Insieme con la gastroscopia è tra gli esami endoscopici più noti. Viene talora definito in modi diversi, come ad esempio pancolonscopia, o colonscopia destra, o addirittura viene erroneamente confuso con la rettosigmoidoscopia o peggio ancora con la rettoscopia.
La dicitura corretta è colonscopia (o pancolonscopia), e prevede l'esplorazione endoscopica di tutto l'intestino crasso dall'ano fino al cieco. In certi casi è possibile o necessario completare l'esame con l'esplorazione dell'ultimo tratto dell'ileo, progredendo con lo strumento oltre la valvola ileociecale, in questo caso si parla di colonscopia + ileoscopia.
A differenza di quanto avviene per la gastroscopia, dove la progressione dello strumento è anterograda (cioè segue la normale direzione del bolo alimentare, o se preferite dall'alto verso il basso), in questo caso lo strumento progredisce in senso retrogrado e cioè dalla porzione terminale del colon (il retto), fino a quella prossimale (il cieco).
Anatomia
Per poter meglio comprendere quanto sopra e soprattutto per capire in cosa consista questo esame, bisogna avere chiara l'anatomia dell'intestino crasso, meglio noto come colon.
Proseguendo la descrizione anatomica dell'apparato digerente iniziata nel capitolo della gastroscopia, e procedendo idealmente quindi in senso anterogrado, dopo il duodeno (che rappresenta la prima porzione dell'intestino tenue), troviamo il secondo e il terzo segmento del tenue, questi si continuano l'uno nell'altro senza soluzioni di continuità, e sono detti digiuno ed ileo. L'ileo termina nella valvola ileo-ciecale e si innesta, con un ingresso termino-laterale, nel colon, poco sopra il "cul di sacco" rappresentato dal fondo ciecale. Il cieco è la prima parte del colon, procedendo troviano il colon ascendente (situato nel lato destro dell'addome), il colon trasverso, che si porta da destra verso sinistra, posto sotto lo stomaco, il colon discendente (situato nel lato sinistro dell'addome, il sigma (così definito perchè ha un andamento ad S, ed è situato approssimativamente in basso a sinistra), ed infine il retto che si conclude con l'ampolla rettale e l'ano.
E l'appendice?? No non me la sono dimenticata, l'appendice c'è e si trova esattamente al fondo del cieco, proprio nel lato in basso a destra del nostro addome.
Tutto l'intestino, dal duodeno al retto, viene vascolarizzato da vasi arteriosi, venosi e linfatici , che corrono all'interno di un "ventaglio di grasso" detto meso (mesentere per il tenue, mesocolon per il colon, mesosigma e mesoretto). Nell'immagine successiva è visibile la cornice colica (con i due monconi duodenale ed ileale) ed il velo di grasso (il mesocolon appunto) all'interno del quale corrono i vasi.
Vascolarizzazione del colon: il Mesocolon. Tratto da "Atlante di anatomia umana" di F.H. Netter
Dobbiamo quindi immaginare il colon come una cornice che descrive i lati del nostro addome, all'interno della quale si dispone l'intestino tenue.
Inutile dire che questa breve descrizione è ad esclusivo uso e consumo dei pazienti, ed ha come unico scopo quello di orientare idealmente il lettore, all'interno del nostro apparato digerente.
Nell'immagine successiva, è possibile riconoscere i segmenti del colon, la valvola ileociecale e l'appendice.
Anatomia del Colon- Tratto da "Atlante di Anatomia Umana" di F.H. Netter
Note di tecnica
Per poter eseguire correttamente questo esame è indispensabile la collaborazione del paziente. Nei giorni precedenti la manovra è fondamentale sottoporsi ad una accurata toeletta intestinale assumendo i purganti che vengono prescritti ed attenendosi rigorosamente alle indicazioni alimentari. Un intestino contaminato dalle feci impedisce una buona visione endoscopica e vanifica il buon esito dell'esame.
Come per tutte le manovre mediche, invasive e non, la tecnica è alla base di una corretta esecuzione.
Pertanto il paziente viene posto in decubito laterale sinistro, e successivamente sedato. Prima di cominciare l'esame è buona norma eseguire l'esplorazione rettale, questa serve a verificare che non vi siano feci in ampolla (in quel caso l'esame verrebbe procrastinato), a palpare gli organi extraluminali come la prostata nell'uomo ed il fondo uterino nella donna ed a percepire col dito possibili lesioni aggettanti nel lume che potrebbero sfuggire alla vista: "a volte il dito sente ciò che l'occhio non vede"!
Si procede pertanto all'inserzione dello strumento nel canale anale, avendo l'accortezza di progredire lentamente ed insufflare dolcemente un po’ d'aria per distendere le pareti del viscere e poterne quindi osservare il lume.
Suddividiamo ora i tratti dell'intestino ed analizziamoli separatamente:
Ano e Retto: sono queste le prime due porzioni che incontriamo. L'ano è lungo circa 3 cm, ed è una zona riccamente innervata. E' quindi sensibile al dolore fino alla cosiddetta linea dentata. Subito a monte troviamo il retto, lungo circa 15 cm e così definito perchè "retto". Al suo interno protrudono tuttavia alcune pliche mucose (note anche come valvole di Houston) che possono adagiarsi sull'ottica ed impedire la visione.
Sigma: il retto termina (o meglio inizia!!) con il cosiddetto "giunto retto-sigmoideo", si tratta della prima angolatura che si incontra salendo verso l'alto. Il giunto ci consente di entrare nel sigma. Questo tratto del colon ha una lunghezza assai variabile, possiamo dire però che sia lungo mediamente circa 40 cm. La sua conformazione ad S, rende spesso dolorosa la progressione dello strumento in questo tratto, non solo per la distensione gassosa prodotta dall'insufflazione d'aria, ma soprattutto per lo stiramento del mesosigma.
Colon discendente: è questo solitamente un tratto abbastanza agevole da percorrere. Il dolore che il paziente potrebbe avvertire, durante la progressione dello strumento in questo tratto, normalmente dipende dallo stiramento prodotto sul mesosigma, o all'eccessiva curvatura che lo strumento assume. Non è infrequente infatti creare dei "loop" che impediscono la salita dell'endoscopio. È sempre buona regola in questi casi arretrare con lo strumento nel tentativo di raddrizzarlo, senza aver paura di perdere il terreno guadagnato.
Loop dell'endoscopio nella flessura splenica. Tratto da "Endoscopia Gastroenterologica" di M. Classen, G.N.J. Tytgat, C.J. Lightdale
Colon trasverso: si accede al colon trasverso, valicando la cosiddetta flessura splenica. E' questa la seconda angolatura importante che si incontra durante la colonscopia. Come dice il nome si trova in corrispondenza della milza, e cioè in alto a sinistra. Così come nel sigma, anche in questa sede si possono creare dei loop.
L'immagine endoscopica del colon trasverso è abbastanza caratteristica, in quanto le austrature si dispongono a triangolo, conferendo a questo segmento un aspetto assai peculiare.
Loop dell'endoscopio nella flessura splenica. Tratto da "Endoscopia Gastroenterologica" di M. Classen, G.N.J. Tytgat, C.J. Lightdale
Colon discendente e cieco: rappresentano le ultime di porzioni del colon. Vi si accede oltrepassando l'ultima flessura e cioè quella epatica, situata per l'appunto in alto a destra, sotto il fegato. Il discendente ed il cieco sono due porzioni abbastanza brevi. Il cieco è riconoscibile perchè preceduto dalla valvola ileociecale. Quest'ultima si presenta come una prominenza adiposa, al centro della quale troviamo l'ingresso nell'ileo.
In taluni casi è consigliabile tentare di valicare la valvola ed accedere nell'ileo, per poter valutare endoscopicamente anche quest'ultimo tratto di intestino, sede talora di patologie particolari come "l'Ileite terminale o Morbo di Crohn".
La colonscopia è un esame assai importante in quanto consente non solo di "vedere" ma anche di "operare" all'interno del viscere. Attraverso l'endoscopio è infatti possibile eseguire alcune manovre di fondamentale importanza tra cui le biopsie e l'asportazione di polipi (anche di grosse dimensioni), che, se misconosciuti, sono destinati a degenerare inevitabilmente in cancro.
La Colonscopia

A cura del Dr. Alberico Balbiano Di Colcavagno
Chirurgo Generale Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale con indirizzo oncologicoL'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
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