Che cosa è il lutto migratorio?
Ho scelto questa tematica, in quanto ritengo sia estremamente importante e perché siamo in tanti a doverla affrontare: l’emigrare in un altro Paese, per una molteplicità di motivi, per un periodo temporaneo o prolungato.Emigrare è un evento che incide profondamente nella vita di una persona, rappresenta un’esperienza con tanti cambiamenti che occorre affrontare, come conoscere persone con una cultura diversa, inserirsi in una nuova città, vivere in una casa nuova e delle volte dover imparare un’altra lingua per poter comunicare nel nuovo contesto. In tutti questi cambiamenti c’è anche un’esperienza emotiva molto intensa, che implica la necessità di affrontare ed elaborare numerose perdite a livello individuale, familiare e sociale, connesse a diverse tipologie di separazioni: separarsi dal proprio paese d’origine, dai legami costituiti durante tutta la vita, dalla famiglia, dagli amici ecc.
Parliamo del lutto nella migrazione, del dolore legato alla separazione dal proprio paese e dal proprio popolo, dolore dovuto anche alla consapevolezza di ciò che si è lasciato. Si sperimenta la perdita profonda dei legami con i contesti in cui si è nati e cresciuti, con i punti di riferimento sociali e culturali. Questo comporta un processo di revisione e risignificazione del proprio vedersi al Mondo. Si tratta di un lento e complesso processo di riorganizzazione interna, un processo di adattamento alla nuova realtà.
Quali possono essere le manifestazioni?
Il lutto migratorio può portare a diverse manifestazioni e sentimenti come conseguenza di tale processo di adattamento. Per esempio, alcune manifestazioni possono essere la perdita dell’appetito, i disturbi d’ansia, o del sonno, ma anche tante altre. Allo stesso tempo, possono emergere emozioni come la tristezza o la rabbia. Queste manifestazioni e sentimenti possono non comparire subito, ma anche dopo diversi mesi. Si tratta di un processo in cui ciascuna persona richiede il proprio tempo di adattamento alla nuova realtà.Come posso favorire un adattamento positivo?
Un adattamento positivo sarà tanto più facile quanto maggiori saranno i benefici ottenuti con la migrazione. Tuttavia, non bisogna idealizzare né il paese d’accoglienza, né il ritorno in patria. Creare false aspettative sul paese di destinazione o sul proprio paese, può portare più facilmente ad una frustrazione nei confronti dell’uno o dell’altro.Può essere d’aiuto intraprendere un percorso di sostegno psicologico per affrontare questa fase della vita con il supporto di un professionista. L’emigrante, attraversa un lungo processo di riorganizzazione interna: dovrà accettare le perdite subìte, controbilanciandole con gli obiettivi da raggiungere nella nuova realtà; dovrà integrare i sentimenti positivi e negativi, i vissuti passati e presenti in un’identità nuova.
Il lutto migratorio determina quindi profondi cambiamenti nell’identità di chi lo sperimenta, per questo motivo è importante elaborarlo adeguatamente. In questo modo la persona cresce e si arricchisce acquisendo nuove abilità e risorse, costruendo una nuova identità, più ricca e complessa che non deve necessariamente essere in contrapposizione con la precedente. Permettendo, così, alla persona di affrontare la situazione di crisi in un modo nuovo, a riprogettarsi e a ristrutturare una nuova vita.
Bibliografia
- Garciandía Imaz JA, Garciandía Rozo I. The semiology of migration. Rev Colomb Psiquiatr (Engl Ed). 2023 Jul-Sep;52(3):251-264. English, Spanish.