Le indagini statistiche più recenti indicano che le vertigini e i disturbi dell'equilibro interessano il 5-10 % della popolazione che si rivolge al medico di base, riguardano il 40 % della popolazione oltre i 40 anni e sono la causa che più frequentemente spinge i pazienti con più di 65 anni di età a consultare il medico. Pertanto si può calcolare che a Milano dalle 200.000 alle 400.000 persone soffrono di queste problematiche e si può affermare che insieme alle cefalee e al mal di schiena, le vertigini sono tra i disturbi più comuni della popolazione.
Per diagnosticare le turbe del sistema dell'equilibrio siano esse vertigini o disequilibri, inizio con una visita e un'anamnesi molto dettagliata e allargata non solo ai labirinti, ma a tutti i componenti del sistema dell'equilibrio: colonna vertebrale, occhi, soprattutto nella valutazione degli assi ottici ( p. es presenza di strabismo latente ), masticazione e segni neurologici eventualmente associati; si cerca anche di capire se il problema che ha colpito il sistema dell'equilibrio è una conseguenza, la punta dell'iceberg, la spia di una disfunzione cardiorespiratoria, ormonale ( tiroide ), metabolica ( diabete ), allergica o da intolleranza alimentare.
Molto importante quindi lo screening ematochimico che spazia dagli esami basali di routine alla valutazione virologica, autoimmunitaria, ormonale, metabolica e del danno ossidativo dei tessuti.
Si passa quindi alla valutazione strumentale con la classica rilevazione del nistagmo spontaneo e provocato con stimolazioni termiche, rotatorie e vibratorie e con l'ausilio di pedane stabilometriche computerizzate e di potenziali evocati acustici e vestibolari. Grazie a questi dati integrati con l'esame clinico e l?anamnesi si giunge cosi' alla diagnosi non solo di sede, ma quello che è più importante per la terapia, alla diagnosi funzionale sui sottosistemi implicati : vestibolare, visivo, somatosensoriale, centri.
Si associa poi alla terapia farmacologica la medicina riabilitativa delle vertigini per esempio come manovre di riposizionamento nel caso delle frequenti vertigini posizionali parossistiche benigne (vertigini acute rotatorie che si manifestano alla sera sdraiandosi a letto o girandosi nel letto durante al notte o al mattino alzandosi dal letto e durante il giorno alzando o abbassando il capo, dovute al distacco di particolari corpuscoli nei labirinti chiamati otoliti). Sempre come medicina riabilitativa si possono eseguire alcune manovre manipolative in alcuni punti critici della colonna collegati al sistema vestibolare risolvendo frequentemente alcune forme di vertigine periferica che coinvolgono la colonna e i labirinti.
Sempre nell'ambito delle terapie medico-fisiche ambulatoriali è importante per il trattamento del disequilibrio post-acuto che segue ad una labirintopatia o per il disequilibrio cronico, un ciclo di sedute di terapia riabilitativa con esercizi a corpo libero o con semplici attrezzi, al fine di migliorare le performances d'equilibrio sia in condizioni statiche che dinamiche dei pazienti.
Infine in alcune forme particolari di vertigine cronica ad attacchi ricorrenti insensibile ai trattamenti sia ambulatoriali che fisioterapici, come in alcuni casi di Malattia di Meniere, si tratta l'idrope endolinfatica che è caratteristica di questa patologia, con l'applicazione di particolari farmaci direttamente dove servono, cioè all'interno dell'orecchio con semplici iniezioni transtimpaniche.
Ecco quindi che guarire dalle vertigini è possibile con i farmaci tradizionali , con l'omeopatia, con le medicine naturali, con la medicina manuale, con la riabilitazione e in casi particolari anche con la chirurgia mininvasiva transtimpanica associata all'uso di particolari farmaci.
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