A cosa serve la ghiandola parotide?

Le ghiandole salivari sono deputate alla produzione di saliva per consentire una corretta lubrificazione del cavo orale e favorire la digestione del cibo umidificandolo.

La ghiandola parotide è la più voluminosa tra le ghiandole salivari e, da un punto di vista medico-chirurgico, ha un’estrema importanza poiché è frequentemente sede di formazioni neoplastiche. In generale, i tumori che colpiscono le ghiandole salivari rappresentano circa 1-2% dei tumori del corpo umano e circa l’80% è localizzato a livello della ghiandola parotide. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questi sono rappresentati da neoformazioni benigne.
 

Illustrazione 1 - Otorinolaringoiatria

Come si presenta un tumore alla parotide?

Da un punto di vista istologico le forme più frequenti sono l’adenoma pleomorfo e il tumore di Warthin, entrambi neoplasie benigne, che insieme costituiscono la gran parte delle patologie neoplastiche della parotide.

Da un punto di vista clinico, compaiono come tumefazioni a lenta crescita, anche se a volte possono avvenire dei rapidi aumenti di volume, e generalmente non sono dolenti. Le forme maligne, invece, si presentano come masse dure con:

  • forma tondeggiante;
  • irregolarità
  • aderenza alla cute ed al parenchima ghiandolare;
  • a volte dolenza alla palpazione.

Vanno incontro ad un rapido accrescimento e, nei casi più avanzati, invadono i rami del nervo faciale che attraversano le ghiandole, determinando paralisi di parti del volto.
 

Come si diagnosticano queste neoformazioni?

La diagnosi delle neoformazioni parotidee richiede un attento esame clinico del paziente a cui si associa l’esecuzione di una Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) con e senza mezzo di contrasto ed eventualmente una Tomografia Computerizzata (TC) nei casi di sospetto tumore maligno. Generalmente, prima dell’intervento chirurgico, è indicato effettuare un’agobiopsia, eventualmente sotto guida ecografica per avere la certezza diagnostica nei casi dubbi.
 

Come si curano?

La terapia delle neoplasie parotidee è chirurgica e consiste nell'asportazione della parte di ghiandola in cui si è sviluppata la neoformazione. La parotidectomia superficiale con dissezione del nervo facciale è considerata la procedura chirurgica di scelta per tutte le neoformazioni parotidee, così come la procedura terapeutica per i tumori maligni che originano dal lobo superficiale della ghiandola.

L’incisione è la stessa utilizzata in chirurgia plastica, nell’esecuzione dei Lifting, pertanto risulta invisibile. Il trattamento, invece, è differente per le neoformazioni maligne in cui c’è l’indicazione ad eseguire l’asportazione completa della ghiandola a cui potrà essere associata la rimozione dei linfonodi loco-regionali e, talvolta, il sacrificio dei rami del nervo facciale con conseguente paralisi facciale post-operatoria.

La chemioterapia e la radioterapia possono o devono essere abbinate secondo la natura istologica e le dimensioni della neoplasia.

 

Com’è il decorso post-operatorio?

Il decorso postoperatorio è, solitamente, di 2 o 3 giorni, in cui viene mantenuto un piccolissimo drenaggio per evitare la formazione di ematomi che prolungherebbero i tempi di guarigione. Nel caso di tumori maligni e nel caso in cui siano associati alla parotidectomia, l'asportazione dei linfonodi loco-regionali o il sacrificio dei rami del nervo faciale, il decorso sarà lievemente più lungo ma generalmente non estremamente impegnativo. I punti di sutura vengono rimossi dopo 5 o 7 giorni.

Le uniche precauzioni da seguire sono rappresentate da astensione dell’attività fisica e dall’assumere cibi il meno possibile “gustosi” al fine di ridurre al minimo la secrezione di saliva e ridurre i tempi di ripresa dall’intervento.

 

Bibliografia

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