Una tra le patologie chirurgiche benigne più diffuse è senz'altro quella dell'ernia inguinale. Prima di procedere alla descrizione della patologia e del suo trattamento, intendo chiarire subito il significato di di alcuni termini, riportando qui di seguito un piccolo glossario che vi guiderà nella comprensione di questa patologia.
ERNIA: con questo termine si intende la protrusione, il dislocamento o il passaggio di un viscere o di una struttura anatomica , da una sede ad un'altra attraverso un forame o uno spazio anatomico naturale. È facile quindi comprendere come si possa parlare di ernia inguinale (fuoriuscita di un viscere attraverso il canale inguinale), o ernia del disco (protrusione del disco intervertebrale), o ernia iatale (passaggio della porzione superiore dello stomaco in torace, attraverso lo iato esofageo). A seconda della sede pertanto, avremo ernie di tipo diverso.
LAPAROCELE: viene spesso confuso con l'ernia, anche se, ad onor del vero, anche in questo caso abbiamo la fuoriuscita di un viscere attraverso una breccia dell'addome; la differenza però è sostanziale perchè nel laparocele il passaggio avviene attraverso un "forame" acquisito e non naturale, attraverso cioè una pregressa incisione chirurgica, di qui la definizione di ernia incisionale.
Fatte queste precisazioni, torniamo a parlare dell'ernia inguinale. Per meglio comprendere questa patologia è necessario conoscere l'anatomia del canale inguinale o meglio della zona inguinale e dei forami naturali ivi presenti.
CENNI DI ANATOMIA
L'anatomia dell'area inguinale è alquanto complessa, infatti come è possibile vedere dall'immagine tratta dall'atlante di anatomia sono molteplici le strutture che la compongono. In particolare i forami anatomici sono due e cioè quello inguinale e quello crurale.
Senza voler entrare in una trattazione specifica (così come nella filosofia del blog), è tuttavia necessario notare che: il legamento inguinale separa:
- il canale inguinale, posto sopra il legamento, attraverso il quale passa il funicolo spermatico
- dal canale crurale, posto al di sotto del legamento e attraverso il quale passano il nervo, l'arteria e la vena femorali.
Attraverso entrambi questi canali è possibile che si crei un'ernia, ed a seconda della sede anatomica si parlerà di ernia inguinale o crurale. Statisticamente le ernie crurali sono più frequenti nelle donne che negli uomini, anche se il tipo di ernia più frequente in assoluto (in entrambi i sessi) resta quella inguinale.
EZIOPATOGENESI
Le cause che portano alla formazione di un'ernia, sia essa inguinale o di qualsiasi altra sede della parete addominale sono molteplici; in questo contesto basti sapere che se da un lato l'aumento della pressione endoaddominale è la causa determinante la comparsa di un'ernia, dall'altro è necessaria una debolezza (per lo più acquisita) della parete addominale. Pertanto fattori in grado di aumentare la pressione endoaddominale quali gli sforzi fisici, la tosse e gli starnuti, la stipsi cronica (con conseguente distensione intestinale), l'obesità, l'ascite ed altri ancora più rari, quando agiscono su sedi di minor resistenza, favoriscono la comparsa dell'ernia inguinale.
TRATTAMENTO CHIRURGICO
La storia del trattamento chirurgico dell'ernia inguinale ha visto la comparsa di numerose tecniche di riparazione. A metà degli anni '80, tuttavia, vi fu un cambiamento sostanziale nella tecnica chirurgica e cioè l'introduzione delle protesi. Si comprese infatti che qualsiasi tecnica introdotta fino a quel momento non annullava la principale causa di recidiva e cioè la tensione sulla parete addominale. In soldoni, nel tentativo di riavvicinare i tessuti della parete, altro non si faceva che "tirare una coperta troppo corta". Le protesi introdotte in quegli anni (ed ancora in uso) consentirono invece non solo di obliterare il canale inguinale con l'inserimento di un "plug" (cioè di un frammento di rete ripiegata a punta di dardo), ma anche di apporre "la pezza mancante" e cioè di una rete di rinforzo.
L'inserimento di una rete protesica, infatti, stimola la crescita di nuovo tessuto cicatriziale, consentendo una disposizione dei fibroblasti su una trama ordinata data dalle maglie della rete stessa. In conclusione, si ottiene così non solo la copertura del tratto di parete indebolita, ma si fornisce anche una nuova struttura solida e solidale coi tessuti circostanti in grado di contrastare la spinta endoaddominale. Inoltre non dovendo avvicinare i tessuti lassi si annulla quella tensione che si veniva a creare con le tecniche precedenti.
Nel corso di questi ultimi 20 anni, la chirurgia protesica ha visto ulteriori migliorie, tuttavia i principi fondamentali sono rimasti immutati, e le percentuali di recidiva si sono notevolmente ridotte.
Oggi l'intervento per la riparazione dell'ernia ernia inguinale viene eseguito in regime di Day Surgery ed in anestesia periferica (spinale o locale). Salvo indicazioni diverse il paziente viene dimesso in giornata ed i tempi di ripresa sono assai rapidi.
Anche se si tratta di una patologia benigna, ritengo importante sottolineare, ancora una volta, come i migliori risultati si ottengano con un trattamento precoce, senza ricorrere alla chirurgia tardivamente.
L'ernia inguinale

A cura del Dr. Alberico Balbiano Di Colcavagno
Chirurgo Generale Medico Chirurgo, specialista in Chirurgia Generale con indirizzo oncologicoL'informazione presente nel sito deve servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In caso di disturbi e/o malattie rivolgiti al tuo medico di base o ad uno specialista.
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