Screening citologico urinario del 2004 con follow-up fino a giugno 2006 presso il Servizio di Citodiagnosi della Struttura Complessa di Anatomia Patologica, Azienda Ospedaliero /Universitaria, Policlinico di Modena.
 

Esame citologico urinario: perché farlo?

Le finalità dell’esame citologico urinario sono varie e molteplici: diagnostica, preventiva nell’ambito di screening e di follow-up (1). 

Si evince pertanto come sia possibile, grazie ad un esame citologico delle urine:

  • avanzare una diagnosi molto precoce di carcinoma della vescica, offrendo la possibilità di intervenire con una terapia minimamente invasiva (ablazione endoscopica). Considerando la praticità dell’esame, quindi, il rapporto costo/ beneficio è molto basso (2); 
  • ridurre drasticamente la mortalità per cancro della vescica, oggi inferiore all’1%. 
  • valutare l’out-come del paziente in modo preciso, sempre con un rapporto costo/beneficio molto basso (3).
 

Quadri citologici

Flogosi

Il reperto flogistico presuppone la presenza di granulociti neutrofili nel preparato oltre che le alterazioni tipiche della flogosi. Ne è un esempio la citolisi, che comporta l’aumento di volume del nucleo, senza alterazioni della cromatina né della membrana nucleare con contorni citoplasmatici irregolari ed alterazioni dell’affinità tintoriale (4).
 

Distrofia

Si intendono le alterazioni del volume cellulare, condizione fisiologica in età medio-adulta e legate, in genere, a lesioni infiammatorie. Le cellule appaiono accartocciate, irregolari, con diminuzione del volume cellulare e talora ammassate in piccoli gruppi (5).
 

Lesioni infettive

Nei preparati di citologia urinaria il reperto di microrganismi è da ricondurre più spesso ad inquinamento. In questo caso nei preparati si individuano ammassi di colonie su uno sfondo altrimenti normale (6). Nei preparati flogistici si possono osservare colonie batteriche, miceti e forme parassitarie che tuttavia necessitano di un adeguato esame microbiologico.
 

Iperplasia

L’iperplasia consiste nell’aumento del numero di elementi cellulari propri di quel tessuto che possono presentare un modesto ingrandimento nucleare e riduzione citoplasmatica (7).
 

Lesioni tumorali

I quadri tipici francamente maligni ricordano le classiche atipie citologiche, quali l'aumento di dimensioni del nucleo con alterazioni della cromatina, l’aumento del numero di nucleoli che portano a dismetrie e polimorfismi (8).
 

Tecniche ausiliarie

L’esame citologico può essere dirimente in alcuni casi per l’immediatezza diagnostica, in altri deve avvalersi di una stretta collaborazione clinica e laboratoristica, dato che la metodologia attuale si rivela insufficiente (9). Le tecniche ausiliarie sono prevalentemente di aiuto nella diagnosi di carcinoma della vescica, specie nei casi di basso grado, poiché il solo esame citologico può dare dei falsi negativi. A questo proposito si ricordano: 

  • citometria a flusso
  • analisi dei microsatelliti (10)(11),
  • Bladder Tumor Antigen test
  • BCLA-4, NMP22 (12)
  • IMMUNOCYT 

Illustrazione 1 - Anatomia Patologica

Scopo dello studio

Con questo studio retrospettivo si vuole offrire un’analisi della citologia urinaria dell’anno 2004 con follow-up fino a giugno 2006. La casistica in esame è quella del Servizio di Anatomia Istologia e Citologia Patologica del Dipartimento Integrato dei Servizi Diagnostici, di Laboratorio e di Medicina Legale dell’Azienda Ospedaliero/Universitaria, Policlinico di Modena.
 

Obiettivi

In sintesi gli obiettivi sono i seguenti:

  • valutare un profilo epidemiologico per sesso ed età in relazione alle varie patologie
  • individuare le frequenze di malattia non solo cancerosa, ma anche distrofico infiammatorie, iperplastiche e reattive e studiarne il follow-up
  • evidenziare un possibile iter citopatologico delle alterazioni cellulari che in questo caso possa motivare il passaggio da un reperto di flogosi ad un reperto di carcinoma
  • rilevare correlazioni cito-istopatologiche per quei preparati citologici dei pazienti operati alla vescica nell’intervallo di tempo considerato (2004)
  • verificare se le attuali tecniche ablative chirurgiche endoscopiche possano essere di valido ausilio nella diagnosi di neoplasia della vescica, confermando il dato citologico e preventive della stessa se effettuate precocemente.
 

Materiali e metodi

I dati sono stati ottenuti tramite l’Archivio computerizzato della sezione, con l’ausilio del programma AS-400. 

Si è eseguita un’indagine statistica inserendo una serie di codici morfologici diagnostici (SNOMED) nel periodo di tempo indicato (01/01/2004-31/12/2004). Successivamente si è proceduto per il follow-up con analoga ricerca degli stessi codici, per l’intervallo di tempo 01/01/2005-30/06/2006, eliminando dallo studio quei pazienti che in tale intervallo avevano una prima diagnosi.

Si sono considerati tutti gli esami citologici delle urine dell’anno 2004, circa 2769 esami, relativi a 892 pazienti, di cui è stato eseguito il follow-up che è variato dai 6 ai 30 mesi.
Si specifica che i follow-up sono comprensivi di pazienti con una diagnosi citologica positiva, confermata alla biopsia, per carcinoma della vescica, prima del 2004, con follow-up che si protrae quindi all’anno 2005 e all’anno 2006. Si è studiata la distribuzione per sesso, età e relativa categoria diagnostica. Nell’anno di riferimento sono stati ottenuti 201 casi di citologici positivi, confermati alla biopsia di carcinoma della vescica.

SNOMED, codici morfologici utilizzati

  • 009450 Neg. la ricerca di cellule atipiche
  • 056000 Reperto distrofico
  • 037000 Reperto emorragico
  • 069780 Reperto flogistico
  • 054000 Reperto necrotico
  • 036330 Reperto siero-ematico
  • 009010 Materiale inadeguato
  • E01000 Batteri, NAS
  • E04300 Parassiti, NAS
  • E04000 Presenza di forme fungine
  • 009350 Solo descrizione morfologica
  • 069000 Alterazioni citologiche, NAS
  • 072000 Presenza di cellule iperplastiche
  • 074006 Presenza di cell lievemente displastiche
  • 074000 Presenza di cellule displastiche
  • 074007 Presenza di cell moderat displastiche
  • 074008 Presenza di cell intens displastiche
  • 069760 Presenza di cellule atipiche, probabilmente neoplastiche
  • 800130 Cellule neoplastiche maligna
  • 801020 Carcinoma in situ
  • 812030 Carcinoma transizionale invasivo

Il metodo utilizzato nel laboratorio della Sezione per l’allestimento delle urine è la filtrazione su membrana in policarbonato. La colorazione in uso è l’ematossilina-eosina.
 

Campionamento

Sono stati selezionati 2769 casi di citologie urinarie relative a 892 pazienti. I pazienti considerati sono tutti quelli dell’anno 2004 che hanno almeno un esame citologico urinario.

La casistica comprende anche 201 casi di follow-up di pazienti sia dell’anno 2004, e quindi con follow-up che si protrae all’anno 2005 e all’anno 2006,  sia di pazienti con precedenti esami citologici positivi antecedenti al 2004, più precisamente a partenza già dall’anno 1991; tutti i 201 casi sono riferiti a carcinoma della vescica e confermati alla biopsia endoscopica.

Degli 892 pazienti, 290 sono femmine e 602 maschi.

L’esame citologico e’ stato effettuato nel follow-up per lo stesso paziente fino a 4 volte l’anno. Pertanto la casistica si compone di primi esami e di controlli relativi a follow-up di pazienti con diagnosi positiva di carcinoma sia del 2004, sia precedentemente all’anno 2004 e con controlli che si protraggono nel 2005 e nel 2006.
 

Dati epidemiologici

Considerata l’impossibilità di elaborare un’unica tabella per riassumere i dati dei pazienti, si è ritenuto opportuno raggrupparli per fasce di età ad intervalli di dieci anni. Innanzitutto, è opportuno fare due osservazioni: 

  • il numero dei maschi è oltre il doppio rispetto a quello delle femmine;

  • l’età maggiormente colpita è presente nella VII e VIII decade, per entrambi i sessi.

Analizzando in dettaglio i dati epidemiologici si può ricavare un grafico (grafico 1) che disegna la relazione tra sesso ed età.

Come si può notare la distribuzione dei pazienti ricalca la curva gaussiana. E’ noto infatti, che la distribuzione di una popolazione segue tale andamento ‘a cupola’, con una crescita graduale fino ad una zona centrale che raggruppa il maggior numero di tale popolazione, per poi decrescere in modo speculare all’andamento iniziale di crescita .

Da un punto di vista statistico, benché si osservi come anche le decadi più giovani possano essere colpite da neoplasie vescicali, sebbene con casistiche molto basse, si deduce comunque che la popolazione in esame è ‘normale’, cioè casuale e non sono presenti relazioni particolari tra il numero di pazienti e il sesso e l’età, anche se il numero degli anziani colpito è leggermente maggiore rispetto a quello dei giovani(13).

Un’ultima osservazione circa le età medie, è che, se vengono tolti i valori estremi della II e III decade, la media delle età è uguale per entrambi i sessi ed è 66 anni.
 

Dati epidemiologici dei codici morfologici

Per tutte le categorie diagnostiche si evidenzia:

  • una prevalenza del sesso maschile soprattutto per quei reperti relativi a forme neoplastiche o displastiche e per quei reperti che quasi costantemente mostrano quadri sospetti in senso neoplastico;

  • il sesso femminile supera il sesso maschile solo in due categorie diagnostiche: il Reperto flogistico e Negativa la ricerca di cellule atipiche.

La presentazione dei dati riguardanti, invece, la distribuzione delle categorie diagnostiche per età è molto più uniforme, sia per categoria, che per sesso, come illustra la tabella III, con una prevalenza della fascia corrispondente all’VII decade (65-70anni).

Nella tabella III non figurano quelle categorie diagnostiche con casistica talora assente o riferita ad un unico paziente: Reperto siero-ematico, Presenza di forme fungine e Presenza di cellule intensamente displastiche; il dato non è rappresentativo.

E’ interessante notare come la diagnosi di Reperto distrofico, Reperto flogistico e Presenza di cellule iperplastiche abbiano valori di età media inferiori rispetto a quelli dei reperti citologici positivi, sebbene con differenze non molto significative.  Si nota come l’età femminile sia lievemente inferiore a quella maschile, sebbene a livello delle categorie diagnostiche suggestive di malignità (Alterazioni citologiche NAS, Presenza di cellule lievemente displastiche, Presenza di cellule displastiche e Presenza di cellule atipiche probabilmente neoplastiche), il divario maschi/femmine scompaia.

I dati SNOMED sono stati suddivisi per decadi di età nella tabella IV, dove si sono esclusi quei codici morfologici che non hanno presentato alcuna incidenza in tutto l’anno 2004: 

  • reperto necrotico;

  • parassiti NAS;

  • batteri NAS;

  • presenza di cellule moderatamente displastiche;

  • carcinoma in situ carcinoma invasivo

Le categorie diagnostiche più significative sono state: 

  • presenza di cellule iperplastiche (24,9%);

  • reperto distrofico (21);

  • negativa la ricerca di cellule atipiche (17,4%);

  • presenza di cellule lievemente displastiche (16,4%);

  • reperto flogistico (9,5%);

  • presenza di cellule dispalstiche (6,1%);

  • solo descrizione morfologica (3,4%) (grafico 2)

Alcuni dati SNOMED compaiono in percentuale inferiore allo 0,5%: 

  • reperto emorragico (0,4%);

  • alterazioni citologiche NAS (0,3%);

  • presenza di cellule atipiche probabilmente neoplastiche (0,2%);

  • materiale inadeguato (0,2%);

  • cellule neoplastiche maligne (0,1%);

  • presenza di forme fungine (0,1%)

Un altro dato che si rileva dalla tabella IV è che la casistica incide soprattutto nelle decadi VII e VIII, come per il numero di pazienti.  Allora, è possibile disegnare un secondo grafico che correli da un lato l’andamento del numero dei pazienti in funzione dell’età, dall’altro il numero di casi SNOMED sempre in funzione dell’età.

Nella tabella V sono distribuiti i dati dei pazienti con esame citologico positivo, divisi per l’anno di riferimento (2004) e gli anni del successivo follow-up, cioè del 2005 e primi 6 mesi del 2006 (201 casi).

E’ da sottolineare che la popolazione indagata nel 2004 è relativa a nuovi casi, che rappresentano prime diagnosi di positività. Tutti i casi citologici positivi relativi ad essi sono stati confermati alla biopsia endoscopica vescicale, successiva all’esame.

Nella tabella sono riportati i pazienti in follow-up per carcinoma vescicale, con diagnosi antecedente al 2004. Si ricorda che l’archivio computerizzato della Struttura registra i dati a partire dal 1991.
 

Cosa si intende per citologici positivi?

Per citologici positivi s’intendono le seguenti categorie morfologiche: 

  • Alterazioni citologiche NAS;

  • Presenza di cellule lievemente dispalstiche;

  • Presenza di cellule displastiche;

  • Presenza di cellule intensamente displastiche;

  • Presenza di cellule atipiche probabilmente neoplastiche;

  • Presenza di Cellule neoplastiche maligne. 

Sono state omesse il Carcinoma invasivo ed il Carcinoma  transizionale invasivo non essendo stato repertato alcun caso nel 2004.

La tabella non comprende i pazienti con citologici positivi che hanno biopsia negativa o che non hanno biopsia: questi verranno trattati nella sezione relativa alla correlazione cito-istologica.

Le colonne ‘Recidive’ corrispondenti ai pazienti con ricomparsa di reperti citologici positivi, sono in riferimento sia alla casistica del 2004, sia ai casi di follow-up precedenti al 2004.

Anche dalla tabella V si rileva che i pazienti con casi citologici positivi, confermati alla biopsia, cadono per l’80% tra la VII e l’VIII decade, allineandosi con i dati del numero dei pazienti e dei casi SNOMED per fasce d’età.

Il numero maggiore di pazienti con casi citologici positivi, confermati alla biopsia, risulta nei follow-up, essendo questa categoria più numerosa e comprensiva di un maggior numero di pazienti che fa riferimento ad un intervallo temporale molto ampio.

Il rapporto maschi/femmine è circa 3:1 (grafico 4).
 

Correlazione cito-istologica

E’ importante rilevare la concordanza tra esame citologico ed esame istologico, per uno stesso paziente, ai fini di una valutazione appropriata sulla validità dell’esame citologico urinario.

Nella tabella VI vengono proposte tutte le categorie morfologiche di positività ed il risultato della corrispondente biopsia positivo o negativo per carcinoma vescicale.

La prima osservazione importante è che molte categorie, Alterazioni citologiche NAS, Presenza di cellule intensamente displastiche, Presenza di cellule atipiche probabilmente neoplastiche e Cellule neoplastiche maligne non sono state seguite da biopsie, pur essendo il citologico positivo, tranne un caso di Alterazioni citologiche NAS; non è pertanto possibile la correlazione cito-istologica.

Nelle altre due categorie morfologiche Presenza di cellule lievemente dispalstiche e Presenza di cellule displastiche la correlazione cito-istologica è stata possibile solo sul 50% dei casi.

Un altro dato importante è che del totale dei casi esaminati (2769) i citologici positivi rappresentano il 24% di cui quelli confermati alla biopsia per carcinoma rappresentano solo l’8%.
 

Sensibilità e specificità


Dall’analisi della casistica e dall’elaborazione dei dati risulta che 8 casi SNOMED con citologia negativa rappresentano i falsi positivi, ovvero quelle biopsie negative con citologico negativo. Per contro, sono 17 i casi citologici falsi positivi, ossia quei casi SNOMED con citologia positiva e biopsia negativa.  Quindi, la specificità di questa casistica, in relazione al carcinoma della vescica, è del 92% mentre la sensibilità del 96%.
 

Discussione

Cosa rileva lo studio?

Analizzando in dettaglio i dati della casistica presentata si rileva che il maggior numero di pazienti è concentrato nella VII e VIII decade, sia per i maschi, sia per le femmine. Tenendo conto dei dati riassuntivi dei pazienti di numero, sesso ed età, emerge che la distribuzione del numero e del sesso è uniforme e ha andamento gaussiano. Ciò significa che il campione è adeguato, quindi significativo (13) .

L’esame citologico urinario viene effettuato per l’86% dopo i 50 anni, di cui il 56% nell’intervallo 60-80 anni. Solo il 14% è rappresentato da casi di giovani adulti. 

Innanzitutto è ovvio che, a meno dei casi di follow-up, l’esame citologico viene richiesto qualora il paziente presenti una sintomatologia a livello dell’apparato emuntore. Tale sintomatologia, quale stranguria, disuria e pollachiuria, è tipica dell’uomo in età adulta-avanzata, cioè dopo i 60 anni dove è parafisiologica (15). Pertanto risulta chiaro che l’esame delle urine si richiede spesso per controllo. 

Poi è da sottolineare che nella casistica presentata l’86% dei tumori maligni della vescica diagnosticati su esame citologico urinario si presenta a partire dalla VII decade, comportando così un intensificarsi dei controlli citologici ed un conseguente maggior numero di casi in questa fascia di età e nelle decadi successive. 

Per quanto concerne l’esame citologico in età giovanile, 14% del totale dei casi, si può sostenere che esso si relaziona ad episodi acuti di infezione delle vie urinarie, molto frequenti nel giovane. 

Per quanto riguarda i valori di età media per maschi e femmine risulta che la media coincide, per ogni decade, con il valore medio della decade stessa. Questo significa che la distribuzione dei pazienti all’interno di ogni decade è uniforme e piuttosto omogenea (13). Tale dato prova che il campione dei pazienti è ampio e, soprattutto, che non c’è un picco unico, ma un intervallo temporale relativamente ampio, circa due decadi, la VII e  l’VIII. Fanno eccezione la prima e la seconda decade. In entrambi i casi il numero di pazienti è troppo esiguo e pertanto il dato della media è poco significativo. La distribuzione delle categorie diagnostiche conferma il dato della prevalenza maschile su quella femminile.
 

Cosa rileva lo studio in merito al sesso femminile?

Solo negli SNOMED Negativa la ricerca di cellule atipiche e Reperto flogistico, si è constatato che la maggioranza dei pazienti è di sesso femminile. Infatti, se è vero che il sesso femminile, rispetto a tutte le categorie diagnostiche, è meno frequente di quello maschile, è plausibile che lo SNOMED di assolutà negatività sia più frequente nel sesso femminile, complessivamente meno colpito pa morfologie diagnostiche rilevanti.

Nel Reperto flogistico la prevalenza delle femmine si può interpretare considerando il fatto che gli episodi flogistici, specie se acuti, sono caratteristici proprio della sfera femminile, sia nell’età giovanile che adulta.

Per quanto riguarda i valori SNOMED, il 66% di Presenza di cellule iperplastiche sono concentrati tra la VII e la IX decade.

Se da un lato questi dati coincidono con la media delle età dove vengono richiesti più esami citologici, dall’altro però, occorre sottolineare che molti di essi, specie quelli della IX decade, sono valori di controllo per i follow-up, più che prime diagnosi, come invece per la II, III, IV e V decade.

Per il Reperto distrofico, 21% dei casi,circa l’80% del relativo valore è concentrato tra la VI e VIII decade e mostra che la distrofia appare circa dieci anni prima rispetto all’ iperplasia. La distrofia, unitamente alla flogosi, pur non essendo lesioni precancerose, mostrano una stretta associazione con i pazienti che hanno esami citologici positivi per carcinoma della vescica, specie nei follow-up, dove la ricchezza di esami permette di verificare tale associazione; la quale non è patogenetica ma di certo ha valore statistico, poiché più del 95% dei pazienti con biopsia positiva hanno o entrambi questi precedenti o almeno uno di essi (Reperto distrofico, Reperto flogistico).

Il codice morfologico Negativa la ricerca di cellule atipiche (16%) ha distribuzione piuttosto uniforme per fasce di età e rappresenta in prevalenza, una diagnosi posta sui controlli dei follow-up.

Lo SNOMED Presenza di cellule lievemente displastiche (17%) rappresenta il primo stadio verso la comparsa del carcinoma o di recidiva ed è in molti casi una prima diagnosi. Comprende anche pazienti che rimangono stazionari sulla displasia lieve.

Non trascurabili gli effetti delle terapie radianti e chemioterapiche, destruenti per il trofismo della mucosa vescicale, che possono alterare il normale turn-over citomorfologico dell’epitelio di superficie vescicale (14). A queste condizioni si associano un aumento del Reperto distrofico, flogistico e Presenza di cellule iperplastiche, che si ripetono anche dopo la terapia endoscopica di ablazione chirurgica della lesione neoplastica.

Sulla base dell’esempio paradigmatico del carcinoma del colon, dove la lesione precancerosa, il polipo da iperplastico può diventare displastico e poi neoplastico, anche a livello dell’urotelio, l’iperplasia, pur non essendo annoverata tra le lesioni precancerose, come la displasia, è tuttavia un fattore predisponente.

Lo SNOMED Solo descrizione morfologica si riferisce in genere a casi giovanili, dove non sono presenti particolari alterazioni citologiche. Può anche riferirsi a casi di adulti anziani, dove sostituisce il codice di negatività.

Altri codici morfologici compaiono nella tabella II con meno di 10 casi ciascuna, cui corrisponde una percentuale inferiore allo 0,5% e sono:

  • reperto emorragico;

  • alterazioni citologiche NAS;

  • presenza di cellule atipiche probabilmente neoplastiche;

  • materiale inadeguato;

  • cellule neoplastiche maligne;

  • presenza di forme fungine

Da questo dato è possibile trarre alcune considerazioni: il numero di citologici inadeguati con la metodica in esame (filtrazione su membrana in policarbonato)(16) è dello 0,2%. Ciò significa che la metodica in esame è valida.

Dalla tabellaV si evince che la maggioranza di carcinomi individuati su citologico si è sviluppata nei follow-up, 69%; i carcinomi individuati nell’anno 2004 raggiungono il 15%, mentre nel 2005 e nel 2006 sono il 10% e 6% rispettivamente.

Nel 2004 sono stati rintracciati 201 pazienti affetti da carcinoma vescicale. Questo valore rappresenta il 23% di tutti i pazienti (892). Dei 210 casi il 27% è recidivato, durante il follow-up condotto fino a giugno 2006 (15).

 Il 10% delle neoplasie maligne della vescica di questa casistica si sviluppa prima dei 50 anni, di solito in pazienti che non hanno una storia clinica di precedenti citologici urinari.

Analizzando i dati riguardanti le recidive, nella tabella V, si evince che il 70% insorge tra la VII e la IX decade.Ciò concorda con il dato delle displasie, che si verificano prevalentemente tra la VII e l’VIII decade, cioè un decennio prima delle lesioni maligne e con l’iperplasia che raggiunge valori alti già in VI decade, ancor prima delle displasie. Infine con la distrofia e la flogosi che sono anch’esse già significative in VI decade.

Per quanto concerne la correlazione cito-istologica, alcune categorie diagnostiche, quali Alterazioni citologiche NAS, Presenza di cellule intensamente displastiche, Presenza di cellule atipiche probabilmente neoplastiche e cellule neoplastiche maligne hanno il 100% dei casi in cui manca la biopsia.
 

Perché se la citologia è positiva la biopsia non viene eseguita?

In certi casi, non quantificabili, l’esame viene effettivamente eseguito altrove. Inoltre è plausibile pensare che alcuni pazienti, data l’età avanzata, siano deceduti. Per alcune categorie diagnostiche la strategia terapeutica può essere stata quella di eseguire un attento e ravvicinato  follow-up, in attesa di ulteriori indagini che confermino il dato. Sovente a seguito di un esame citologico positivo viene eseguita un’indagine endoscopica sulla vescica; ma a fronte di un reperto endoscopico negativo la biopsia non viene eseguita.

Infine, a proposito della sensibilità si afferma che 96% è un valore molto soddisfacente. Il 92% della specificità può essere incrementato lievemente attraverso un più accurato controllo di qualità. Si sottolinea che allo stato attuale dell’arte un errore di valutazione dei dati viene comunque commesso in linea teorica anche da sofisticate indagini di calcolo.

Considerando che se il 27% dei tumori vescicali recidiva, il 73% guarisce, o quanto meno ha un out-came molto lungo.

E poi, ancora, oltre il 90% dei tumori maligni considerati sono in stadi molto precoci essendo dei pTa-T1. In questi casi la terapia d’elezione è l’ablazione endoscopica, mentre nei T2,T3 si interviene chirurgicamente con la cistectomia (4).
 

Conclusioni

L’utente dell’esame citologico urinario è un paziente con età superiore ai 65 anni, più frequentemente maschio. Il 23% dei pazienti di questa casistica ha sviluppato un carcinoma della vescica, dei quali il 27% ha recidivato.

Il 14% dei casi SNOMED sono rappresentati da giovani-adulti, che si accostano alla citologia urinaria per episodi a prevalente carattere flogistico.

Le categorie morfologiche poi frequenti sono Presenza di cellule iperplastiche, Reperto flogistico e Negativa la ricerca di cellule atipiche con il 25%, 21% e 17% rispettivamente.

La correlazione cito-istologica è stata possibile solo sul 50% dei citologici positivi, in prevalenza per mancanza della biopsia corrispondente: in questi casi ha dato concordanza del 92%.
 

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