In che modo si sviluppa un tumore al seno?

Dopo aver acquisito alcune nozioni di anatomia, affrontiamo ora il capitolo riguardante i meccanismi di nascita e di crescita del tumore.

È questo un argomento estremamente importante, perché l'essere riusciti a ricostruire la storia biologica del carcinoma della mammella, ha consentito di mettere in opera quelle strategie di prevenzione note oggi con il nome di "screening", mirate a sorprendere il tumore prima che questo sorprenda noi.

Vedremo, pertanto, in questo breve capitolo, come si sviluppa il carcinoma della mammella e quali sono le tappe fondamentali di crescita.

Come abbiamo visto in precedenza, le strutture fondamentali della ghiandola mammaria sono il lobulo ed il dotto.

Entrambi sono rivestiti al loro interno da uno strato di cellule, definito epitelio. Distinguiamo, pertanto, un epitelio duttale ed un epitelio lobulare, ambedue adagiati su una membrana detta lamina o membrana basale.
 

Illustrazione 1 - Chirurgia Generale


Cosa vuol dire iperplasia duttale?

La prima tappa di trasformazione neoplastica delle cellule, viene definita iperplasia semplice. Si intende con iperplasia una proliferazione di cellule (un aumento del numero) che, pur mantenendo aspetti  pressoché normali, si predispongono alla degenerazione neoplastica. Ora a seconda che l' iperplasia si verifichi a carico dell'epitelio del dotto o del lobulo, avremo un’iperplasia di tipo duttale o di tipo lobulare. Da questo momento in poi distinguerò le tappe di crescita in duttali e lobulari, in quanto a seconda della sede di insorgenza della lesione, avremo due tipi di tumore diversi.
 

Cos'è l'iperplasia duttale atipica?

È quella proliferazione  cellulare che si verifica all'interno del dotto, accompagnata da una iniziale alterazione morfologica delle cellule (atipie). In questa fase il rischio di sviluppare un carcinoma di tipo infiltrante è ancora moderato.

 

Che differenza c’è tra il carcinoma duttale "in situ" e infiltrante?

Con carcinoma duttale in situ intendiamo sempre una  proliferazione epiteliale atipica dove, però, le atipie  cellulari sono tali da far perdere alle cellule la loro normale morfologia. Questo tipo di lesione può essere di tipo "in situ" o di tipo infiltrante.

Nel primo caso la proliferazione neoplastica non oltrepassa la lamina basale (di cui abbiamo parlato sopra), e resta, pertanto, confinata all'interno del dotto. Per contro, viene detta infiltrante  quella proliferazione neoplastica che è riuscita ad oltrepassare la membrana basale. La differenza tra le due è sostanziale perché il carcinoma in situ (fatte le dovute eccezioni) non dà metastasi, mentre il carcinoma infiltrante, potendo raggiungere le strutture vascolari e linfatiche poste all'esterno della lamina basale, può metastatizzare a distanza.
 

Cosa cambia tra l’iperplasia lobulare atipica ed il carcinoma lobulare "in situ"?

 Analogamente a quanto detto per la versione duttale, con iperplasia lobulare atipica intendiamo una proliferazione cellulare e che si sviluppa all'interno del lobulo. Anche in questo caso le cellule iniziano a presentare i caratteri morfologici tipici del carcinoma lobulare "in situ". Tuttavia il rischio di sviluppare un carcinoma infiltrante è maggiore, tanto è  vero che nella nuova classificazione della WHO, sia l'iperplasia lobulare che il carcinoma lobulare in situ vengono inclusi i nella comune denominazione di neoplasia lobulare. Tuttavia e questo tipo di approccio non è condiviso da molti anatomopatologi.
 

Cos’è il carcinoma lobulare infiltrante?

È la variante lobulare che ha oltrepassato la membrana basale.

È importante sottolineare come la presenza di un tipo di tumore non escluda la presenza dell'altro, non è infrequente trovare all'interno di uno stesso nodo mammario entrambi i tipi istologici.

 

Bibliografia

 
  • Addessi, Elena. "Neoplasia mammaria e strategie di prevenzione." 2004
  • Epifanio, M. S., M. Parello, and Lucio Sarno. "Cancro e disregolazione affettiva: uno studio empirico su un gruppo di donne affette da neoplasia mammaria." Alessitimia. Valutazione e trattamento. Astrolabio, 2005. 177-202.