Questa sindrome fu descritta già negli anni ?20 mentre il meccanismo che la determina ed il trattamento furono sono stati chiariti da meno di due decenni. Oggi si ammette che essa dipende dal distacco di cristalli di calcio dalla macula dell'otricolo e dal loro ingresso in un canale semicircolare. in questa sede, durante l'immobilità notturna, i cristalli formano veri e propri ammassi calcolosi i quali, in occasione dei movimenti del risveglio, prendono a scorrere nel canale interessato stimolando la cupola e generando la vertigine.
La vertigine, assolutamente tipica, è di carattere rotatorio, dura meno di 60", è indotta dai movimenti effettuati nello stesso piano del canale semicircolare in cui si trovano i calcoli. Ad essa si associano disturbi accessori quali pesantezza del capo, instabilità, difficoltà di concentrazione, riduzione del visus e nausea.
Prove cliniche come quelle di Hallpike e di Sémont confermano la diagnosi e consentono di programmare la sequenza dei posizionamenti necessari per rimuovere i calcoli dal canale e far cessare la vertigine. Le manovre liberatorie ora in uso sono del tutto indolori, richiedono pochi minuti e risultano immediatamente efficaci nell'80% dei casi al primo tentativo e nel 95% al secondo. Deve esser chiaro che le manovre liberatorie non fanno scomparire i calcoli ma che li trasferiscono dal canale semicircolare all' utricolo e che il loro eventuale reingresso in un canale da luogo alla ripresa della vertigine. Perciò, il successo definitivo della manovra liberatoria e la prevenzione della recidiva vanno perseguiti con altri esercizi "di scuotimento" miranti alla dissoluzione dei cristalli di calcio.
In circa un terzo dei casi, la VPPB si ripresenta a distanza di anni o di mesi come conseguenza di altre patologie generali (turbe cardiocircolatorie, malattie endocrinometaboliche, emicrania, ecc.) o labirintiche (malattia di Menière, otosclerosi cocleare, nevrite vestibolare ecc.). in tali situazioni, sarà ovviamente necessario individuare e trattare anche questi processi morbosi con valore causale per ottenere risultati a più lungo termine.
L'interesse per la "vertigine dei sassolini" deriva dai seguenti motivi:
1) La sua elevatissima frequenza che corrisponde al 25-30% di tutti i vertiginosi;
2) La possibilità, nei casi tipici, di una diagnosi certa con manovre semplici e non invasive, senza necessità di TAC e risonanza magnetica:
3) L'efficacia immediata di trattamenti fisici indolori ed esenti da effetti secondari.