Una corretta terapia nutrizionale rappresenta sempre il trattamento di prima scelta di tutte le patologie metaboliche: dall’insufficienza renale cronica, al diabete, all’obesità ed alla dislipidemia.
È importante sapere che la Dieta ipoproteica, quando viene prescritta dal Nefrologo, che attesta la patologia renale del paziente, viene rimborsata dal SSN.

Il principale obiettivo della dieta ipoproteica è quella di rallentare l’evoluzione dell’insufficienza renale, evitando “un super lavoro” da parte del rene malato.
Facendo riposare il rene malato, si ha possibilità di alleviare i sintomi definiti uremici (anoressia, nausea, l’alito urinoso, gastrite, esofagite, perdita di appetito, malnutrizione e rischio di mortalità), dovuti all’accumulo nel sangue di scorie  derivanti da un eccesso di proteine introdotte con l’alimentazione. Lo schema dietetico deve limitare l’introito del fosforo per prevenire la comparsa di calci?cazioni metastatiche al livello della cute (prurito), articolazioni (dolori), vasi sanguigni (ipertensione, aterosclerosi). Bisogna limitare l’uso di cibi ricchi di potassio per prevenire gravi aritmie cardiache e problemi muscolari, bisogna limitare l’introito di acqua e di sale, poiché l’eccessiva ritenzione idrica è responsabile  di dispnea (difficoltà respiratoria) e di edemi (gonfiore eccessivo alle caviglie).

La dieta deve correggere anche la dislipidemia (Colesterolo e Trigliceridi alti) che non solo  sono responsabili delle malattie cardiovascolari, ma contribuiscono al peggioramento della malattia renale. L’introito  proteico in un paziente con malattia renale cronica lieve-media (Stadio II°-III°), prevede una riduzione rispetto ai soggetti normali di circa 0,6 g/kg di proteine ed un apporto calorico di almeno 35 Kcal/kg/die. Un simile apporto calorico (necessario per evitare uno stato di malnutrizione) deve essere realizzato aumentando, rispetto al soggetto normale, la percentuale di carboidrati e lipidi nella dieta.
Ai pazienti con insufficienza renale avanzata (Stadio IV°-V), viene raccomandata una dieta fortemente iporoteica (0.3 g/kg/die) supplementata con aminoacidi a catena ramificata. Lo stato di nutrizione dei soggetti nefropatici deve essere valutato periodicamente, attraverso la valutazione dei parametri biochimici, misure antropometriche, analisi impedenziometriche, ematochimiche (albumina, transferrina) e dietetiche. Inoltre si devono fornire utili indicazioni sulla modalità di cottura di alcuni cibi, per le verdure di cuocerle in abbondante acqua o eventualmente eliminare l'acqua dopo una prima bollitura e di sostituirla poi con altra acqua, in modo da favorire la dispersione dei sali minerali dannosi per le patologie renali.