Quando si rischiano gli aneurismi delle arterie viscerali?

L'articolo è focalizzato sugli aneurismi viscerali dei pazienti trapiantati di fegato negli ultimi 10 anni, ma esamina anche le casistiche generali che riguardano questi tipi di aneurismi.

Gli aneurismi delle arterie viscerali (arteria epatica e splenica, soprattutto) sono rari nella popolazione generale, con un'incidenza inferiore allo 0.2%. Nei pazienti con cirrosi epatica, però, la loro incidenza aumenta, e si situa tra il 7 ed il 50%. Essi insorgono più frequentemente tra i 49 ed i 66 anni, in base ai dati della Letteratura medica. 
 

Il caso studio

Dopo il trapianto di fegato si sono identificati sinora 60 pazienti affetti da pseudoaneurismi e aneurismi dell’arteria epatica, mentre 6 dell’arteria per la milza (splenica), con una incidenza stimata tra lo 0.3 e l’1%.

La nostra casistica ha interessato circa 300 pazienti prima del trapianto e 300 dopo.

 Illustrazione 1 - Chirurgia Generale


Prima del trapianto

Il primo gruppo, espressione della patologia nei pazienti cirrotici prima del trapianto, presentò una incidenza del 2.6% ed in tutti i 9 casi riscontrati gli aneurismi erano siti nell’arteria splenica. Per identificare i fattori di rischio correlati con la comparsa di questi aneurismi, l’analisi cosiddetta multivariata evidenziò la terapia beta-bloccante, un aumento della amilasemia e un trattamento di chemioembolizzazione per il trattamento di una lesione epatica prima del trapianto.

Tutti questi aneurismi splenici furono asintomatici, vennero tutti diagnosticati con una TAC, avevano tutti un diametro inferiore ai 3 cm e nessuno si ruppe prima del trapianto. Furono tutti trattati, durante o dopo il trapianto, con legature dell’arteria splenica o con una splenectomia.

 

Dopo il trapianto

  Le problematiche cambiano con l’evidenza di aneurismi viscerali solo dopo il trapianto (8 casi – 1.8%), dove il maggiore fattore di rischio per la loro comparsa è stato il sesso femminile. Ciò, probabilmente, per una maggiore debolezza congenita della parete dei vasi. 5 erano splenici mentre 3 dell’arteria epatica. Gli aneurismi asintomatici, dopo il trapianto, furono solo 4 (60% di quelli splenici e 33% di quelli epatici), 2 furono modicamente sintomatici mentre in 2 casi (25%) si ebbe una rottura improvvisa degli stessi.

Un solo paziente di questi 8 morì per la rottura dell’arteria splenica. Il trattamento di questi aneurismi post trapianto è molto più complesso, soprattutto per quelli della arteria epatica, che rischiano di privare il fegato dell’apporto arterioso.

 

Bibliografia

 
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