L’approccio gruppoanalitico come continuum di quello psicoanalitico, riguarda la teoria che studia la relazione di causalità tra gli accadimenti interni all’essere umano a partire dalla matrice familiare, quelli esterni e quelli sociali. Lavorando sull’interrelazione di queste parti presenti nell’essere umano, inserito in un contesto familiare interpersonale e sociale, porta l'analizzando ad un livello di conoscenza del Sé che diventa trasformativo.

Troviamo nella teoria gruppo analitica di S. H. Foulkes due concetti fondamentali, quello di rete e di matrice:

La rete è formata da tutti quei collegamenti consci ed inconsci che vengono a crearsi tra gli individui, un intreccio di relazioni che formano la trama della nostra vita e che ne sono il sostegno ed anche il limite. In tutti i contesti esistono delle reti, siano esse di natura affettiva, economica, comunicativa ecc. Per fare degli esempi, la famiglia è una rete, cosi come lo è una comunità, un'aggregazione religiosa, o lo staff di un ufficio. Nell’analizzando che manifesta un sintomo è, secondo questa concezione, un elemento all'interno di questa lunga sequenza di relazioni; un nodo che si è formato all'interno di questa rete e di cui è il prodotto.

La matrice. Ciascuna rete, a sua volta, genera una matrice, ossia un insieme di pre-concezioni consce ed inconsce di ciascun elemento rispetto agli altri membri della rete e alla rete nella sua totalità. Per esemplificarla, la matrice di una rete famigliare è l'insieme delle credenze, dei valori, del retaggio culturale, degli aspetti sociali, affettivi e comportamentali che ogni persona all'interno della famiglia attribuisce ad un altro membro della stessa famiglia ed alla famiglia nel suo insieme. Se pertanto concepiamo la possibilità che sia stata una specifica rete e la sua relativa matrice a originare un elemento di disagio all'interno dell'individuo, allora la specifica funzione terapeutica della gruppoanalisi è quella di creare una nuova rete che a sua volta generi una nuova matrice (matrice dinamica) da contrapporre alla matrice personale.

Il prodotto del lavoro di analisi libera dalle dinamiche disfunzionali originarie, così la trasformazione non può restare interna ma diventa visibile all'esterno, cambiando la qualità delle relazioni affettive, interpersonali e sociali. L'analizzando allora inizia ad evolvere anche nel contesto lavorativo, dal momento che può attingere a tutte le sue risorse vitali e creative, riattivando la componente generativa come rinascita dopo una morte, rappresentata dal periodo di sofferenza, di crisi, riassumibile attraverso il sintomo emotivo-corporeo. 

La sofferenza psichica è un vissuto esistenziale che fa parte della natura umana. Nella normalità dovrebbe costituire un fatto reversibile legato a determinati momenti dell’esistenza ed alla possibilità di recupero di uno stato di benessere. La reversibilità è legata tuttavia all’entità, alla natura e al perdurare della situazione che può averla creata. Vi sono eventi legati ad incidenti o malattie gravi, disastri naturali, perdita dei figli, che lasciano uno strascico di sofferenza difficilmente superabile senza un intervento specialistico che possa accogliere il dolore, renderlo parlabile e accompagnare da una condizione di morte ad una rinascita.

La sofferenza che non si risolve da sola e che non è conseguenza ad accadimenti esterni ma nasce dall’interno, da sedimenti di disagio divenuti insopportabili rompe un equilibrio creando una frattura interna, diventa fenomeno psicofisico dove mente anima e corpo all'unisono si incontrano per esprimere attraverso il sintomo, la necessità di cambiamento.

Il corpo spesso diventa il luogo che rappresenta il disagio emotivo, così il corpo, una volta liberato dal carico di dolore può tornare ad esprimersi in modo pieno. Il recupero o la strutturazione del sentire, del contatto con la parte emotiva libera le energie costruttive lanciando la persona in un viaggio nuovo. Sentire la realtà esterna, che ci circonda in modo diverso, verticale porta a ri-significare il mondo. Il corpo unitamente alla mente affettività può iniziare un ulteriore viaggio evolutivo.

Il lavoro terapeutico deve portare alla trasformazione dell'individuo, al processo di individuazione separazione e questo processo coinvolte tutto l'essere, il modo di stare al mondo di sentire il mondo, le relazioni, i legami. La giusta distanza da ciò che ci circonda o la giusta vicinanza tale da permettere un sentire senza essere fagocitati, di osservare noi e l'altro significativo e la relazione in essere con la giusta presenza affettivo relazionale.

Bibliografia

S.H.Foulkes, "La Psicoterapia gruppoanalitica", Astrolabio, Roma, 1976

S.H.Foulkes, "Analisi terapeutica di gruppo", Boringhieri, Torino, 1967