Cosa sono le disfonie?

Si tratta di sintomi per la cui diagnosi gli elementi più importanti derivano dall'esame obiettivo. Tuttavia, soprattutto nei riguardi della cura, lo specialista ha bisogno di conoscere quanto voi gli direte intorno alle circostanze ed il modo con i quali il sintomo si è presentato e decorre nel tempo.

Dovrete, quindi, indicare la data d'inizio del disturbo, precisando se la sua comparsa è stata improvvisa o graduale e se si è mantenuto costante, ovvero interrotto da periodi di benessere. Oltre alla data della comparsa della disfonia, è opportuno indicarne anche le possibili variazioni rispetto ai diversi momenti della giornata ed agli ambienti nei quali essa si accentua o si riduce. Rispetto all'inizio, è utile specificare se l'alterazione della voce ha fatto seguito ad un raffreddore, ad uno sforzo vocale isolato o di carattere professionale, ad un episodio di tosse o di vomito, ad un trauma sul collo oppure se si è manifestato insieme ad un mal di gola o ad un disturbo della respirazione e/o della deglutizione.

Illustrazione 1 - Otorinolaringoiatria


Quali possono essere le cause?

Riguardo alle cause, sarà il caso di informare lo specialista su:

  • l’esposizione al fumo attivo o passivo;
  • la permanenza in ambienti umidi o inquinati;
  • l'esercizio di attività che comportino l'uso eccessivo della voce parlata o cantata;
  • l'inalazione di vapori irritanti;
  • la coesistenza di allergie di ogni genere, di patologie croniche a carico delle vie respiratorie superiori e/o inferiori, ovvero di disturbi gastro-esofagei (specialmente se associati ad iperacidità) e cardiocircolatori, così come di possibili patologie tiroidee. 

Infine, sarà bene  specificare anche uso e dose di farmaci relativi ad eventuali trattamenti in corso.


Come si diagnosticano?

Come detto all'inizio, gli elementi più utili per la diagnosi sono quelli ottenibili con l'esame ottico della laringe che, da almeno 150 anni, si esegue utilizzando un apposito specchietto che, introdotto al davanti dell'ugola, riflette l'immagine della sottostante laringe verso l'occhio dell'osservatore. 

La laringoscopia: come funziona? 

Normalmente, l'esame è facile e rapido e non procura alcun dolore al paziente, il quale deve collaborare con tranquillità, respirando o pronunciando A od E a seconda di quanto chiede l'esaminatore.

Nei soggetti più reattivi, può accadere che il contatto dello specchietto con l'ugola risvegli fastidiosi riflessi di soffocazione o di vomito. In questi casi, tuttavia, si rimedia facilmente con pochi spruzzi di anestetico locale sulla faringe che, in 1-2 minuti, aboliscono l'iperreflettività della mucosa e consentono l'esecuzione dell'esame. Unico inconveniente degli spruzzi anestetici è l'astensione obbligatoria da acqua e/o cibi per circa 30' poiché l'anestesia della gola impedisce una normale deglutizione e provoca l'andata "di traverso di cibi e bevande" assunte prima del tempo.

Da oltre un decennio, la laringoscopia qui descritta viene completata con il laringoscopio a fibre ottiche che permette una migliore acquisizione di dati visivi. Tale strumento è disponibile in versione rigida e flessibile. La prima si introduce attraverso il cavo orale e fornisce immagini ingrandite e molto luminose; la seconda, di minor diametro, può essere introdotta anche attraverso una narice e trova indicazione nei pazienti che non vogliano o non possano aprire la bocca. Lo strumento flessibile presenta l'inconveniente di una minore luminosità e qualità delle immagini.

 

Bibliografia

  • Agro, F. "La laringoscopia diretta e indiretta: luci e ombre." Congresso Nazionale STAR Selected Topics in Anestesia e Rianimazione. 2013.
  • Schwartz, S. R., et al. "La raucedine (disfonia)." Otolaryngology–Head and Neck Surgery 141 (2009): S1-S31.