La longevità dell’Italia

Il nostro, insieme al Giappone, è il paese più vecchio del pianeta: circa il 21% della popolazione è costituito da ultrasessantacinquenni, sette città italiane rientrano fra le prima 10 città europee con il maggior numero di ultra 75enni e gli indici demografici confermano un’elevata tendenza alla longevità, con l’aumento continuativo di aspettativa di vita di 4 mesi l’anno. Questo significa che nel 2020 avremo quattro milioni di ultraottantenni.

Illustrazione 1 - Geriatria e Gerontologia


Eppure, c’è ancora troppa poca geriatria nel SSN e le istituzioni pubbliche mostrano scarso interesse verso questa fascia di cittadini. Ne sanno qualcosa i familiari, sui quali gravano molto spesso gli oneri di cui lo Stato non si fa carico. Anche in ambito di ricerca clinica gli anziani tendono ad essere emarginati, pur essendo i maggiori consumatori di risorse sanitarie. Si continua infatti ad impiegare la logica della monopatologia, trascurando che l’anziano è portatore di più patologie e tutte insieme, motivo per cui arriva ad assumere anche dieci e più farmaci al giorno.

 

Perchè è importante la geriatria?

L’invecchiamento è invece un processo caratterizzato da una spiccata variabilità individuale. Da un lato abbiamo i centenari, gli over 80 ancora in ottima salute, dall’altro abbiamo la grande maggioranza degli anziani, cui è dato in sorte di vivere meno a lungo, di ammalarsi cronicamente e di divenire disabili negli ultimi anni. Compito (non facile) del geriatra è gestire un paziente complesso, di età avanzata o molto avanzata, cronicamente affetto da patologie multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabile, in cui talvolta gli effetti dell’invecchiamento e delle malattie sono spesso complicati da problematiche di tipo socio-economico.

Lo scopo della medicina geriatrica è prevenire la fragilità e ridurre al minimo il danno delle malattie croniche, ottimizzando la capacità di utilizzazione delle funzioni residue. L’obiettivo primario non è tanto l’allungamento dell’aspettativa di vita, quanto piuttosto il miglior livello possibile di qualità di vita. Insomma, bisogna far sì che una vita sia degna di essere vissuta a lungo.

Il ruolo della prevenzione

Per raggiungere davvero questi obiettivi occorre una rivoluzione culturale. Bisogna sviluppare a tappeto un’opera di prevenzione efficace e consapevole, che deve iniziare ben prima dell’insorgere dei sintomi, magari conclamati, di malattie gravemente invalidanti. Ecco allora che diventa estremamente importante l’opera del geriatra, perché è lui lo specialista dei pazienti over 65 anni, un professionista con una conoscenza multidisciplinare che sappia ascoltare, riesca ad inquadrare le patologie nel contesto ambientale, familiare e sociale e garantisca un intervento altamente personalizzato, garantendo un approccio più globale alle problematiche della terza età.
 

Qual è il compito del geriatra?

Ma il geriatra è anche un gerontologo, ovvero un esperto dell'invecchiamento, ed il suo compito più efficace è quello di mantenere una vecchiaia attiva. La longevità rimane un mistero. Contano i geni, ma incidono solo dal 20 al 25% sulla possibilità di avere una lunga vita. Contano più che mai gli stili di vita, ciò significa che la longevità non è un dono, ma una conquista personale.

Ormai è chiaro che per invecchiare bene bisogna seguire un regime alimentare bilanciato (resiste il modello della dieta mediterranea), assumere proteine per combattere la sarcopenia (diminuzione della massa muscolare, anticamera della disabilità motoria), non fumare, non abusare di alcool e droga e fare esercizio fisico (a cominciare dalla giovane età). Sappiamo anche che occorre sottoporsi a controlli specifici (udito, vista, pressione, esami del sangue, colonscopia e ricerca del sangue occulto nelle feci, mammografia, pap test e controlli urologici).

Ma anche gli elementi psico-sociali sono altrettanto indispensabili: si vive più a lungo anche se la propria vita è piena di interessi ed attività, se si hanno solide reti sociali e familiari, se si curano dimensione spirituale e progetti personali. Ecco allora che risulta indispensabile la presenza del geriatra, che fa suo l’antico detto (ripreso anche da Papa Francesco): “La vecchiaia è la sede della sapienza della vita” e cerca di applicarla nella cura dei suoi pazienti.

Come? Mettendo in pratica un tipo di medicina differente dalla medicina tradizionale, con un approccio che non si concentra solo sulla patologia ma sulla persona, stringendo una relazione fiduciaria con il paziente e i suoi familiari, attraverso il miglioramento e la stabilizzazione dello stato di salute, la prevenzione della disabilità e la riabilitazione. È quello che si chiama approccio umanistico della medicina.

 

Bibliografia

  • Schippinger W. Comprehensive geriatric assessment. Wien Med Wochenschr. 2022 Apr;172(5-6):122-125. English.
  • Gammack J, Paniagua MA. Comprehensive geriatric assessment. Mo Med. 2007 Jan-Feb;104(1):40-5.