un italiano su tre soffre di tosse, fino a circa cinque volte l’anno.

Illustrazione 1 - Pneumologia e Malattie Respiratorie

Dai più recenti dati acquisiti, si calcola che l’aderenza alla terapia si aggira soltanto intorno al 30%, contrariamente a quanto avviene, per esempio, nei confronti di altre malattie croniche, come l’ipertensione ed il diabete, per le quali invece l’aderenza si aggira sopra al 70%.

Questa differenza riconosce tra le diverse cause, anche quella di non usare correttamente i vari device per la somministrazione della terapia giornaliera che, a differenza della somministrazione in forma di compresse, non ne viene riconosciuta una pari importanza terapeutica.

I farmaci funzionano solo se assunti con regolarità, altrimenti la patologia può degenerare e inficiare sulla qualità della vita del paziente, portandolo verso un quadro di insufficienza respiratoria grave. Proprio questa discontinuità terapeutica porta il paziente a riacutizzarsi e a sottoporsi a continui ricoveri ospedalieri.
 

Perché è importante una corretta terapia?

L’Asma e la BPCO costituiscono due importanti patologie respiratorie, spesso trascurate poiché sottovalutate e sottostimate. Molti dei pazienti non afferiscono nei centri specializzati per ricevere una diagnosi ed una terapia e non si sottopongono ad un esame spirometrico per una corretta valutazione del grado di ostruzione o restrizione. Molti pazienti, inoltre, non afferiscono nei centri specializzati prima dei cinque anni dalla diagnosi ricevuta, perdendo anni fondamentali nel ritardare l’evoluzione della malattia. 

Si calcola che solo il 13.8% dei pazienti che ricevono una diagnosi di Asma e BPCO seguono correttamente la terapia, che deve essere costante, onde evitare quel declino della funzione respiratoria, per cui va identificato:
 
  • l’inalatore più adatto al paziente;
  • un corretto stile di vita;
  • una adeguata attività fisica, in grado di prevenire la progressione da malattia a invalidità.
È opportuno, inoltre, l’abolizione del fumo di sigaretta attraverso percorsi indicati al paziente.

È importante, secondo l’avviso di chi scrive, infondere al paziente un vero e proprio automatismo nella somministrazione della terapia, individuando tempi precisi nella giornata e luoghi della casa fissi dove rendere visibili i device, riducendo il rischio di dimenticanza, magari associando la somministrazione del farmaco ad un determinato atto quotidiano, onde rafforzare la memoria nell’associazione di idee. 

Alcune evidenze suggeriscono una correlazione lineare dose-risposta tra attività fisica e prognosi/mortalità.
 

Come si effetua la diagnosi?

Ne deriva l’importanza di una diagnosi precoce. L’asma, che è, per definizione, una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che colpisce oltre 300 milioni di persone nel mondo, viene spesso identificata con:
 
  • una “mancanza di fiato”;
  • presenza di respiro sibilante o gemente.
Oggi, è trattata secondo le più recenti raccomandazioni, specialmente nelle forme più gravi (asma severo) e nell’asma non controllata, con la triplice terapia in grado di garantire una riduzione delle riacutizzazioni, un miglioramento della qualità della vita ed una riduzione della mortalità e con la possibilità di intervenire con la terapia biologica, grazie agli anticorpi monoclonali, praticando una medicina di precisione.

Si calcola che una percentuale, tra il 10 e il 15 % dei pazienti, vive in una condizione particolarmente grave, che viene definita di asma severo, che può mettere a rischio vita il paziente asmatico. Sono questi i pazienti che vanno maggiormente attenzionati e trattati.

Anche i pazienti nei primissimi stadi della malattia vengono spesso trascurati e sottostimati, ma sono quelli che paradossalmente sono a maggiore rischio di morte. L’aderenza richiede una regola detta delle 3 C, di aderenza ovvero:
 
  • consapevolezza;
  • correttezza;
  • costanza.
Questo è quello che suggerisce la Società Italiana di Medicina respiratoria e della Società italiana di Allergologia. Dal 2014, riducendo gli errori di assunzione delle terapie per quei 7.5 milioni di Italiani affetti da malattie respiratorie croniche, quali:
 
  • l’asma bronchiale;
  • la bronchite cronica;
  • l’enfisema polmonare.
Importanza strategica riveste il ruolo educazionale - dimostrativo del device, con verifiche periodiche da parte del medico curante e dello Specialista ambulatoriale o Ospedaliero. Maggiore attenzione va prestata nei confronti di quella fascia al di sotto dei 14 anni, che tende a non proseguire il trattamento oltre l’anno di terapia e circa 6 su 10 adolescenti rifiutano del tutto di assumere la terapia prescritta. Il 60% degli anziani, invece, rispetta la terapia prescritta per non più di 2 mesi all’anni. Ne è la dimostrazione che il 21% dei pazienti, ritiene che i farmaci servano solo quando si manifesta la difficoltà respiratoria. Si considera che tale comportamento sia responsabile di un quarto delle riacutizzazioni delle varie forme croniche respiratorie e sia causa di 6 su 10 ricoveri in ospedale per insufficienza respiratoria.
 

Qual è il ruolo del medico?

Il ruolo del Medico è centrale nell’aumentare le conoscenze del paziente sulla patologia respiratoria e su come convivere con questa condizione clinica, accrescendone la consapevolezza. Deve, soprattutto, comprendere il percepito di malattia da parte del paziente, condividendo la scelta terapeutica e i dubbi spesso irrisolti del malato che ha di fronte. Un rapporto più empatico porterà sicuramente ad acquisire più fiducia da parte del paziente e quindi a migliorare quel patto Medico-paziente, che si traduce in una maggiore aderenza alle terapie prescritte.



Bibliografia

  • American Thoracic Society: COPD guidelines. The Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD).
  • Severe asthma. González CD.Medicina (B Aires). 2016;76(1):19-24.PMID: 26826988.