Come si manifesta il disagio sociale?

Un passante, senza alcun appuntamento, suona il campanello, entra nel mio studio e mi chiede se posso concedergli qualche minuto. Acconsento e lui si siede dichiarando di avere un problema di cattiva relazione con gli altri e con il mondo. Infatti, entrando subito nel merito, afferma di non andare d'accordo con nessuno. Giustifica così, la sua impulsività e il suo nervosismo quotidiani: "io vorrei fare una cura psicologica per liberarmi di questa malattia che non mi permette di vivere con tranquillità".

Replico che non si tratta di malattia, bensì del suo modo di vedere le cose in maniera diversa da come realmente vanno, al che lui immediatamente risponde che il suo medico di famiglia gli ha consigliato di consultare uno psicologo per eliminare queste sue nevrosi ossessive. "Per questo sono qui, mi dica cosa devo fare".

​​Illustrazione 1 - Psicologia

 

Come intervenire per risolverlo? 

Convinto di essere malato, insiste nel chiedere una cura per raggiungere un proprio equilibrio interiore. A questo punto gli faccio presente che lo psicologo, in genere, non prescrive medicine e, tanto meno, le ritiene utili per cambiare idea. In certi casi, consiglia un percorso psicologico su base filosofica per comprendere il sistema delle relazioni e della comunicazione umana.

Soddisfatto della mia prescrizione, accetta volentieri l'invito per un primo appuntamento conoscitivo gratuito. 

Il giorno dopo, sorridendo, arriva puntuale all'appuntamento, quasi convinto di aver trovato la soluzione ai suoi diversi e non bene espressi problemi di nervosismo, collera, disagio ambientale, intolleranza nel dover sopportare le parole "di quei quattro imbecilli che ci governano", "impedendoci di lavorare e di pagare le tasse","prima lo Stato ti toglie il lavoro, poi ti costringe a pagare le tasse, ma le pare un mondo giusto?"

Un disagio interiore

Il racconto di questo signore caotico e sconclusionato, improntato sulla protesta e sulla ribellione, è abbastanza lungo ma, nonostante la sua disorganicità, il racconto è gradevole nelle varie sfumature di parole dialettali che coprono il panorama del disagio interiore soprattutto quando tocca il tasto del proprio "quasi sicuro fallimento familiare stante l'ingiustizia del mondo".

 

Perché iniziare un percorso psicologico?

Gli spiego il funzionamento e le ragioni del percorso psicologico su base filosofica, chiarendogli che quella supposta nevrosi è solamente una contraddizione fra ciò che lui vorrebbe e ciò che realmente gli accade. Lo rendo edotto, inoltre, che a volte l'ossessività e l'impulsività contro se stesso e gli altri rendono più espliciti i comportamenti nevrotici perché non trovano libero sfogo mentale. Reiterare un pensiero significa aggravare le proprie contraddizioni per non cambiare e per continuare a essere sempre prigioniero con se stesso ed in disaccordo con il mondo.  

In poche parole, non si può fuggire da noi stessi per paura degli altri, ma occorre cambiare modo di pensare per rimanere dentro questo Universo, cercando di adattarlo lentamente alle nostre esigenze, magari un pezzetto alla volta. 

L’importanza della predisposizione all'ascolto

Noto che a queste parole lui reagisce con un lieve sorriso di accondiscendenza e allora, accettando la sua predisposizione all'ascolto, continuo a dirgli con lo stesso basso tono di voce: "quando tu sei nato, non sapevi che saresti stato costretto a vivere qui e con questa gente, a volte anche ingiusta, ma ora che sei diventato grande, comprendi che tutte queste ingiustizie contro le quali tu giustamente scagli le tue accuse, le abbiamo create noi.

Lo abbiamo fatto con le nostre bugie e le nostre intolleranze e, adesso, tu butti la colpa su quel mondo, dove tu stesso hai costruito la tua casa e dove tu hai fatto nascere i tuoi figli."
Io voglio avere cura di te perché tu comprenda l'importanza di essere qui a discutere insieme per comprendere i nostri limiti e i nostri difetti e non perché tu sei malato.

Incredulo e forse anche un po' sbigottito, guardingo ma fiducioso, mi chiede quando possiamo iniziare il percorso ed io rispondo di aver già cominciato, al che lui replica: "quando ci rivediamo?".

 

Bibliografia

  • Bresci, Marco. "Il disagio dell'anima." Il disagio dell'anima (2004): 1000-1009.
  • Ehrenberg, Alain. La società del disagio: Il mentale e Il sociale. Einaudi, 2010.
  • Troiani, D. "La somatizzazione del disagio." (2009).