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Il reumatologo è un medico specialista che si occupa della diagnosi e del trattamento delle malattie reumatiche, un gruppo di patologie che colpiscono principalmente le articolazioni, i muscoli e le ossa, ma che possono coinvolgere anche altri organi. Il suo lavoro è fondamentale perché molte di queste condizioni sono generalmente croniche e potenzialmente invalidanti e la loro gestione richiede un approccio terapeutico mirato, per migliorare la qualità della vita del paziente.

Tra le condizioni trattate dal reumatologo, troviamo un'ampia gamma di malattie, molte delle quali caratterizzate da infiammazione articolare. Alcune di queste patologie sono largamente conosciute, mentre altre sono in genere meno comuni.

Ecco alcune delle principali malattie trattate:

  • artrite reumatoide: si tratta di una malattia autoimmune che provoca infiammazione cronica delle articolazioni, spesso colpendo simmetricamente mani, piedi, polsi e ginocchia;
  • spondiloartriti: rappresentano un gruppo di malattie che includono condizioni come la spondilite anchilosante, che causa di solito infiammazione della colonna vertebrale e delle articolazioni sacroiliache;
  • lupus eritematoso sistemico: una malattia autoimmune complessa che può colpire non solo le articolazioni, ma anche pelle, reni, cuore e polmoni;
  • sclerodermia: una malattia rara che comporta generalmente un ispessimento e indurimento della pelle e può coinvolgere anche gli organi interni;
  • dermatopolimiosite: si tratta di una condizione infiammatoria che colpisce la pelle e i muscoli, causando debolezza muscolare e lesioni cutanee caratteristiche;
  • vasculiti: un gruppo di malattie che causano l'infiammazione dei vasi sanguigni, portando a danni ai tessuti e agli organi;
  • artrosi: si tratta di una patologia degenerativa delle articolazioni, che comporta la progressiva usura della cartilagine e provoca dolore e rigidità;
  • osteoporosi: una condizione che causa un indebolimento delle ossa, aumentando il rischio di fratture;
  • sindrome fibromialgica: si tratta di una malattia caratterizzata da dolore muscolare diffuso, affaticamento e punti dolorosi localizzati;
  • lombosciatalgia: dolore che si irradia dalla parte bassa della schiena verso le gambe, spesso dovuto alla compressione del nervo sciatico;
  • periartriti: infiammazioni delle strutture periarticolari (ovvero, intorno all’articolazione), come i tendini, che possono colpire spalle, ginocchia e altre articolazioni;
  • sindromi miofasciali: condizioni dolorose legate alla tensione e all'infiammazione dei muscoli senza una causa specifica.
Queste patologie si manifestano generalmente con sintomi vaghi e aspecifici, ragion per cui una diagnosi accurata richiede generalmente tempo, competenza e attenzione. Solitamente, un'attenta valutazione dei sintomi, della storia clinica e dell'esame fisico è il primo passo per formulare una diagnosi reumatologica.

A seconda del caso clinico, lo specialista potrà richiedere una serie di esami specifici, tra i quali, ad esempio:

  • esami del sangue: test per la ricerca di marcatori infiammatori come il fattore reumatoide, gli anticorpi antinucleo (ANA) e altri specifici a seconda della patologia sospettata;
  • radiografie: utilizzate per visualizzare le articolazioni e valutare la presenza di eventuali danni ossei o cartilaginei, tipici di malattie come l'artrosi o l’artrite reumatoide;
  • risonanza magnetica (RM): utile per visualizzare i tessuti molli, come tendini e legamenti, e per rilevare possibili danni precoci nelle articolazioni;
  • ecografie articolari: utilizzate in reumatologia per rilevare l'infiammazione nelle articolazioni, specialmente, in genere, nei casi di spondiloartriti o artrite reumatoide;
  • biopsie: in alcuni casi, come nelle vasculiti, può essere necessario prelevare un campione di tessuto per confermare la diagnosi;
  • capillaroscopia: un esame non invasivo che permette di osservare i piccoli vasi sanguigni nelle cuticole, utile generalmente nella diagnosi di patologie come la sclerodermia.
La diagnosi precoce di una malattia reumatica è importante per prevenire complicazioni gravi e migliorare la prognosi del paziente. Per questo motivo, il reumatologo lavora spesso in stretta collaborazione con altri specialisti.

Una volta stabilita la diagnosi, il reumatologo pianifica un piano terapeutico personalizzato. I trattamenti reumatologici possono in genere includere sia farmaci che terapie fisiche e/o interventi minimamente invasivi, a seconda della patologia diagnosticata.

Tra le principali opzioni terapeutiche troviamo:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): generalmente utilizzato per ridurre il dolore e l'infiammazione nelle fasi acute;
  • farmaci immunosoppressori: solitamente utilizzati per le malattie autoimmuni;
  • terapia del dolore: include in genere strategie personalizzate come la mesoterapia antalgica, che consiste in microiniezioni di farmaci antidolorifici e antinfiammatori a livello locale;
  • infiltrazioni articolari: si tratta di iniezioni di liquido medicinale direttamente nelle articolazioni infiammate per ridurre il dolore e migliorare la funzionalità;
  • fisioterapia e riabilitazione: generalmente usati per migliorare la mobilità e prevenire deformità articolari, soprattutto nei casi di artrosi o periartriti.
La complessità di queste terapie rende in genere importante un approccio multidisciplinare, in cui il reumatologo lavora con fisioterapisti, ortopedici e altri specialisti. In più, oltre ai trattamenti tradizionali, alcuni reumatologi sono specializzati anche nella gestione di pazienti pediatrici, trattando condizioni specifiche nell’ambito della reumatologia pediatrica.

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