La Plexer-chirurgia è una metodica creata e brevettata dal Prof. G. Fippi che permette una “chirurgia non ablativa” cioè con minima invasività, interessando così solo l’epidermide (lo strato più superficiale della pelle).
Questa metodica è di tipo “non ablativo: tratta diversi inestetismi cutanei senza l’uso del bisturi. Si apre così un nuovo orizzonte terapeutico nel campo della medicina e chirurgia estetica.
Menzione a parte merita l’intervento di blefaroplastica dinamica, che può essere eseguito con questa metodica. La procedura prevede l’applicazione di una crema anestetica sulla parte da trattare circa 30 minuti prima. Lo strumento, denominato appunto Plexer, eroga spot ad altissima energia senza mai “toccare” direttamente la pelle; si realizzano così numerose e delicate microlesioni che formeranno piccolissime crosticine puntiformi con conseguente effetto lifting, già visibile subito dopo l’intervento e che sarà poi molto più evidente con la guarigione, che avverrà circa dopo quattro-sei giorni. Secondo le indicazioni del medico, l’area cutanea trattata dovrà successivamente essere protetta dai raggi solari con opportuna crema schermante.
Con la Plexer chirurgia la blefaroplastica richiede circa tre-quattro sedute. E’ davvero sorprendente il risultato in quei pazienti che hanno le palpebre segnate da ispessimento cutaneo con conseguente aspetto cadente “stanco” e “datato” (blefarocalasi).
Con la medesima tecnica si possono trattare anche le rughe periorali (dette comunemente ”codice a barre”) e quelle perioculari (“zampe di gallina”) e rughe frontali.
La Plexer-chirurgia può essere certamente definita una “chirurgia dolce” (soft-chirurgia) perché eseguita “senza bisturi”, “senza suture”, “senza ecchimosi” e “senza ematomi”, aprendo nuovi orizzonti al modo di “fare chirurgia estetica”, anche riducendo notevolmente i tempi di guarigione.
Il trattamento è comunque subordinato alla valutazione clinica del medico, in merito all’idoneità e all’indicazione per ogni singolo caso.