Cos’è la chirurgia bariatrica?

“I chirurghi possono concentrarsi sull'intestino, ma è anche importante considerare il cervello.” Harvard Medical International.

La chirurgia bariatrica (dal greco baros, peso) è quella branca della chirurgia che si occupa del trattamento di pazienti affetti da grave e patologico eccesso di peso. Lo scopo della chirurgia bariatrica è quello di ridurre l’assunzione di cibo tramite la diminuzione della capacità gastrica (interventi di restrizione) o di diminuire l’assorbimento di sostanze nutritive da parte dell’intestino (interventi malassorbitivi), o ancora, di dare una sazietà precoce grazie al meccanismo metabolico negli interventi misti.

Illustrazione 1 - Psicologia

L'uso della chirurgia bariatrica è ampiamente disciplinato in tutto il mondo da una dichiarazione di consenso del National Institutes of Health del 1991 che sostiene l’indice di massa corporea (IMC o BMI, acronimo inglese di Body Mass Index) come criterio operativo primario e limita la chirurgia ai pazienti gravemente obesi. In particolare, la chirurgia è considerata un’opzione per le persone gravemente obese, definite come aventi un IMC di 40 o più (o 35 o più se sono presenti altri problemi di salute come diabete o malattie cardiovascolari). Almeno il 5% degli americani soddisfa questi criteri.
 

A cosa serve la chirurgia bariatrica?

L’obiettivo è indurre una perdita di peso a lungo termine e quindi un miglioramento della qualità di vita dei soggetti obesi, con un minor rischio di insorgenza di patologie associate al peso eccessivo e di mortalità. Non essendo esente da rischi e complicanze, la chirurgia bariatrica va destinata solo ai pazienti per i quali, dopo indicazione medica dello specialista, se ne ravveda l’effettiva necessità.

Rispetto ai tipi di chirurgia bariatrica, ne esistono diversi, ma tutti mirano a ridurre l'apporto calorico e la quantità di cibo che è possibile ingerire e/o causare malassorbimenti. Operazioni restrittive, come la sutura gastrica (gastroplastica) o il bendaggio gastrico regolabile, riducono le dimensioni dello stomaco e rallentano la velocità con cui si svuota. La procedura di bypass gastrico Roux-en-Y combina la restrizione dello stomaco con la modifica dell'intestino, al fine di ridurre l'assorbimento dei nutrienti durante la digestione.

L’indicazione all’intervento viene generalmente posta solo alla fine di un percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale durante il quale il paziente viene seguito da un’équipe interdisciplinare costituita da diverse figure professionali (chirurgo, dietista/nutrizionista e psicologo/psichiatra) per individuare il trattamento più adeguato al suo stato di salute.

La chirurgia bariatrica consente quindi alle persone gravemente obese di perdere quantità significative di peso e sta diventando sempre più popolare soprattutto negli Stati Uniti. Già circa un ventennio fa, nel 2000, circa 36.700 americani erano stati sottoposti a qualche tipo di procedura chirurgica bariatrica; dieci anni dopo i numeri aumentarono notevolmente, più di cinque volte, per cui circa 205.000 persone si avvalsero di tali procedure. Ad oggi ogni anno, negli Stati Uniti, circa 160.000 persone si sottopongono a chirurgia bariatrica. Questo dato rappresenta circa i due terzi del numero totale di procedure bariatriche effettuate nel mondo.

La chirurgia bariatrica è popolare perché è l'opzione di perdita di peso più efficace per le persone la cui obesità rappresenta un grave problema di salute. Allevia anche le complicazioni potenzialmente letali dell'obesità, come il diabete, l'ipertensione e il colesterolo alto. Ma l'intervento in sé è complicato e comporta rischi sostanziali e il recupero può essere impegnativo. È quindi importante che i pazienti che prendono in considerazione tale intervento chirurgico siano preparati mentalmente oltre che fisicamente.
 

L’importanza di un approccio multidisciplinare

Per questo motivo, un panel di consenso del 1991 convocato dal National Institute of Health, che ha sviluppato criteri per la chirurgia bariatrica ancora ad oggi ampiamente seguiti, ha incoraggiato un approccio multidisciplinare sia per valutare i pazienti che per aiutarli nel recupero. Gli esperti hanno raccomandato che i pazienti siano valutati da un gruppo che includa esperti medici, chirurghi, nutrizionisti e psichiatri. Tuttavia, il panel non ha specificato che tipo di valutazioni psicologiche eseguire e non sono ancora disponibili linee guida condivise a livello internazionale su questo aspetto della procedura.

Mentre i medici hanno acquisito maggiore esperienza con la chirurgia bariatrica rispetto ai suoi rischi e benefici fisici, gli aspetti psicologici restano meno conosciuti. Eppure, circa il 25% dei pazienti che si sono sottoposti a chirurgia bariatrica afferma di essere in cura da un professionista della salute mentale al momento dell'intervento, mentre dal 12% al 38% afferma di utilizzare farmaci psichiatrici.
 

Quali sono gli aspetti psicologici?

Ma quale ruolo giocano in questo contesto i fattori psicologici prima e dopo la chirurgia? È importante sottolineare come gli aspetti emotivi abbiano un “peso” fondamentale nella riuscita dell’intervento e mantenimento del calo ponderale. La sola azione chirurgica non riesce, infatti, a modificare a lungo termine quegli atteggiamenti disfunzionali che sono stati la causa del rapporto problematico con il cibo. Così, dal paziente che si iperalimenta per gestire stati emotivi particolari, a quello che “utilizza” la barriera protettiva di adipe come meccanismo difensivo o, ancora, ad un individuo in cui lo stato di obesità sia funzionale a determinati “vantaggi” affettivi, appare chiaro che affidarsi ai ferri chirurgici piuttosto che agli strumenti della psicologia e/o psicoterapia può apparire come la “soluzione” solo a chi non vuole vedere e conoscere le cause del problema.

Tra i soggetti affetti da obesità c’è un’alta incidenza di comorbilità psicologiche, in particolare sbalzi d’umore, ansia e bassa autostima. I pazienti con grave obesità sono cinque volte più portati della media a soffrire di gravi episodi depressivi. La correlazione tra le due condizioni è multifattoriale. L’insoddisfazione per il proprio aspetto, comune tra chi soffre di sovrappeso, è pesantemente correlata con i sintomi della depressione, in particolare nelle donne a causa dell’enfasi che la società pone sulla fisicità femminile. I soggetti affetti da obesità sono inoltre vittima di pregiudizi e discriminazioni, che possono aggravare la depressione.

I numerosi tentativi falliti di perdere peso possono contribuire a inasprire la depressione, la sfiducia e la bassa autostima, portando a prendere ulteriore perso. Esattamente come succede per le comorbilità fisiche, le complicazioni psicologiche si accentuano man mano che il peso aumenta e compaiono problematiche come diabete o disturbi cardiovascolari. I pazienti che richiedono un intervento bariatrico hanno mediamente più problemi psicologici di quelli che non ne hanno bisogno o che si sottopongono solo a una terapia dietetica e una rieducazione comportamentale. Spesso si approcciano a questa soluzione in seguito ad un avvenimento traumatico. Sebbene la chirurgia bariatrica sia generalmente associata a un miglioramento della salute mentale e della qualità della vita, i cambiamenti psicologici e comportamentali postoperatori sono meno prevedibili dei cambiamenti fisici.
 

Depressione e disturbi dell'umore

I disturbi dell'umore colpiscono molte persone eleggibili per la chirurgia bariatrica. Circa la metà dei candidati alla chirurgia bariatrica afferma di aver sperimentato depressione o qualche altro disturbo dell'umore ad un certo punto della propria vita. Uno studio epidemiologico invece ha scoperto che le persone con un IMC superiore a 40 avevano cinque volte più probabilità di avere avuto una forma grave depressione nell'anno precedente rispetto a una persona di peso medio. Disturbi d'ansia sono stati diagnosticati nel 48% dei candidati alla chirurgia bariatrica.

La perdita di peso dopo la chirurgia bariatrica generalmente migliora l'umore, almeno inizialmente. Uno studio svedese, Swedish Obese Subjects, che ha seguito i risultati di oltre 2.000 persone fino a 15 anni dopo essersi sottoposti all’intervento di chirurgia bariatrica, ha riscontrato riduzioni della depressione e dell'ansia un anno dopo l'intervento. Ad esempio, i punteggi della depressione sono diminuiti del 40% nei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica, rispetto al 10% nel gruppo dei pazienti di controllo. I ricercatori hanno notato miglioramenti simili nei punteggi di ansia.

Tuttavia, quando i pazienti sono stati valutati di nuovo a due e quattro anni dopo l'intervento bariatrico, i loro punteggi di depressione e ansia erano leggermente aumentati rispetto ai livelli registrati durante il primo anno dopo l'intervento. Non è chiaro quanto di questo sia dovuto all'insoddisfazione per la quantità o il tasso di perdita di peso (che può stabilizzarsi con il tempo o non essere così significativo come sperava la persona).

Alcune ricerche hanno riscontrato tassi di suicidio più alti del previsto tra i pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica. Ad esempio, un gruppo dell'Università di Pittsburgh, che ha analizzato i risultati di 16.683 operazioni di chirurgia bariatrica eseguite in Pennsylvania tra il 1995 e il 2004, ha scoperto che 16 persone si erano suicidate entro cinque anni dall'intervento, significativamente più di quanto i ricercatori si aspettassero sulla base delle statistiche statunitensi aggiustate per età per la popolazione generale.

Non è chiaro se un ulteriore rischio di suicidio sia dovuto a una storia di depressione, alle sfide psicologiche dell'obesità grave o forse alla delusione per i risultati della chirurgia bariatrica. Tuttavia, il rischio sottolinea ulteriormente l'importanza di fornire assistenza per la salute mentale ai pazienti sia prima che dopo la chirurgia bariatrica. Nello studio della Pennsylvania, ad esempio, la maggior parte dei suicidi si è verificata un anno o più dopo l'intervento.
 

Problemi alimentari

A una parte delle persone che considerano la chirurgia bariatrica (dal 10% al 25%) è stato diagnosticato un disturbo da alimentazione incontrollata mentre circa il 5%-20% ha la sindrome da alimentazione notturna. Naturalmente l'obesità grave si sviluppa molto probabilmente a causa di alcuni schemi alimentari disordinati di base, diagnosticati o meno. È saggio quindi includere un piano per correggere i comportamenti alimentari, sia prima dell'intervento chirurgico che durante il recupero. Diversamente, problemi alimentari e digestivi possono complicarne il recupero.

Ad esempio, gli studi hanno scoperto che una condizione nota come “sindrome da svuotamento” (dumping symdome) si verifica nel 50-70% dei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico di bypass gastrico. I suoi sintomi includono:
  • rossore al viso;
  • palpitazioni;
  • vertigini;
  • affaticamento;
  • diarrea.
Questi sono spesso innescati dal consumo di cibi che contengono molto zucchero. Ciò si verifica perché il tratto digestivo è stato alterato in modo tale da influenzare il rilascio di alcuni ormoni ed enzimi digestivi. Altre ricerche indicano che circa la metà dei pazienti sottoposti a procedure bariatriche restrittive sperimenterà nausea e vomito, di solito perché mangiano troppo e troppo rapidamente. Diversi studi indicano che sia la sindrome da dumping che la nausea postoperatoria, possono essere provocate almeno in parte dalle abbuffate.

Illustrazione 2 - Psicologia

 

Quali sono gli aspetti psicologici post-operatori?

In realtà i miglioramenti sarebbero da attribuire a qualcosa in più della semplice perdita di peso e del cambiamento della concezione di sé come conseguenza del dimagramento. Spesso ci sono progressi anche nei pazienti che non riescono a perdere peso dopo l’operazione, oppure nelle settimane immediatamente successive all’intervento, quando ancora non ci sono miglioramenti dal punto di vista fisico. Questo potrebbe essere legato al fatto in sé di prendere una decisione per cambiare la propria vita, più che al risultato, oppure all’aver preso le distanze dall’avvenimento traumatico che li ha portati a richiedere l’operazione.

Esiste comunque una minoranza significativa di pazienti che non ottengono benefici psicologici o che hanno ricadute sul lungo termine. Le aspettative irrealistiche sui cambiamenti radicali nella vita che molti individui hanno prima dell’operazione, può portare a gravi delusioni anche in caso di calo di peso significativo. Altri capiscono invece che alcune problematiche preoperatorie persisteranno anche dopo l’intervento o che non possono più attribuire al loro peso la colpa di eventi perturbanti.
 

Ulteriori aspetti di rilevanza

L'obesità compromette la qualità generale della vita. E sebbene siano state fatte meno ricerche in questo settore, sembra che la chirurgia bariatrica migliori la qualità della vita per i pazienti, anche se potrebbe essere necessario del tempo prima che si possano notare dei cambiamenti.

Numerosi studi hanno scoperto che le persone che si sottopongono a chirurgia bariatrica si sentono meglio riguardo al modo in cui si prendono cura; ad esempio, è stato osservato che il 70% dei pazienti mostrava gravi problemi con la propria immagine corporea prima dell'intervento chirurgico ma solo il 4% dopo. Sebbene solo pochi studi abbiano esaminato l'impatto della chirurgia bariatrica sulle relazioni e sul matrimonio, indicano che l'esito post-operatorio dipende in gran parte dalla qualità della relazione pre-chirurgica. In generale però, le relazioni hanno maggiori probabilità di migliorare che peggiorare dopo la chirurgia bariatrica.
 

Complicanze psicologiche della chirurgia bariatrica

Dopo il periodo della “luna di miele”, ossia a seguito della fase immediatamente successiva all’intervento, le ricerche suggeriscono che il verificarsi di un peggioramento dell'umore possa essere dovuto in parte a un livello più elevato di complessità psichiatrica, ad aspettative non realistiche sulla perdita di peso e sui cambiamenti che comporterebbe, ad un malassorbimento di farmaci dopo l'intervento chirurgico e altri fattori, molti dei quali devono ancora essere pienamente compresi.

Meno attenzione è stata dedicata ad altre complicazioni psicologiche che potrebbero verificarsi prima, nella fase di adattamento post-chirurgico. I dati che la ricerca e l'esperienza clinica forniscono, infatti, mostrano alcuni fenomeni tipici:

Lutto per la perdita di cibo

Si mangia per molte ragioni: fame fisica, per lenire le emozioni negative, per festeggiare, per connetterci socialmente o semplicemente perché il cibo ha un buon sapore. Essere a dieta liquida nel perioperatorio spesso porta alla sconcertante consapevolezza che mentre potrebbe esserci meno fame fisica mentre persistono le voglie mentali. I pazienti che hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica a volte descrivono un processo di lutto mentre lasciano andare il ruolo che il cibo ha avuto nelle loro vite. In un recente studio sulle complicanze psicologiche tra uno e tre mesi dopo l'intervento chirurgico, circa il 5% dei pazienti ha approvato questo processo di lutto.

Coloro che riferiscono di sentirsi fuori controllo rispetto alla propria alimentazione prima dell'intervento potrebbero sentirsi delusi dal fatto che la perdita di controllo persiste dopo l'intervento, ma forse cambia solo il modo in cui questa si manifestava. Anche i pazienti che non si sono cimentati in abbuffate o “mangiate emotive” prima dell'intervento potrebbero sentire di aver perso la capacità di mangiare in qualunque modo scelgano, in particolare in occasione di eventi sociali in cui il cibo è spesso un obiettivo primario.

Simile al lutto per la perdita di una persona cara, il lutto per la perdita del cibo potrebbe comportare il passaggio attraverso fasi di negazione, rabbia, depressione, contrattazione e accettazione, non sempre in modo ciclico.

Rimpianti per l'intervento chirurgico

Per gli interventi chirurgici di emergenza, i pazienti potrebbero essere consapevoli del potenziale di complicanze e in effetti sperimentarne alcune, ma il sentire di non avere scelta rende improbabile che si attribuiscano la colpa di aver subito un intervento chirurgico. Al contrario, nonostante le potenti motivazioni per perseguire la chirurgia bariatrica, è ancora considerata una "procedura elettiva" e i pazienti devono valutare attentamente i rischi e i benefici nelle loro particolari circostanze.

Pertanto, nel bel mezzo di complicazioni psicologiche e/o mediche nel primo periodo post-chirurgico, i pazienti potrebbero chiedersi: "Perché mi sono fatto questo?" o "Perché non potrei semplicemente perdere peso senza un intervento chirurgico?"

I rimpianti di solito svaniscono con il passare del tempo e i benefici previsti della chirurgia si concretizzano. Uno studio ha indicato che il 6,4% dei pazienti ha rimpianti a un mese e il 4,3% a tre mesi dopo l'operazione, e un altro studio ha indicato che nessuno dei pazienti intervistati tra i cinque e i 24 mesi dopo l'operazione si è pentito dell'intervento chirurgico, nonostante gli esiti contrastanti. Tuttavia, fino al superamento dell'immediato periodo postoperatorio, i pazienti hanno bisogno di supporto per gestire le emozioni contrastanti sulla loro decisione.

Cambiamenti nelle relazioni

Anche subito dopo l'intervento chirurgico, molti pazienti notano un mix di cambiamenti di relazione negativi e positivi. I pazienti hanno spesso bisogno di rispondere a molte domande sulla loro perdita di peso, alimentazione e chirurgia che potrebbero sembrare invadenti e aumentare i sentimenti di vulnerabilità. Amici e familiari, alcuni dei quali potrebbero avere problemi legati al peso, potrebbero sentirsi rifiutati, lasciati indietro, non necessari o gelosi. Potrebbero anche avere difficoltà a esprimere il loro amore e apprezzamento per il paziente senza cibo, il che potrebbe portare a "spinte di cibo" (cioè "È tutto quello che mangerai?"), sabotaggio intenzionale o non intenzionale o a socializzare quando il cibo non è più l'obiettivo primario.

Illustrazione 3 - Psicologia

La ricerca suggerisce che il divorzio e la separazione sono più comuni nei pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, il più forte predittore di divorzio post-chirurgico sono le relazioni già problematiche o tese prima dell'intervento chirurgico, suggerendo che i pazienti potrebbero sentirsi autorizzati a lasciare relazioni malsane. Inoltre, rispetto a quelli con obesità che non si sottopongono a intervento chirurgico, i pazienti che lo fanno e che erano precedentemente single è più probabile che inizino nuove relazioni e che si sposino dopo l'intervento chirurgico.

I potenziali cambiamenti positivi nelle relazioni includono:
  • aumento della capacità fisica di perseguire interessi nuovi o rinnovati, che potrebbe quindi portare a trascorrere del tempo più piacevole con amici e familiari;
  • rete di supporto più ampia, compresi altri pazienti che hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica;
  • aumento della fiducia in sé stessi e miglioramento dell'immagine corporea, che porta a una migliore intimità;
  • la terapia individuale e/o di coppia può aiutare i pazienti a gestire i cambiamenti nelle relazioni, migliorare la comunicazione assertiva e ampliare le reti di supporto sociale.
 

Paura di riprendere peso

Nel momento in cui i pazienti decidono di intraprendere la chirurgia bariatrica, hanno provato una media di 15 diete, con soli successi a breve termine e aumento di peso continuo. La chirurgia bariatrica può quindi sembrare una "ultima risorsa" e la pressione per l'intervento chirurgico “risolutivo” è intensa. Questa pressione potrebbe essere aggravata dal giudizio percepito o effettivo di altri che considerano la chirurgia come "la via d'uscita più facile".

Dopo una perdita di peso più rapida e più evidente, i pazienti potrebbero dover affrontare un controllo su quanto hanno perso, come lo hanno perso, cosa stanno mangiando e se stanno recuperando il peso che hanno perso. Inoltre, gli “altipiani di perdita di peso”, una parte normale di una progressione di perdita di peso più graduale, possono essere promemoria delle frustranti montagne russe della perdita di peso e del recupero sulle diete e portare all'allarme o allo scoraggiamento. I pazienti potrebbero presumere che stanno facendo qualcosa di sbagliato perché hanno perso peso più velocemente con una precedente dieta alla moda.

In contrasto con le altre complicazioni psicologiche menzionate in precedenza, la paura di riguadagnare peso aumenta nel tempo (14,3% a un mese, 20,7% a tre mesi dopo l'operazione). Per inciso, mentre una leggera ansia potrebbe aumentare la motivazione per continuare ad abitudini alimentari sane, più i sintomi possono sembrare paralizzanti o portare a un aumento del consumo emotivo. Pertanto, è fondamentale aiutare i pazienti ad abbattere i modelli di pensiero negativi e ricordare che la chirurgia bariatrica ha molte più probabilità di ottenere i risultati a lungo termine che desiderano.
 

Valutazioni suggerite

Non ci sono ancora delle linee guida internazionali ufficiali, ma l'American Society for Metabolic and Bariatric Surgery suggerisce che i medici valutino le seguenti aree nei pazienti che considerano la chirurgia bariatrica:
  • stato comportamentale;
  • passati tentativi di perdita di peso;
  • modelli alimentari;
  • livelli di attività fisica;
  • uso di sostanze;
  • comportamento impulsivo o compulsivo;
  • storia penale o legale;
  • stato cognitivo ed emotivo
  • funzionamento cognitivo;
  • consapevolezza dei rischi e dei benefici della chirurgia;
  • abilità di coping;
  • psicopatologia;
  • situazione attuale
  • fattori di stress;
  • supporto sociale;
  • motivazione e aspettative;
  • ruolo dello psicologo.

Le Linee Guida consigliate e adottate dalla “Società Italiana Chirurgia dell’Obesità” (S.I.C.OB.) sottolineano l’importanza dello psicologo nelle attività di valutazione psicodiagnostica, atte ad individuare caratteristiche di personalità del paziente ma anche eventuali controindicazioni specifiche per la chirurgia bariatrica. In aggiunta all’attività valutativa e diagnostica, lo psicologo risulta determinante nel contribuire al successo dell’intervento di chirurgia bariatrica nel lungo termine, attraverso un trattamento – in equipe multidisciplinari – sugli stili di vita e sugli stili alimentari. Quindi, non più solo programmi dietologici prescrittivi, in cui il dietologo “prescrive la dieta e l’esercizio”, ma interventi psicologici che si pongono l’obiettivo di aiutare il soggetto obeso ad aumentare la propria capacità di gestione del proprio comportamento alimentare e, di conseguenza, del proprio peso corporeo. Lo psicologo ha quindi un ruolo importante anche nelle equipe multidisciplinari di chirurgia bariatrica, cioè la chirurgia per la riduzione del peso in eccesso. I compiti dello psicologo, in questo ambito, sono relativi a:
  • valutazione d’idoneità all’intervento;
  • accompagnamento nel percorso pre e post-operatorio;
  • supporto nel modificare lo stile di vita;
  • sostegno nella gestione delle criticità nel medio e lungo termine.
Gli strumenti usati sono:
  • il colloquio clinico;
  • la somministrazione di test e questionari;
  • la conduzione di gruppi psicoeducativi;
  • il supporto ai gruppi di auto mutuo aiuto.
Le implicazioni motivazionali, comportamentali, relazionali ed emotive sono oggetto della valutazione psicologica necessaria per l’accesso al percorso chirurgico e richiedono competenze specifiche.

Illustrazione 4 - Psicologia

Domande per il futuro

Poiché i ricercatori continuano a seguire le persone che hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica per periodi di tempo sempre più lunghi, è probabile che emergano altre valutazioni su benefici e rischi. Una questione molto controversa, non ancora dimostrata, è che la chirurgia bariatrica può far perdere peso ad alcune persone ma poi "trasferire" la loro dipendenza dal cibo a qualche altra dipendenza dannosa.

Alcuni tipi di chirurgia bariatrica aumentano la velocità con cui l'alcol viene assorbito, in modo che le persone subiscano l’intossicazione da alcol con quantità minori rispetto a prima dell'intervento. Ciò può aumentare il rischio di dipendenza nelle persone che sono vulnerabili alla dipendenza, sottolineando la necessità di valutazioni sull'abuso di sostanze prima e dopo l'intervento chirurgico. La mitigazione delle complicanze psicologiche implica il supporto del gruppo bariatrico sia prima che dopo l'intervento chirurgico.

Prima dell'intervento chirurgico, i pazienti sono spesso giustamente entusiasti e ottimisti riguardo ai molti cambiamenti positivi che dovrebbe portare e alcuni potrebbero minimizzare il potenziale di disagio. Tuttavia, ridurre al minimo il potenziale di difficoltà future prepara i pazienti a sorprese e frustrazione se/quando si presentano delle sfide. La valutazione della salute comportamentale può essere il forum ideale per identificare le vulnerabilità individuali di un paziente allo sviluppo di complicazioni psicologiche, nonché i punti di forza che possono sfruttare per aiutare nell'adattamento emotivo. Appuntamenti condivisi e gruppi di supporto offrono l'ulteriore vantaggio di aiutare i pazienti a sentirsi convalidati quando si rendono conto di non essere soli nelle loro lotte.

Ciò che è chiaro è che la chirurgia bariatrica è lontana dalla "facile via d'uscita". I pazienti devono lavorare tanto, se non di più, rispetto alle diete, con l'ulteriore sfida dei cambiamenti psicologici/emotivi che possono sembrare inaspettati e isolanti. Dopo i primi mesi, i pazienti di solito riferiscono di essersi stabilizzati nella loro "nuova normalità", ma scegliere la chirurgia bariatrica significa intraprendere un processo di apprendimento permanente su come gestire un diverso rapporto con il cibo e il corpo, sottolineando la necessità di supporto multidisciplinare a tempo indeterminato. I fornitori di trattamenti bariatrici sono incoraggiati a educare i pazienti sulle potenziali sfide prima dell'intervento chirurgico, informarsi sulle complicazioni psicologiche in seguito, convalidare le esperienze difficili e collegare i pazienti alle risorse necessarie all'inizio del periodo di adattamento per prevenire l'escalation dei problemi. La sola chirurgia bariatrica non riesce a modificare a lungo termine gli atteggiamenti disfunzionali all'origine del rapporto problematico con il cibo.

 

Bibliografia

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