La esigenza di estendere le vaccinazioni anti Covid-19 (la malattia da Coronavirus che da oltre un anno sta infettando gran parte del mondo conosciuto) alla maggior parte della popolazione mondiale per contenere la diffusione pandemica del Coronavirus è innegabile.

Tuttavia nei Paesi dove è già stata avviata la somministrazione di massa del vaccino antivirale sono ben presto comparse anche le segnalazioni delle reazioni avverse, da quelle meno gravi a quelle più significative, quali le reazioni allergiche o trombotiche susseguite alle somministrazioni effettuate.

I nuovissimi vaccini a mRna contro Covid-19 contengono mRna (un frammento di materiale genetico che serve a conferire immunità) avvolto da nanoparticelle lipidiche (Lnp) combinate chimicamente con il Peg, un vettore artificiale considerato una sostanza inerte, non reattiva con i sistemi biologici. Queste Lnp servono a favorire l’ingresso dell’mRna nelle cellule, mentre il Peg aumenta la stabilità e la durata delle nanoparticelle.

Negli ultimi anni, però, gli scienziati hanno potuto constatare che l’organismo umano produce anticorpi contro il PEG. Uno studio del 2016 riporta che addirittura il 72% delle persone possiede qualche tipo di anticorpi di questo tipo, (forse per l’ampio uso che se ne fa per la cosmesi), anche se solo nel 7% dei casi la loro presenza sarebbe abbastanza elevata da predisporre all’insorgenza di reazioni anafilattiche

I vaccini a vettore virale, considerati inizialmente tra i più sicuri, contengono invece  un virus generalmente innocuo per l’uomo (adenovirus di Chimpanze o adenovirus di rinite umana) al cui interno è contenuto il DNA necessario per produrre la proteina Spike. Le cellule umane infettate da questo virus inattivato, producono una proteina Spike che stimola il loro sistema immunitario a produrre anticorpi verso questa categoria virale.

 La reazione pro-infiammatoria innescata ha dimostrato di recente di scatenare in soggetti geneticamente o patologicamente predisposti una risposta esagerata in senso pro-trombotico e piastrinopenico, aumentando il rischio di gravi eventi ematologici.

Prima di affrontare un servizio di vaccinazione la cui organizzazione - soprattutto in Italia - è ancora in fase di miglioramento, sembra logico affidarsi al proprio Medico di fiducia, il quale, conoscendo la situazione clinica ed immunitaria e le eventuali interazioni terapeutiche, potrà consigliare per tempo uno schema di profilassi adatto a ridurre le reazioni di tipo allergico o anafilattico.

Una idonea prevenzione degli effetti collaterali prevede farmaci od integratori adatti a:

  • SOSTENERE L’IMMUNIZZAZIONE (contrastando lo sbilanciamento in senso allergico);
  • SOSTENERE LA FISIOLOGIA DELLA SOSTANZA FONDAMENTALE (matrice connettivale extra-cellulare);
  • CONTRASTARE UNA RISPOSTA  INFIAMMATORIA AUTOIMMUNE;
  • RIGENERARE E SOSTENERE LE STRUTTURE LINFATICHE (limitando le linfoadenopatie post-vaccinali).

Una semplice visita medica o un videoconsulto con il quale valutare la propria situazione clinica ed immunologica possono mettere al riparo da reazioni avverse o limitare gli effetti collaterali spiacevoli di una vaccinazione che sta coinvolgendo milioni di persone nel nostro paese.