Ciò che mangiamo ha una diretta influenza sul nostro umore e benessere psicologico? Sicuramente sì!
L’alimentazione oltre che nutrimento per il corpo lo è anche per l’anima, vediamo perché.
Ci sono 2 modalità con cui gli alimenti possono gratificarci, la prima è una modalità chimica: alcuni alimenti infatti contengono triptofano, precursore della serotonina, il neurotrasmettitore che viene maggiormente collegato alla felicità.
Il triptofano è un aminoacido essenziale che il nostro organismo non produce e che deve essere introdotto con l’alimentazione.
Esempi di alimenti ricchi di triptofano sono il cioccolato, le banane, tutti i cereali, la carne (il tacchino in particolare), le uova, gli spinaci… cioccolato a parte, sono alimenti che a prima vista non sembrerebbero suscitare in noi felicità, eppure fungono da veri antidepressivi naturali.
La seconda modalità è quella della memoria gustativa.
Si parla oggi di comfort food, ovvero cibo che fornisce felicità a livello psicologico perché ci riporta indietro a situazioni piacevoli, spesso della nostra infanzia.
Ognuno di noi ha un piatto o un alimento legato all’infanzia o comunque alla sfera emotiva a cui ricorre nei momenti difficili.
Sono piatti che attivano i nostri sensi, in particolare la vista, l’olfatto e ovviamente il gusto e che in breve termine determinano un aumento dell’umore e quindi del senso di benessere.
Il nostro cervello infatti è in grado di fare associazioni tra un evento piacevole e specifiche sensazioni come odori, sapori e consistenze del cibo, codificandoli quindi come precursori di felicità.
Il comfort food ci fa sentire sicuri, sereni, comodi.
In generale comunque tutti i cibi particolarmente appetibili provocano un rilascio di endorfine da parte del cervello, dando un senso di benessere e un effetto positivo sull’umore.
Sono cibi molto importanti di cui non bisogna privarsi quando si è stanchi o particolarmente giù di umore. In questi casi è giusto viziarsi. Ma senza esagerare.