Come funziona l'ipocondria?

Se frequentate un ambulatorio di medicina generale vi capiterà di incontrare pazienti che si lamentano di malanni che riguardano disturbi gastrointestinali con nausea, diarrea, meteorismo, disfunzioni sessuali, dolori dappertutto, dalla testa ai piedi, vertigini ecc., tanti specialisti, tanti farmaci, tanti sacrifici economici ma i disturbi non si risolvono! Potete chiedervi se tanti disturbi corrispondono a tante malattie, ad una malattia immaginaria o se si tratta di pazienti che ostentano tanti disturbi per una patologia di natura psicosomatica? In realtà tali disturbi vengono tuttora diagnosticati come distonia neurovegetativa o “disturbi psicosomatici” o, nell’attuale dizione (DSM IV), disturbo somatoforme, che a sua volta comprende la più conosciuta “ipocondria”, “l’isteria”, il disturbo di “dimorfismo corporeo” sia pure con caratteristiche un po’ diverse.

Illustrazione 1 - Psichiatria

Caso clinico

Vorrei raccontare un caso clinico che ho curato recentemente: si tratta di una paziente che chiamiamo Giuliana (il suo vero nome è diverso) di 42 anni che mi parla per oltre un’ora dei suoi disturbi, imprecando contro molti medici che l’hanno definita depressa, nervosa, ansiosa e da tutti è stata curata (giustamente!) con psicofarmaci senza risultati apprezzabili; ha fatto una risonanza magnetica al cervello e alla colonna vertebrale, diverse ecografie e radiografie, ECG, EEG, esami del sangue e tante ricette di neurologi, internisti, gastroenterologi, ecc. Una paziente con queste caratteristiche viene a costare al Servizio Sanitario Nazionale un pozzo di soldi con la più totale insoddisfazione dell’utente.

Giuliana mi racconta una litania di sintomi iniziati dopo la quinta elementare per cui la buonanima di sua madre era enormemente preoccupata: da allora aveva frequenti dolori addominali e dopo la prima media non continuò gli studi, poi la sua storia clinica si arricchisce di sintomi come “un nodo alla gola”, senso di sbandamento, difficoltà nella deglutizione, cicli mestruali irregolari, spesso diarrea e vomito, cefalea, dolori alle braccia e alle spalle, ecc. Ogni volta che si recava in ambulatorio dal suo medico di famiglia, cioè ogni settimana, veniva “accontentata” con nuovi farmaci, altre prescrizioni di esami e visite specialistiche: una paziente difficile per ogni medico.

Non è indispensabile che tali pazienti abbiano tutti i sintomi di Giuliana, sono sufficienti quattro di questi sintomi per sospettare un disturbo somatoforme, anche se ogni medico, prima di fare una diagnosi, dovrà valutare attentamente la possibilità di una patologia organica.
 

Cosa causa l’ipocondria?

Quali sono le cause di una patologia così invalidante, cronica, apparentemente inguaribile? Quasi tutti i medici da cui Giuliana è stata visitata hanno opportunamente riferito i disturbi ad una condizione ansiosa o alla depressione o ad una malattia psicosomatica dopo aver attentamente scartato una origine organica.

Per quali ragioni l’ansia può incidere così profondamente su tutta la persona?  Per quali motivi e con quali meccanismi biochimici l’ansia viene canalizzata con un’opera di “traduzione-conversione” sul versante corporeo?

Nella storia della Medicina l’intuizione di una correlazione fra eventi stressanti della vita e malattia è antica ma occorre risalire a Freud per conoscere una chiave di lettura diversa dal passato nel comprendere il fenomeno della somatizzazione fin da quando riuscì ad individuare, negli “studi sull’isteria”, il ruolo centrale della sofferenza psichica nel coinvolgimento delle risposte somatiche.

Gli studi di questi ultimi anni hanno consentito di comprendere il ruolo di alcune strutture subcorticali, in particolare dell’ipotalamo, attraverso la risposta dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni ad una condizione di stress e l’individuazione del cortisolo e dei recettori glucocorticoidi nel favorire una disfunzione ipotalamica da cui sostanzialmente dipende l’ansia e la sua somatizzazione. Mi farebbe piacere spiegare i meccanismi neurochimici alla base di questa cascata di fenomeni (stress-risposta ipotalamica-ansia-turbe-psicosomatiche) evidenziati dagli studi più recenti ma non sarebbe sufficiente questa pagina per una esauriente comprensione.

Vi è un altro importantissimo fattore che va sottolineato e su cui si è fatta luce recentemente rappresentato dalla predisposizione genetica a questo tipo di disturbi: vi sono soggetti che subiscono molte condizioni di stress e vivono bene ma coloro che sono geneticamente predisposti vanno, molto spesso, incontro a questi disturbi.

A questo punto diventa estremamente interessante capire come andrebbe risolto questo intreccio fra un vissuto disturbante, la risposta psicosomatica e le complicanze che la sua cronicizzazione comporta. La stragrande maggioranza dei medici ritiene che il disturbo debba essere trattato farmacologicamente, altri valorizzano il ruolo della psicoterapia, altri ancora ritengono di utilizzare farmaci e psicoterapia, altri ancora consigliano la medicina alternativa, altri ancora offrono omeopatia e mille chiacchiere. Nella realtà i risultati sono spesso deludenti.

Nel Centro di Ostuni, da me diretto, vengono utilizzati farmaci con molta parsimonia (spesso solo un farmaco), tecniche di psicoterapia breve strategica, tecniche di recente introduzione in questo settore e particolare attenzione ai fattori che favoriscono la cronicizzazione della malattia. I risultati sono soddisfacenti.

 

Bibliografia

  • Wick JY, Zanni GR. Hypochondria: the worried well. Consult Pharm. 2008 Mar;23(3):192-4, 196-8, 207-8.