Cosa si intende per disodontiasi?

L'eruzione dei terzi molari (denti del giudizio) che avviene quasi costantemente in maniera anomala (disodontiasi), generalmente a causa dell'insufficiente spazio dove esso deve erompere, più frequentemente nella regione mandibolare.

Illustrazione 1 - Otorinolaringoiatria


Quali sono i sintomi?

La sintomatologia andrà da una dolenzia della regione, con lievi disturbi alla deglutizione, fino all'instaurarsi di:

  • trisma (difficoltà all'apertura della bocca);
  • febbre;
  • ascessi

Questi eventi accadono poiché il dente, non completamente in arcata e, quindi, difficilmente raggiungibile con la normale igiene orale, crea un ambiente ottimale per la crescita dei batteri che, proliferando, danno vita ad infiammazioni ricorrenti, fino ad arrivare a veri e propri ascessi.

 

Come si diagnostica la disodontiasi degli ottavi?

La diagnosi si basa sulla visita clinica del paziente. Questa, però, deve essere sempre associata all’esecuzione di almeno una Rx ortopantotomografica (ortopanoramica) per valutare la reale posizione del dente e la sua vicinanza al nervo mandibolare. Nel caso in cui, da questo esame, si evidenzi una stretta continuità tra i due, sarà necessario ed indispensabile eseguire una Tac della regione interessata dalla disodontiasi per ridurre il rischio di lesionare il nervo durante l’estrazione. 
 

Come si cura?

La terapia della disodontiasi degli ottavi è essenzialmente chirurgica.

Esistono due tipi di intervento, a seconda della forma delle radici e della posizione del dente.
Semplificando possiamo dire che:

  • se il dente presenta radici unite ed è in arcata (cioè allo stesso livello degli altri denti), si estrarrà semplicemente trazionandolo con leve e pinze dedicate;
  • se, invece, presentano forme anomale (esistono radici che ricordano la forma di un uncino) ma sono sempre in arcata, si preferisce suddividerlo in più parti per evitare che rimangano frammenti del dente all’interno;
  • nel caso in cui l'ottavo da estrarre fosse incluso (interamente o parzialmente all’interno dell’osso) è necessario asportare l’osso che ne impedisce la fuoriuscita trazionandolo con leve e pinze dedicate.

Come si effettua l’intervento?

L’intervento è effettuabile sia in anestesia locale che generale, in relazione alla posizione del dente, alla sua inclusione ossea, alla sua vicinanza con il nervo mandibolare ed alla volontà del paziente. 

Il decorso post-operatorio

Dopo l’estrazione possono verificarsi gonfiore (che regredisce in pochi giorni) e leggero malessere che fanno parte del processo di guarigione. Il dolore, solitamente, raggiunge il suo massimo quando passa l’effetto dell’anestesia, perciò è consigliabile assumere un antidolorifico immediatamente dopo l’intervento chirurgico. Il sanguinamento, se presente, è assolutamente lieve.

Dopo l’intervento è utile tenere del ghiaccio per circa due ore. Le uniche accortezze, oltre quelle già descritte, sono rappresentate dall’evitare di compiere un'importante attività fisica per 7-10 giorni dopo l’intervento e di assumere cibi a temperatura ambiente per i primi 2 giorni.
 

Bibliografia

  • Ghedini, Tommaso, et al. "Chirurgia estrattiva terzi molari inferiori in disodontiasi."
  • Sani, Sara. "La disodontiasi." Il giudizio nell'estrazione del terzo molare inferiore (2022): 31.
  • Viscuso, M., et al. "Disodontiasi del terzo molare." Quaderni di medicina e chirurgia 17.3 (2001): 1-1.