Si può essere medico e psicologo di se stessi?

Chi non vorrebbe essere medico e psicologo di se stesso per avere un corpo sano e una mente energica da tutelare quello che comunemente è chiamato equilibrio psico-corporeo?

Io penso che il desiderio di avere cura del proprio corpo e di conseguenza della propria mente, siano gli obiettivi più importanti di chi ama la vita; mi sto convincendo, inoltre, che tale aspirazione si può raggiungere tra breve perché la gente, per difendersi da codesta infezione virale che tormenta i nostri animi, sta considerando l'individuo come un "tutto insieme".

Illustrazione 1 - Psicologia

Individuo: unità o parte di un sistema complesso?

L'uomo, quindi, non è più considerato come somma di vari elementi, ma come"totalità" di mente, corpo, ambiente, pertanto se nell'insieme, un solo elemento è sofferente, anche gli altri ne risentono. 

A differenza dell'animale, l'uomo interagisce nell'ambiente con il pensiero e il corpo di conseguenza, quando la sua mente è alterata, anche il fisico è sofferente e l'ambiente è vacillante, perché le tre dimensioni che lo qualificano sono inscindibili.

Proprio per questo principio olistico, noi oggi usiamo le mascherine per proteggerci da un ambiente inquinante evitando il contatto con gli altri per timore d'infettare o di essere contagiati: la mente, in questo modo, tutela il corpo che a sua volta si difende da un ambiente inquinato.

In un certo senso, guidati da esperti virologi, ci comportiamo come se fossimo una "totalità" di mente, corpo e ambiente: così, interagendo con il mondo, ci proteggiamo. 

Tenendo presente questa concezione olistica, ogni psiche umana è anche corpo che crea ambiente positivo o negativo per i propri simili; è medico di se stesso chi sa ascoltare i propri malesseri ed è psicologo, chi sa dare risposte più pertinenti al modo di rapportarsi con il mondo.  

 

Che rapporto c'è tra medicina e psicologia?

Essere medico e psicologo di se stessi, significa mantenere il consueto "stato di grazia" che la natura non concede a tutti, ma solo a chi si adopera per non cadere in malattia.

Lo stato di grazia "è quella condizione di particolare euforia, ispirazione, capacità di rendimento" (cfr. De Mauro).

Abbiamo così risolto i nostri problemi di salute? Possiamo ora cancellare le varie specializzazioni mediche dalla nostra mente? 

Certamente no, perché abbiamo ancora bisogno di elaborare la le nostre percezioni elevandole a cultura delle nostre capacità per legittimare il significato olistico della vita e diventare specialisti di noi stessi. 

Capire e comprendere l'essere umano

Perché, infatti, io in queste pagine ho usato il termine "comprendere" e non invece "capire"? Perché oggi molti capiscono, ma pochi comprendono.

Capire, infatti, vuol dire intuire, percepire, fiutare, captare. Comprendere significa contenere, considerare, rendersi conto. A volte, il significato delle parole è sostanza. 

Capire ha un valore cognitivo esteriore, comprendere ha un significato interiore e non sempre il capire vuol dire rendersi conto, costruirsi interiormente. 

Capendo, tu puoi risolvere molti problemi di matematica, di fisica e astronomia, ma non puoi sciogliere le incertezze della vita che sono dentro di te e che tu non vedi, perché le hai dentro, come il sangue che è nel tuo cuore e l'ambiente che ti permette di muoverti. Se togli il concetto di "totalità" alla vita, ti rimane solo l'abitudine di vivere. 

Tu vorresti distruggere ciò che dell'ambiente ti nuoce, ma non puoi perché lì, tu ci vivi. 

Hai bisogno del tuo habitat se vuoi dare alla vita il significato di "totalità" tra passato, presente e futuro: i tre momenti incorporati, che hanno resa celebre o anonima la tua esistenza. 
 

Bibliografia

  • De Mauro T., "Capire le parole", Editori Laterza, 2002