Prof Giovanni Serra
Responsabile U.O. Patologia - Terapia Intensiva Neonatale e Assistenza Neonatale
Istituto G. Gaslini ? Università degli studi di Genova
Dott.ssa Cinzia Zucchi
Dietista Dip. Scienze Pediatriche ? Università degli studi di Genova
Clinica Pediatrica
Istituto G. Gaslini ? Università degli studi di Genova
Questo opuscolo ha lo scopo di favorire l'allattamento al seno fornendo informazioni , delucidazioni e consigli sulla metodologia e sull'alimentazione della nutrice.
Le 3 "esse": Sano, Sicuro, Sostenibile

* Favorisce lo sviluppo del sistema immunitario grazie alla presenza di un elevato tasso di agenti antibatterici come le immunoglobuline
* Assicura un'idratazione ottimale
* Previene l'insorgenza di allergie e intolleranze alimentari come quella nei confronti delle proteine del latte vaccino presenti nei latti artificiali.



Il colostro è il primo latte prodotto dalla mamma: è di colore giallo, viscoso, ipocalorico, più ricco di proteine , sali minerali, anticorpi e più povero di zuccheri e grassi. Tra il 5° e il 7° giorno il latte diventa più ricco e cremoso (latte di transizione). A partire dal 15°- 20 ° giorno si parla di latte maturo: esso ha un valore calorico di 700/kcal /l con contenuto proteico di 9-11 g/l, lipidico di 37-38 g/l e glucidico di 68-70 g/l. Oltre alle immunoglobuline contiene lattoferrine, lisozima, macrofagi, linfociti e neutrofili: elementi in grado di proteggere il neonato da molte infezioni batteriche e virali, malattie acute (diarrea, otite, infezioni delle vie respiratorie e urinarie, SIDS, meningite, batteriemia, botulismo) e croniche (malattie allergiche, diabete, sovrappeso e obesità, malattie croniche e intestinali, linfomi). Il latte umano favorisce nell'intestino del neonato lo sviluppo dei germi benefici, come il bacillo bifido, che inibisce l'azione dei germi patogeni e, favorendo la formazione degli zuccheri, conferisce alle feci il caratteristico odore di lievito.
Quando iniziare l'allattamento?
L'importanza di allattarlo fin da subito


Fino a qualche tempo fa vigeva la convinzione che dopo il parto la donna non fosse ancora in grado di allattare e i neonati venivano tenuti nelle nursery ed accuditi dalle puericultrici. Alla luce di quanto medici e psicologi hanno riconosciuto negli ultimi anni, ossia dell'importanza del garantire al neonato di poter stabilire un immediato contatto con la madre, è nato in molti ospedali il servizio di rooming-in. Questo sistema di tenere il figlio nella propria stanza consente alla mamma di allattarlo in qualsiasi momento, favorisce poppate frequenti e lunghe e facilita l'imparare ad accudirlo. Questo contatto, oltre a favorire l' intimo rapporto , limita anche il pianto del bambino. L'atteggiamento degli operatori sanitari, nei confronti della puerpera, dovrà essere improntato alla massima cordialità, disponibilità e pazienza, tenendo conto che i primi giorni dopo il parto rappresentano per la madre un periodo molto delicato e difficile.
Allattamento a richiesta o a orario?


Non è corretto stabilire una durata della poppata che risulti ottimale per ogni singolo bambino. Esistono variazioni nella quantità, nella composizione e nella fluidità del latte, giorno dopo giorno. Anche il flusso del latte muta: nei primi minuti è più rapido mentre in seguito rallenta; l'ultima parte della poppata, invece, rappresenta in genere un momento di piacere. Per tutti questi motivi non è necessario definire i limiti della durata della poppata, anche se generalmente la suzione dura 10-15 minuti per mammella. L'attaccamento corretto del bambino alla mammella evita i processi infiammatori del capezzolo e altre problematiche. Prima e dopo la poppata non è necessario pulire il capezzolo ma lasciarlo invariato.
E' utile la doppia pesata?

Se l'accrescimento e le condizioni del neonato risultano normali è opportuno allattare esclusivamente al seno fino ai 6 mesi, senza integrazione di liquidi, compresa l'acqua. Quando il bambino cresce e richiede più latte, la produzione della madre, che dipende dalla richiesta, aumenta per soddisfare i bisogni del piccolo.

Possono verificarsi alcuni problemi materni per l'allattamento soprattutto nelle prime settimane. Solo nell'evenienza di particolari malattie della madre è impossibile l'allattamento al seno. In alcuni casi, quando è indispensabile prescrivere dei farmaci, occorre scegliere quelli compatibili con l'allattamento, dando consigli pratici per diminuire l'effetto farmacologico sulla madre e il bambino. Per ridurre le problematiche un altro aspetto importante è la corretta nutrizione materna.
L'alimentazione della nutrice

L'importanza di mantenere le buone abitudini alimentari
La donna che vuole allattare il suo bambino dovrebbe mantenere le buone abitudini alimentari acquisite durante la gravidanza. Una nutrizione equilibrata anche durante l'allattamento ha un ruolo importante per la buona salute della madre e del figlio. L'apporto di sostanze nutritive in quantità sufficienti e qualità adeguata è essenziale affinché la madre non debba attingere dalle sue riserve per la produzione del latte e possa garantire un accrescimento adeguato per il bambino e immune da problemi clinici.

Nel periodo immediatamente successivo alla gravidanza, molte donne sono desiderose di perdere il peso e riacquistare il tono muscolare. Non occorre sottoporsi a diete dimagranti in quanto, durante l'allattamento al seno, è fisiologica una perdita di peso di 0.6-0,8 Kg/mese. Anche per riacquistare la forma desiderata è preferibile l'attività fisica alla dieta. Durante la prima settimana dopo il parto, una quota delle calorie (circa 170 kcal al giorno) viene reperita dai depositi adiposi della mamma e ciò le permette di ritornare al suo peso forma. Successivamente l'energia viene fornita totalmente dall'alimentazione.
Le raccomandazioni dietetiche per la donna che allatta riguardano sia la quantità che la qualità degli alimenti. La dieta deve essere equilibrata e varia, basata sui principi della piramide alimentare:
Sufficiente consumo di frutta e verdura, assunzione giornaliera di latte, latticini, cereali e alimenti proteici. E' anche fondamentale assicurare un adeguato apporto di liquidi per garantire la produzione quantitativa del latte, prediligendo l'acqua naturale non gassata.
Proteine
Durante l'allattamento il fabbisogno proteico varia dal 10% al 15% dell'apporto calorico totale (60-70 g/die). Per quanto riguarda il tipo di proteine, sono preferibili quelle di alto valore biologico (dette anche nobili) di origine animale (uova, pesce, carne, pollame), associate a quelle di origine vegetale contenute nei cereali (pane, pasta, farina e/o semolini di frumento, mais, avena, riso, patate, fecola) e quelle contenute nei legumi (piselli, soia)
Glucidi
Durante l'allattamento devono apportare dal 50% al 60% delle calorie totali (362-380 g/die). E' preferibile l'apporto di carboidrati complessi, a più lenta digestione, che comportano un minor rischio di obesità rispetto ai carboidrati semplici. I carboidrati complessi sono presenti nei cereali e nei loro derivati (pane, pasta etc.). I carboidrati semplici si trovano nello zucchero e in tutto ciò che lo contiene.
Grassi
Rappresentano circa il 30% -35% (80-90 g al giorno) delle calorie totali. Sono preferibili i grassi di origine vegetale ricavati dalle piante e dai frutti (olive, mais, girasole, noci, nocciole) rispetto a quelli di origine animale (lardo, strutto, burro). I grassi di origine vegetale contengono una quota importante di acidi grassi polinsaturi di lunga catena, considerati essenziali (acido linoleico e linolenico) necessariamente introdotti con la dieta, in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli. L'acido linolenico e i suoi derivati (acido eicosapentaenoico e docosaesaenoico) risultano particolarmente presenti nei pesci considerati "grassi", in particolare pesci azzurri, trote, salmone e sono importanti per lo sviluppo del cervello e degli occhi del bambino.
Le vitamine, che costituiscono un nutriente essenziale per la loro funzione primaria in numerosi processi metabolici ed energetici, devono rappresentare una presenza costante e indispensabile nell'alimentazione della mamma che allatta. Sarà pertanto opportuno seguire una alimentazione equilibrata e varia per assicurarsi un'assunzione ottimale di vitamine. Occorre tuttavia tenere presente però che tutti i cibi ricchi di vitamine come frutta e verdura possono subire notevoli perdite nutritive se sottoposti a procedimenti di cottura o vengono consumati non freschi.
Una raccomandazione particolare, dunque, per la mamma che allatta è di consumare verdura e frutta fresche. Una soluzione accettabile fuori stagione è rappresentata dai surgelati.
I vegetali, oltre a costituire una risorsa di vitamine, rappresentano un'importante fonte di fibra alimentare, le cui proprietà benefiche sono ben note.
Un problema importante che può verificarsi nei neonati è il deficit della vitamina K, con la possibilità di emorragia cerebrale. Per questo alla nascita e nella prima fase dell'allattamento (tre mesi) è consigliata la profilassi con vitamina K per via orale o parenterale.
Nel caso in cui l'alimentazione della mamma non fosse sufficiente a coprire i fabbisogni energetici e di nutrienti, è raccomandata una integrazione mirata alle specifiche esigenze
Consigli dietetici alla nutrice

2. Garantire l'apporto proteico oltre che con la carne, anche con pesce, pollame, uova e formaggi freschi.
3. Ridurre l'apporto di zucchero da tavola e dei cibi che lo contengono favorendo invece gli alimenti a più lenta digestione come pane e pasta.
4. Assumere preferibilmente grassi di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale.
5. Assumere verdura fresca, tenendo presente che alcuni ortaggi possono alterare il sapore del latte.
6. Assumere frutta per garantire l'apporto di vitamine e minerali, evitando l'eccessiva introduzione di alcuni tipi ad azione fermentativa come l'uva o lassativa come le susine e le prugne.
7. Limitare cibi che determinano meteorismo addominale come fagioli, ceci, fave e i prodotti di pasticceria (in quantità eccessiva).
8. Limitare quanto più possibile le bevande eccitanti come tè o caffè e le bevande alcoliche.
9. Limitare le pietanze troppo elaborate privilegiando invece quelle più semplici e più facilmente digeribili. Limitare anche il consumo dei funghi potenzialmente epatotossici.
10. Limitare o evitare i superalcolici, gli aperitivi, i vini liquorosi, il fumo.