Le cause del photoaging
La causa primaria che provoca l’invecchiamento precoce della pelle umana è la luce ultravioletta. Le persone che passano molto tempo all’aperto presentano i danni maggiori nelle parti del corpo più esposte alla luce diretta.I raggi ultravioletti generano la produzione delle specie di ossigeno di reazione (ROS), quest’ultime sono responsabili del danno ossidativo, che porta a lungo andare all’evoluzione degenerativa della struttura e delle funzioni della pelle.
I maggiori cambiamenti della cute si riscontrano nel derma. Il derma è un tessuto connettivo ricco di fibre muscolari lisce, fibre di collagene ed elastina e glicosamminoglicani. La matrice extracellulare del derma è molto densa e ricca di collagene ed elastina. La compattezza della cute dipende dalla qualità e quantità delle fibre di collagene, mentre l’elasticità, la resilienza e la resistenza alla trazione dipendono dalle caratteristiche delle fibre elastiche. Le alterazioni strutturali dell’epidermide sono responsabili dell’opacità e della ruvidità della pelle.
I danni causati dai raggi ultravioletti sono cumulativi. Questi cambiamenti strutturali provocano clinicamente:
- l’ispessimento cutaneo;
- la rugosità del grado differente;
- l’iperpigmentazione irregolare;
- la secchezza;
- le teleangectasie.
Sintomi
I segni dell’alterazione della pelle, provocate dallo stress ossidativo causato dai raggi ultravioletti, si evidenziano a partire dall’età di 20 -25 anni. Indipendentemente dal colore della cute, tutti i tipi di pelle esposti al sole mostrano le rughe e le macchie iperpigmentate disposte in modo irregolare.I tempi della comparsa dei segni del foto-invecchiamento sono molto personali. Inoltre, la pelle chiare mostra sia le rugosità sia i segni del rilassamento già a 35-40 anni, mentre la pelle scura viene colpita più frequentemente dall’iperpigmentazione dopo i 60 anni di età.
Per esempio, gli ispanici, a differenza dei caucasici, presentano i segni del fotoaging sotto forma di rughe sottili e l’iperpigmentazione è meno accentuata. In confronto agli afroamericani e agli asiatici, gli ispanici hanno la pelle esposta al sole più rugosa e iperpigmentata. Nella stessa popolazione, di solito, gli uomini passano più tempo all’aria aperta e perciò mostrano maggiormente i segni di fotoaging rispetto alle donne.
Come si formano le rughe nel fotoaging
Nella patogenesi della formazione della rugosità cutanea indotta dai raggi UV, un ruolo importantissimo è ricoperto dall’ attivazione degli enzimi metallo-proteinasi della matrice (MMP).MMP sono gli enzimi proteolitici che possiedono un importante potenziale di scissione dell’ECM. Gli MMP controllano, a livello della ECM, sia processi patologici che fisiologici. L’esposizione ai raggi UV, attraverso differenti vie di segnalazione, stimolano le metalloproteinase della matrice, in particolare MMP9, MMP3, MMp1. La comparsa delle rughe, lentiggini, assottigliamento della pelle, la secchezza della pelle sono i segni della degradazione dei componenti vitali (in particolare, collagene e le fibre di elastina ed altre proteine della ECM) della matrice extracellulare (ECM).
L’esposizione cronica alla luce UV provoca, non solo cambiamenti estetici della pelle, ma, con il tempo, anche le alterazioni strutturali e funzionali della cute.
Non sempre all’apparire dei primi segni del fotoinvecchiamento è possibile rilevarli a occhio nudo. Quantificare la quantità della pelle fotoinvecchiata è possibile mediante la dermatoscopia. L’esame dermatoscopico permette di evidenziare la presenza di iniziali segni del fotoaging nelle parti del viso, collo, mani esposti al sole come:
- la presenza di teleangectasie;
- ipoiperpigmentazioni cutanee;
- lentiggini;
- comedoni;
- pelle spessa;
- cheratosi seborroica;
- cheratosi attinica;
- comedoni nell’area perioculare;
- cisti;
- rughe, sia superficiali che profondi.
Come prevenire il photoaging
I segni del fotoaging li possiamo prevenire con i trattamenti di mesoterapia estetica. Negli ultimi anni, sono stati pubblicati numerosi studi che hanno dimostrato che la biorivitalizzazione della pelle è indispensabile per ripristinare le attività biologiche dei componenti vitali della pelle
Lo stress ossidativo è determinato dallo squilibrio tra la quantità del ROS prodotta e la capacità antiossidante dell’organismo. L’eccesso del ROS distrugge le proteine cellulari, lipidi e DNA della cellula stessa. La somministrazione intradermica delle differenti sostanze bioattive può ridurre e neutralizzare i radicali liberi ed anche potenziare le difese antiossidanti.
Pertanto, dopo l’estate o dopo una qualunque prolungata esposizione ai raggi UVA e UVB, bisogna effettuare i trattamenti di biostimolazione per regolarizzare i processi a livello molecolare e cellulare alterati.
Poiché l’effetto sulla cute provocato dai raggi UV è un evento abbastanza veloce, per poter prevenire questi danni, è necessario che i bioattivi a concentrazioni rilevanti debbano essere presenti nelle parti del corpo esposte al sole. Perciò, per prevenire e curare la cute ed i tessuti sottostanti, è indispensabile preparare la cute stessa con i trattamenti rivitalizzanti prima e dopo l’esposizione solare.
La mesoterapia estetica comprende una serie di trattamenti con effetto finale di ringiovanimento della pelle.
Per esempio, poiché i raggi ultravioletti distruggono le proteine cellulari, la somministrazione intradermica glicina, lisina, leucina, prolina e acido ialuronico libero 30 mg protegge la pelle dai danni del fotoaging. Specifici rivitalizzanti dermici sono indicati per prevenire e trattare la pelle spenta, opaca, poco elastica e microrugata. Le iniezioni intradermiche ripetute settimanalmente per almeno 4-6 volte stimolano l’attività fisiologica dei fibroblasti, migliorano la compattezza, il turgore e l’elasticità fino a 6 mesi dopo l’ultimo trattamento.
Un altro prodotto che aiuta la nostra pelle a mantenere la buona idratazione, la morbidezza, l’elasticità, la compattezza, la levigatezza e l’omogeneità è uno specifico filler a base di acido ialuronico cross-linkato 20 mg/ml e 17,5 mg/ml di glicerolo. È un ottimo rivitalizzante che a seconda delle occorrenze possiamo utilizzare da 1 a 3 trattamenti distanziati nel tempo.
Esistono anche degli ottimi biorivitalizzanti che possono essere utilizzati per migliorare la qualità della cute. I polinucleotidi hanno proprietà antiossidanti, idratanti, ristrutturanti della cute e stimolano i processi di rigenerazione tissutale. I polinucleotidi HPT donano alla pelle luminosità, lucentezza, texture, elasticità.
Un altro esempio di un prodotto che può essere utilizzato è un complesso ibrido stabilizzato dell’acido ialuronico ad alto e basso peso molecolare; sfrutta il meccanismo di azione che agisce su vie differenti sia mediante l’effetto biorigenerante (HA a basso peso molecolare) sia l’effetto rimodellante tissutale (HA ad alto peso molecolare).
Questi sono solo alcuni prodotti, ma per ringiovanimento cutaneo possiamo, in base alla necessità, utilizzare anche gli altri prodotti con effetto di:
- biorivitalizzazione;
- biomodulazione;
- bioristrutturazione;
- redermalizzazione.
Va sottolineato che i trattamenti di biorivitalizzazione non hanno l’effetto voluminizzante, ma rendono migliore l’idratazione, luminosità, turgore; inoltre rendono la pelle più levigata e uniforme. I trattamenti di biorivitalizzazione sono sicuri, efficaci, duraturi e possono essere eseguiti in qualunque periodo dell’anno, a qualunque età, sesso, etnia e su tutti i tipi di pelle Fritzpatrick.
Inoltre, la risposta al singolo trattamento, indipendentemente dal prodotto scelto è estremamente personale; perciò, anche il numero dei trattamenti e la loro frequenza variano in base alle esigenze personali ed alla disponibilità delle persone.
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