Cosa intendiamo con stato di grazia?
"Stato di grazia" è una locuzione che ha un certo interesse per la psicologia e per le ragioni che in seguito esporrò. Innanzitutto, va detto che è il titolo di un film del 1990 che, pur avendo avuto un risultato di botteghino modesto, è stato accolto unanimemente con simpatia da parte del pubblico. Non voglio parlare del film perché non sono un intenditore di quel genere, ma solo illustrare il significato delle parole: Stato di grazia. In teologia è: "la condizione di chi gode della grazia santificante per vivere permanentemente secondo le regole della dottrina cristiana" (cfr. De Mauro).
In psicologia è "la condizione di eccezionale euforia, ispirazione, capacità di rendimento" (cfr: De Mauro). Quest'ultima è la condizione che l'uomo dovrebbe conquistare dopo un'efficiente psicoterapia, ma si sa, che il cammino è difficile e tortuoso perché il punto di partenza non è mai uguale per tutti.
C'è chi non crede più in sé stesso, per depressione o per differenti forme di abbassamento umorale e c'è chi crede troppo in sé stesso con violenza e arroganza per aver ereditato uno spettro psicotico dai propri antenati. Sono queste due situazioni opposte che richiedono trattamenti diversi, ma per tutte e due, lo "stato di grazia" è il punto di arrivo, a condizione che essi sappiano chiedere aiuto.
Quanto è importante chiedere aiuto?
"Chiedere aiuto" è un'altra locuzione molto importante per la psicologia perché nella domanda si nascondono due desideri uguali e contrapposti: quello di uscire da una triste situazione di avvilimento o da uno stato di eccessiva aggressività e la paura di non riuscire a conseguirne il risultato. Le due paure, vissute nella stessa intensità, annullano il desiderio di migliorare la propria condizione fino al punto di condurre gli individui a mettersi in attesa di qualcosa che migliori la situazione indipendentemente dalla propria volontà: così facendo l'individuo vive male la propria vita in una speranza illimitata senza comprendere la propria precaria condizione.
Le persone depresse sono vittime di questa contraddizione, mentre le persone psicotiche, avendo stabilito che il malato è sempre l'altro, sono martiri della propria arroganza.
Un giovane di ventotto anni depresso, recentemente, così ha risposto ai miei incoraggiamenti: "Lei professore ha ragione, ma lei cammina, guarda la strada e si ferma al semaforo; io quaggiù, mi sono perso e non vedo più nulla, né trovo la via d'uscita e anche se ci fosse, non sarei in grado di percorrerla, perché sto male".
Un giovane di trent’anni con spettro psicotico così ha risposto al mio tentativo di sedare la sua irruenza: "Lei non potrà mai capire il mio stato; lei come tutti gli altri, pensa che io sia pazzo, ma in realtà il pazzo è lei che vuol capire ciò che non può comprendere".
L'importanza della psicoterapia
Lo "stato di grazia" non esiste all'inizio di ogni terapia psicologica e questo è il motivo per cui alcuni si perdono per la strada rimanendo in attesa di un aiuto che non arriverà mai: il depresso continuerà a commiserarsi, lo psicotico accuserà sempre gli altri come presunti responsabili dei propri mali.
La psicoterapia all'inizio è come un placebo: solo chi ci crede otterrà risultati, ma ciò dipende anche dallo psicologo perché solo chi saprà presentare un buon progetto terapeutico otterrà il cliente.