Covid-19: disturbi dell'umore post-pandemia

L'emergenza covid 19, ha messo a dura prova la tenuta psicologica delle persone alle prese con una situazione insolita nella sua drammaticità. Il timore del contagio, le misure di isolamento, tanto indispensabili sul piano sanitario, quanto difficili su quello umano, la solitudine, i lutti, le incertezze economiche: sono tutti elementi che possono far nascere attacchi di ansia, stress, paure, disagio.

Illustrazione 1 - Psicologia

 

Il servizio di supporto psicologico

Ricordo che è stato operativo fin dal 27 aprile il numero verde di supporto psicologico attivato dal Ministero della Salute e della Protezione Civile. Molte società scientifiche in ambito psicologico e l'Ordine psicologico della regione Lazio, hanno aderito all'iniziativa di offrire sottoforma di volontariato, un ascolto approfondito e competente, con colloqui di sostegno, protratti fino a 4 volte, via telefono o online. L'obiettivo è quello di fornire consultazioni esperte attraverso un ascolto empatico del dolore e dell'angoscia connessa all'emergenza, favorendo così l'attivazione di un processo di elaborazione dell'evento traumatico.

Coloro che hanno utilizzato questo servizio, già dal primo colloquio, hanno acquisito competenze emotive e cognitive per affrontare anche il post-emergenza.

Ansia pervasiva e disagio diffuso: come abbiamo reagito al Covid-19

Le emozioni che si sono presentate nel lockdown sono tali che possono mettere a rischio la salute mentale:

  • paura
  • ansia pervasiva
  • stato di disagio diffuso

Tutto si è fermato in una situazione di incertezza, mettendo a nudo il nostro limite, il crollo onnipotente, generando un senso di impotenza e la possibilità di controllare poco l'andamento delle cose.

Il Covid-19 nei bollettini della Protezione Civile: guerra o malattia?

I bollettini della Protezione Civile, si riferivano come ai bollettini di guerra, ma lo scenario non era di una guerra o di una malattia classica, evidente. Il nemico è invisibile e i suoi effetti letali li abbiamo conosciuti a poco a poco. Siamo stati disgregati da persone e luoghi che erano dei punti di riferimento per il nostro equilibrio. Siamo stati chiusi nelle case,che sono diventate il nostro rifugio, che ci proteggevano dal nemico. I dispositivi di protezione che ci venivano indicati: disinfettanti, mascherine, distanziamento sociale, venivano accettati, perchè la paura profonda è la paura di morire o di veder morire. A seguire l'isolamento.
 

Asse dello stress: cosa ci è successo in pandemia

Le emozioni fin qui nominate vanno al di là della paura conosciuta come difesa di attacco-fuga elaborata a livello corticale e sottocorticale del cervello, per intenderci quella conosciuta nel mondo animale. Il potrarsi dell'isolamento, tre mesi, e non più settimane, che già di per sè è antifisiologico, l'asse dello stress attivo per troppo tempo, accende il circuito della sofferenza, della perdita, del dolore.

Come funziona l'asse dello stress?

In una situazione di angoscia, di perdita, di separazione, momenti in cui la persona sperimenta un forte dolore, attiva l'asse dello stress che, attraverso la produzione di ormoni dall'alto del cervello incita le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, il cui rilascio è dovuto anche allo stress di separazione. Il cortisolo ha molteplici funzioni adattive, anche quello di inibire lo stress. Se non avviene questa interruzione, l'individuo è sottoposto ad una tensione prolungata, si avranno casi di stress cronico con gravi effetti cerebrali per esaurimento delle sostanze necessarie per far funzionare le emozioni positive (dopamina, noradrenalina, serotonina). Si ipersensibilizza il sistema della sofferenza e una delle manifestazioni di questa prolungata sofferenza sono gli attacchi di panico. I soggetti predisposti potrebbero avere ricadute diffuse e su larga scala.
 

Agorafobia: perchè da dopo il Covid-19 ho paura degli spazi aperti?

Un aspetto tipico del panico è l'agorafobia, la paura dei luoghi aperti, di sentirsi esposti senza una adeguata protezione, da qui la necessità di essere accompagnati con sensazioni di non respirare, accelerazione cardiaca, sensazioni simili alla paura di morire. Il disturbo di panico è una complessa situazione clinica che emerge di fronte ad esperienze emozionali. L'angoscia di restare soli e senza supporto, comunque rimanda ad un imprinting di una sofferenza precoce.
 

Il sostegno psicologico è efficace per ridurre il dolore?

Molti hanno chiesto aiuto, anche online, per ricevere sostegno psicologico, in quanto molte persone, con gli ambulatori chiusi, con terapie in corso, andavano alla ricerca di un pò di sollievo: c'è stato fin da subito una riduzione del dolore.

L'attenzione all'aspetto psicologico è parte della cura. Ogni forma di dolore risente molto della dimensione psicologica, stress e dolore sono intimamente connessi. Sappiamo che il beneficio indotto dai farmaci tende ad essere nullo, a ridursi o a scomparire se non viene associato ad un adeguato programma di sostegno psicologico e psicoterapeutico. Nel covid-19 si è riscontrata una carenza comunicativa, laddove la gestione condivisa tra medici è necessaria in questi contesti.

 

Bibliografia

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